#Bastaunsì, dopo #Berlinguer ora arruolano Homer Simpson

Dopo l’annuncio del kit anti-bufale nello stesso giorno della presentazione della scheda per far eleggere ai cittadini i senatori (falsa, perché l’elettività non è prevista dalla riforma, così come la stessa legge elettorale), un’inchiesta di Vice Italia a cura di Leonardo Bianchi svela anche i meccanismi più subdoli di questa campagna elettorale referendaria, ancora più grotteschi di quelli che BuzzFeed ha individuato per il M5S. 20161201_141050

Non era evidentemente sufficiente l’uso indebito ai fini della propaganda social della faccia di Enrico Berlinguer (per altro per veicolare un messaggio falso), ora lo schieramento del Sì sta utilizzando una serie di pagine un tempo nate con intenti satirici per veicolare disinformazione a colpi di slogan di bassa lega targati #bastaunsì, la più famosa è “800.000 iscritti per Homer Simpson presidente del Consiglio“, che addirittura utilizza le sponsorizzate di Facebook per raggiungere più persone possibili (qui a fianco uno screenshot da una sponsorizzata che proprio oggi ho avuto sul mio smartphone della pagina).

Fossero solo le pagine, sarebbe niente. Il problema è anche il vero e proprio esercito di profili falsi a sostegno della campagna, alcuni dei quali talmente sguaiati da far impallidire la tanto vituperata Beatrice Di Maio, alias Lady Brunetta. Tutti ovviamente pronti a ricondividere i post a favore del Sì delle ex-pagine satiriche ora in servizio attivo permanente per #bastaunsi.

A proposito di questi falsi profili, scrive Leonardo Bianchi:

Sara Masisti, che ha come foto profilo una ragazza presa a caso su Internet e si veste nella stessa identica maniera di una Instagram star con oltre un milione di follower, è probabilmente l’account più elaborato. Nella biografia scrive di essere “Social Media Strategist presso Gruppo Puddu,” un’impresa edile sarda che—come mi hanno detto al telefono—non ne ha mai sentito parlare prima d’ora. Oltre a condividere immagini di panini (presi da Tripadvisor) e riflessioni politiche con i suoi 4967 amici, Sara Masisti ha un blog in cui dice di essere collaboratrice di Panorama, Focus e Vanity Fair—cosa di cui non ho trovato traccia sulle rispettive testate.

Altra cosa non meno importante notata da Bianchi è che le interazioni di questi account si allargano anche a pagine pre-esistenti e attive da tempo, alcune delle quali arrivano a 2 milioni di fan (e in apparenza non collegate tra loro) come Voglio Solo Amore, Giorno dopo Giorno, Frasi Bellissime, Talent Scout, e Angels; e di pagine di screenshot come Foto scattate al momento giusto e Il Vomitorio.

Benché dal Comitato renziano dicano di non c’entrare niente (nonostante alcune gif ricalchino stranamente la grafica della campagna “smonta bufale”), il dato politico evidente è che tra ottobre e novembre è stata messa in piedi una campagna di marketing politico parallelo che insegue i vizi del “gentismo” per sfondare in spazi dove la politica ufficiale (o per usare le loro parole, la Casta) fa fatica ad entrare.