Ai fratelli #Cervi, alla loro Italia

fratelli cervi 2015

Il 28 dicembre 1943, 72 anni fa, Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore Cervi venivano fucilati a Reggio Emilia dai fascisti, in risposta all’uccisione da parte dei partigiani del segretario comunale di Bagnolo in Piano Davide Onfiani. Poco prima di morire, il più giovane, Ettore, scrisse queste parole:

Ero il cinno, quello più piccolo e quello più amato. Ma solo per mia madre, mio padre o per la lapide che ci ricorda.

In campagna si cresce subito. Essere il più piccolo non conta. C’è la terra da lavorare, ci sono le bestie da allevare. Io però avrei voluto crescere, diventare vecchio in un mondo senza fascisti. Invece no. Mi è toccato di morire. Subito dopo Natale. Fucilato con i miei fratelli. I Cervi, ci conoscete.

Ho lasciato una bugia e un sorriso a mio padre, un abbraccio ai fratelli e un maglione bianco per Codeluppi. Per mia madre solo un ricordo. Un ricordo che uccide.

Poi siamo andati là, non a Parma come avevo raccontato a mio padre, ma al Poligono. Ci siamo baciati e abbracciati. Noi sette e Quarto Camurri.

Da piccolo nell’erba mi ci nascondevo e dicevo ai fratelli: “non ci sono più”. Mi sarebbe piaciuto farlo anche allora. Davanti ai repubblichini. Morire è sempre morire.

Il prato, però era troppo basso e con certe cose non si scherza.
Prima che sparassero Gelindo disse: “Voi ci uccidete, ma noi non moriremo mai“.
Gelindo ha sempre avuto ragione. Arrivederci, ciao.

Quanta verità. Sono stati spezzati nei corpi, ma non nello spirito. E finché ci sarà qualcuno a ricordare il loro sacrificio, vivranno in eterno. Salvatore Quasimodo li ha resi immortali in questa poesia: “Ai Fratelli Cervi, alla loro Italia”. Ci pare il modo migliore per commemorarli, in questi giorni di festa, che sono anche di memoria. Perché un Paese senza memoria semplicemente è un Paese che non esiste. Sarà per questo che tentano in ogni modo di farci dimenticare. Ma noi resistiamo e ricordiamo.

In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pietà, sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra è bella
d’uomini e d’alberi, di martirio, di figure
di pietra e di dolore, d’antiche meditazioni. 

Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d’amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi. 

Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento da navigante
dell’isola lontana. E il ramo d’ulivo è sempre ardente. 

Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d’amore e solitudine nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore finì la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella città lombarda.

Ma io scrivo ancora parole d’amore,
e anche questa è una lettera d’amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell’orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d’amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L’amore la morte in una fossa di nebbia appena fonda. 

Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchie di sangue.

56 commenti su “Ai fratelli #Cervi, alla loro Italia”

    • Papanda,tu dici chissà se li ricorda il boy scout di Rignano,giusto,ma a proposito di giustezza perchè non fai la stessa domanda al pregiudicato di Arcore che dopo aver sparato una delle sue cazzate megagalattiche quando un giornalista glielo fecce osservare se ne venne fuori con la scellerata frase E VA BENE,VUOL DIRE CHE SE I FRATELLI CERVI SI SONO OFFESI GLI PRESENTERO’ PERSONALMENTE LE SCUSE!

    • Nicola Lapo Solo a sentire ancora parlare del Play boy di Arcore, mi girano già i coglioni, ma anche il nipote di Rignano mi fa abbastanza schifo e ribrezzo al cazzo !!!

    • Paolo Cocconi ,esatto,ho dimenticato un punto molto importante che aveva denotato tutta la grandissima ignoranza del pregiudicato che amava definirsi un grande statista,ma nella realtà dei fatti ricordava solo quel cazzo che faceva comodo a lui.Grazie per avermelo ricordato.

  1. documento da presentare ogni giorno a tutti gli studenti quando entrano a scuola…la memoria,nn ha limiti di tempo…ma rinverdita..quella frase è una denuncia x tutti quelli che calpestano i diritti umani

  2. A tutti i martiri del fascismo.ai partigiani resistenti.ai difensori delka liberta’ vada il nostro omaggio e ricordo.viva la resistenza all’oppressore fascista repubblichina e nazista.viva le resistenze alle oppressioni dittatoriali. In ricordo dei fratelli Cervi.di Marzabotto.le Fosse Ardeatine e centinaia di altri tristi episodi la nostra gratitudine a qusti eroi della Liberta’ e della Repubblica.

  3. In un paese dove per un capello non si è intitolata una strada a Bettino Craxi, abitare in una via che prende il nome da dei veri martiri, seppur non apporti alcun merito alla mia persona, mi riempie di orgoglio.

  4. Per far si che sia servito a qualcosa il loro sacrificio bisogna continuare ad informare le nuove generazioni che di questi fatti ne sanno poco se non niente ! La nostra resistenza e proprio questa, lottare perché non si dimentichi, per non sentirsi dire le solite frasi che purtroppo si sentono sempre più spesso ” ma si i partigiani e la resistenza ormai non ha più senso parlarne”

  5. SONO D’ACCORDO PERCHE’ QUEGLI EROI AHHNO DATO LA LORO VITA PER LA LIBERTA DI TUTTI NOI QUESTO NON DOBBIAMO DIMENTICARLO E’ NOSTRO DOVERE FARLO CONOSCERE AI NOSTRI FIGLI E AI NOSTRI NIPOTI i Sola

  6. Due paroline tra le decine di TG che ci martellano gli zebedei non e’ possibile?? O il “revisionismo storico” ha gia’ ridimensionato questo martirio????????

  7. Molti ricordiamo ancora il sacrificio dei SETTE FRATELLI CERVI. Mia madre mi raccontava e mi racconta ancora per ricordare che anche nel Comune di Marsciano , dove sono ora residente, furono fucilati tre Fratelli, per le stesse ragioni con le quali vennero fucilati i Sette FRATELLI CERVI. Noi li ricordiamo ancora.

  8. Di sinistra adesso non c’e’ niente piu’ e’ svanita nel nulla grazie ai finti politici che ci governano anzi alla finanza americana dittatoriale che ci impone schemi di destra marcia… Della vera sinistra ci rimane il ricordo del martirio di gente di sani principi
    che ci ha creduto fino in fondo

  9. Diogeneto ti auguro di vincere un viaggio premio a Tripoli , ma falso come sei , sono sicuro, ” dichiarerai di essere un ” non cristiano” tanto x portare a casa la tua sporca pelle, che potrai larvarla e rilavarla all’ infinito ma sempre sporca rimane

  10. Don Tanzi, non prestare attenzione a queste vicende terrene non sono argomenti x te , uno che crede a qualcuno che svolazza nei cieli e che Maria si è fatto una bazza con lo spirito santo deve avere altri interessi . Con la mia benedizione vai in pace con tutti i tuoi fedeli bigotti

  11. La nostra Societa’ per tanti anni ha fatto di tutto per far dimenticare quanti hanno dato la propria vita,per un’ideale di Giustizia e Democrazia.Non saranno mai dimenticati!!!!!!!!!!!!!!

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