Quando torna la Sinistra a fare la Sinistra?

Il 12 novembre 2010 nasceva questo blog, con il modesto obiettivo di dire “Qualcosa di Sinistra“. Ci presentavamo come “giovani nati dopo la caduta del Muro di Berlino alla disperata ricerca di Sinistra“. Ora, a parte il fatto che siamo tutti meno giovani, come notavo già l’anno scorso non solo il primo articolo “La Sinistra in esilio“ è ancora sconfortantemente attuale, ma siamo messi ancora peggio.

Tuttavia, un anno fa mai avrei detto che saremmo arrivati al punto di dover occupare l’agenda politica sull’opportunità o meno di candidare Letizia Moratti. La stessa che da ministra berlusconiana ha iniziato la stagione dei tagli alla scuola pubblica a favore di quella privata. E contro cui partecipai alla mia prima manifestazione studentesca, dove per altro sentii per la prima volta il cognome Berlinguer (ma gli slogan erano contro il cugino ex-ministro). 

Non siamo nati per rifare il Pci“, ha tuonato l’ex-ministra Pinotti, e in effetti nessuno si sogna nemmeno di chiederglielo, visto che lei e la sua generazione hanno dissipato la più grande eredità politica e culturale della storia europea. Ci limitiamo a chiedere gentilmente a lei e ai suoi compari di ritirarsi a vita privata, ché di danni a questo Paese e al popolo della Sinistra ne hanno fatti fin troppi.

La cosa allucinante è che costoro ancora non capiscano che non è inseguendo la Destra, scimmiottando le sue parole d’ordine, che la Sinistra tornerà a vincere. “Siamo nati per vincere”, e il bello è, come ricordavo all’indomani delle elezioni politiche, è che hanno praticamente sempre perso. Non solo elettoralmente, ma a livello di “egemonia culturale”, che è ancora più grave. Perché oramai non ci provano nemmeno più a proporre temi che si discostino dal mainstream liberista. 

Il premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, in uno delle sue ultime interviste, disse: “ogni volta che la Sinistra vince e va al governo, prepara la sua sconfitta, perché si appiattisce sui programmi della destra”. Una verità sacrosanta, cui siamo oramai abituati dal 1996.

Lo so che sono ripetitivo, ma come direbbero certi antenati “repetita iuvant“. Leggete il passo che segue.

“Quali furono infatti gli obiettivi per cui è sorto il movimento per il socialismo? L’obiettivo del superamento di ogni forma di sfruttamento e di oppressione dell’uomo sull’uomo, di una classe sulle altre, di una razza sull’altra, del sesso maschile su quello femminile, di una nazione su altre nazioni. E poi: la pace fra i popoli, il progressivo avvicinamento fra governanti e governati, la fine di ogni discriminazione nell’accesso al sapere e alla cultura. Ebbene, se guardiamo alla realtà del mondo d’oggi chi potrebbe dire che questi obiettivi non sono più validi? Tante incrostazioni ideologiche (anche proprie del marxismo) noi le abbiamo superate. Ma i motivi, le ragioni profonde della nostra esistenza quelle no, quelle ci sono sempre e ci inducono ad una sempre più incisiva azione in Italia e nel mondo.”

Queste parole le disse Enrico Berlinguer nella sua bella intervista a Ferdinando Adornato sul “Duemila”. Sono passati 39 anni da allora. E i casi sono due: o Berlinguer era troppo avanti o noi abbiamo fatto troppi passi indietro. Anzi, direi che entrambe le spiegazioni sono plausibili.

La domanda a questo punto sorge spontanea. Ora che abbiamo incredibilmente scoperto che la Destra fa la Destra, quand’è che la Sinistra tornerà a fare la Sinistra