In Nuova Zelanda vento di #Sinistra

Le elezioni parlamentari che si sono svolte in Nuova Zelanda lo scorso 23 settembre hanno prodotto uno dei risultati più sorprendenti degli ultimi anni. Bill English, candidato del Partito Nazionale, è stato il più votato con 1.152.075 preferenze. La sua sfidante, la giovane Jacinda Ardern del Partito laburista, ha ottenuto meno di un milione di voti (956.184). Tuttavia, English non è riuscito a formare un nuovo governo poiché il suo partito ha ricevuto solamente 56 seggi su 120, insufficienti per avere la maggioranza in parlamento. Dopo quasi un mese di consultazioni, si è giunto ad un accordo a dir poco storico: la laburista Ardern guiderà un governo appoggiato dai Verdi e New Zealand First, un partito sovranista di destra i cui 9 seggi conquistati si sono rivelati determinanti.

Il nuovo capo del governo della Nuova Zelanda si trova quindi in una situazione anomala. Non accadeva dal 1911 che il partito di opposizione ottenesse più seggi del partito di governo. Nonostante quest’apparente impasse, il premier uscente Bill English si è espresso positivamente su questa vicenda, descrivendo il nuovo esecutivo “insolito, ma legittimo”.

CHI È JACINDA ARDERN
Jacinda Ardern è nata il 26 luglio 1980 ad Hamilton, una cittadina del nord della Nuova Zelanda tra le più densamente popolate, da una famiglia appartenente al ceto medio. Ha frequentato la scuola superiore e poi si è iscritta alla University of Waikato, dove si è laureata nel 2001 in Scienze politiche. È entrata in politica grazie alla zia, militante del Partito laburista neozelandese, e ha vissuto a Londra per diversi anni lavorando per conto dell’ex segretario laburista Tony Blair, da cui si è però politicamente dissociata. È membro del Parlamento dal 2008 e nel 2016, dopo le dimissioni di David Shearer, è stata designata unanimemente leader del Partito. Si definisce socialdemocratica, progressista, repubblicana e femminista. Porta avanti diverse battaglie, fra cui quella per la legalizzazione della cannabis, che sarà prossimamente oggetto di referendum.

L’exploit della Ardern non se lo aspettava nessuno. Il suo partito ha cambiato cinque volte segretario in nove anni e i sondaggi lo davano addirittura 20 punti dietro rispetto agli esiti finali. Uno dei pregi di questa genuina leader politica è saper parlare a tutti i cittadini. Seguendo l’esempio del cugino britannico Corbyn, Ardern ha basato il suo programma su temi tradizionalmente di Sinistra: riforma dell’istruzione, lotta alla povertà, maggiori aiuti finanziari alle giovani famiglie e il problema dei clochard.

In un’intervista concessa a The Nation (quotidiano neozelandese, ndr), la neo premier ha parlato delle disparità sociali nel paese: “I salari non stanno al passo con l’inflazione. Il costo di una casa, per esempio, supera le possibilità della maggior parte delle persone. Che senso ha crescere economicamente, se nel nostro paese c’è una delle percentuali più alte al mondo di senzatetto? Il capitalismo in Nuova Zelanda ha fallito in maniera evidente. Occorre prendere provvedimenti per migliorare la nostra condizione. Dobbiamo essere sicuri che le persone possano avere una vita significativa, piacevole, in cui il loro lavoro è abbastanza per sopravvivere e sostenere le loro famiglie.

Queste parole, che in Italia ci piacerebbe sentire più spesso da chi si considera di Sinistra, dovranno essere confermate dai fatti. La dura sfida che dovrà fronteggiare Jacinda Ardern è rappresentata dalla maggioranza risicata con cui governerà, ma i presupposti per fare bene ci sono tutti.

5 commenti su “In Nuova Zelanda vento di #Sinistra”

  1. Ha basato la sua campagna elettorale su questioni sociali sentite dal popolo e ha dimostrato senso pratico alleandosi con la destra sociale per avere questa clamorosa maggioranza. Farà sicuramente un buon lavoro, nel frattempo ha dato molto da insegnare alla sinistra italiana

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