#Milano, mettetevi d’accordo (o #Sala stravince)

bel casino giuliano

Pisapia ha fatto un bel casino. Non ricandidandosi, anzitutto. Quello, però, se volete fa parte delle sue prerogative: non abbiamo condiviso la sua scelta, ma l’abbiamo rispettata. Si fosse limitato a quello (si fa per dire), tutto sarebbe rimasto nella norma del tafazzismo di sinistra. Poi ha cominciato a fare la Madonna pellegrina, nel senso che ci mancava solo che fermasse a caso qualcuno per strada chiedendogli di candidarsi sindaco al posto suo: e vai con i nomi improbabili che venivano proposti e di cui si è discusso per mesi a cene e salotti. E già lì ti chiedi: dato che la decisione di non ricandidarsi pare fosse stata presa da tempo, perché non coltivare nei mesi precedenti all’annuncio la crescita di un erede che potesse raccogliere il suo patrimonio politico? Misteri milanesi, o forse semplicemente narcisismo da primadonna.

Il capolavoro politico però si è ottenuto quando ha deciso di puntare su Francesca Balzani (ne abbiamo parlato qui), dato che le proposte in campo non erano di suo gradimento (l’assessore alle politiche sociali Pier Francesco Majorino in primis): che problema c’è, direte voi, alla fine ha scelto un erede, con un alto profilo politico e amministrativo, anche se poco conosciuto (ma questo conta poco, Pisapia docet). Sì, peccato che il modo sia stato totalmente sbagliato: dopo mesi di tentennamenti, il sindaco decide l’investitura della Balzani (che pure ad oggi non ha sciolto la riserva) non con un’iniziativa pubblica davanti ai cittadini, bensì in un appuntamento paparazzato dai giornalisti a Palazzo Chigi, ufficialmente per discutere la data delle primarie. Et voilà, la frittata è fatta: i retroscenisti sui giornali pubblicano vagonate di inchiostro sulla scelta elitaria e in solitudine della Balzani e il tutto non poteva far altro che demoralizzare animi già ben demoralizzati a Sinistra. Intanto a Sinistra, anche tra i sostenitori del Sindaco, iniziano le polemiche sul metodo.

Sala, nel frattempo, aspetta la fine del suo incarico ad Expo per ufficializzare la candidatura e gongola: alle primarie, che già con Pisapia non furono un bagno di folla rispetto a quelle del 2006, gli elettorati della Balzani e di Majorino si sovrappongono, dato che Emanuele Fiano, renziano di ferro, seguirà l’ordine di scuderia di ritirarsi. Pisapia per risolvere il problema avrebbe chiesto a Majorino di seguire Fiano, parrebbe offrendogli di fare il vice della Balzani nella sua eventuale giunta (il condizionale è d’obbligo). Una proposta ragionevole, se non fosse che per il momento Majorino dovrebbe eclissarsi e via. Majorino può anche stare antipatico, ma una proposta politica del genere sarebbe stata irricevibile per chiunque.

Quindi, morale della favola, la corsa alle primarie si riduce principalmente a tre: Sala, Balzani e Majorino, con questi ultimi due che si cannibalizzeranno a vicenda l’elettorato di riferimento alle primarie. La vittoria di Sala? Scontata, con l’effetto aggiuntivo di quella che gli economisti chiamano la “Self-fulfilling prophecy” (la profezia che si auto-avvera): data l’alta probabilità della vittoria di Sala, molti cittadini comuni che non lo amano affatto non andranno proprio a votare alle primarie, perché in fondo con 2 euro si fanno cose molto più utili, tipo prendere un caffè e offrirlo a un amico.

A questo punto, “Che fare?” o, se volete, come ne usciamo? Dato che stando ai sondaggi la Balzani ha più probabilità di battere Sala alle primarie, forse lei e Majorino dovrebbero mettersi d’accordo, redigere un programma comune e presentarsi in ticket con una conferenza stampa, benedetta e officiata dal sindaco uscente, a garanzia della continuità del progetto “arancione”. La Balzani, sollecitata in tal senso, si è detta disponibile, rispondendo a un appello degli ex-civatiani rimasti nel PD che sostenevano Majorino.

Si spera che prevalga il buon senso da tutte le parti, a meno che non si voglia davvero consegnare Milano a Beppe Sala (già in corrispondenza d’amorosi sensi con Formigoni, Lupi e compagni di merende). Certo, come è noto il buon senso non alberga a Sinistra. Ma la speranza, del resto, è sempre l’ultima a morire.

8 commenti su “#Milano, mettetevi d’accordo (o #Sala stravince)”

    • Sala era l’amministratore delegato di Expo scelto dalla giunta Moratti nel 2010, confermato commissario unico di Expo dal Governo Letta nel 2013. Prima era il Direttore Generale del Comune di Milano, sempre con la Moratti.

      Non ci andava bene quando c’era la Moratti, non ci è mai andato bene nemmeno quando l’ha subito Pisapia. ;)

    • “l’ha subito”??? Ma per piacere..
      Se vi è stata una certa “continuità” con la Giunta Moratti sulla questione Expo, questa è stata una precisa scelta politica della Giunta Pisapia.
      Il Comune detiene il 20% di Expo s.p.a. e se per 5 anni la Sinistra Milanese si è fatta rappresentare da Sala nel c.d.a. di Expo, oggi non può certo fare finta di non conoscerlo.

      Sala non è un “infiltrato”.
      Sala è un collaboratore di primo piano della Giunta Arancione.

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