#Balzani, c’è speranza per #Milano?

A Milano in questi giorni c’è parecchia nebbia. Eppure qualcosa, a livello politico, comincia a vedersi. Se infatti la rinuncia di Pisapia al secondo mandato ha di fatto mandato tutti nel panico (scelta legittima, ma incomprensibile a livello politico, visto l’alto gradimento del sindaco uscente in città), dopo alcuni mesi di incertezza il “Modello Milano” sembra aver trovato la persona giusta per raccoglierne l’eredità.

Stiamo parlando di  Francesca Balzani, da qualche mese vicesindaco della città e da due anni assessore al Bilancio della Giunta guidata da Giuliano Pisapia. Profilo politico di alto livello, con una carriera da tecnico che nulla ha da invidiare al suo eventuale competitor, Giuseppe Sala, ad di Expo. A differenza di quest’ultimo però non ha la stessa notorietà: la Balzani in questi anni di lavoro a risanare il bilancio disastrato dalla Giunta Moratti (e certamente non migliorato a livello strutturale con Tabacci) ha preferito lavorare anziché zampettare da un salotto televisivo all’altro. Ci viene da dire: ha tutto il tempo per recuperare, eventualmente.

Tra le varie ipotesi di candidatura, quella del vicesindaco appare quella più credibile, a Sinistra: basti pensare all’ultima, straordinaria, iniziativa sul bilancio partecipativo, con il voto da parte dei cittadini su proposte di miglioramento urbanistico delle 9 zone (procedura verificata con codice fiscale, per evitare brogli).

Senza contare che, a differenza di Beppe Sala, il tanto lodato ad di Expo, la Balzani può sventolare numeri in positivo sul bilancio: a un mese dalla chiusura, invece, di Expo non abbiamo ancora i bilanci e, da quel che si dice, sono tutt’altro che buoni. Senza contare l’audit che ha bocciato totalmente la gestione Sala dell’evento. Con buona pace degli sperticati elogi a reti ed edicole unificate (fenomenale il titolo del Corriere, degno della miglior Pravda: “Il popolo del decumano vuole Sala Sindaco“. Peccato che non esista nemmeno un sondaggio che abbia chiesto ai visitatori di Expo cosa ne pensassero).

A livello politico, poi, la Balzani sarebbe Pisapia, ma senza la muffa dei craxiani mai pentiti e i vari ex-miglioristi e riciclati vari imbarcati dal Sindaco arancione (Lor Signori, sempre alla disperata ricerca di poltrone, si sono già posizionati sull’Ad di Expo). Senza contare che non gode della simpatia di Roberto Formigoni e di Maurizio Lupi, con cui Sala vorrebbe invece andare amorevolmente a braccetto alle elezioni.

Detto questo, la Balzani, come Sala del resto, non ha ancora sciolto la riserva: eppure è lei la candidata su cui Pisapia si è speso in questi ultimi mesi. Il deficit di notorietà? Può essere colmato grazie al Sindaco in carica, il quale pure lui partiva decisamente svantaggiato rispetto alla Moratti (e allo stesso Boeri alle primarie). Può essere lei la speranza per evitare che Milano torni nel grigiore e nell’affarismo in cui era piombata per vent’anni? E’ presto per dirlo.

Ma una cosa è sicura: meglio lei di Beppe Sala.

26 commenti su “#Balzani, c’è speranza per #Milano?”

    • Il problema principale di Sala, oltre al fatto di essere stato il City Manager della Moratti e non aver mai preso le distanze da quella amministrazione, sta anche nel fatto che vorrebbe andare alle elezioni con alleati Roberto Formigoni e Maurizio Lupi (leggi CL, prima ancora di Nuovo Centrodestra). Poi hai ragione: a sinistra c’è sempre quello più duro e puro e va da solo, ma attualmente hanno il seguito della cognata, dello zio e del figlio del portiere, possiamo farne a meno.

    • Sì ma vincere per forza con i voti della sinistra per poi fare cose centriste, filoimprenditoriali e antitrasparenti è inutile. Noto che in parecchi associano alla sinistra pd la sinistra settaria e al PD la sinistra di governo, quello che voglio evidenziare è che se per governare fai cose di destra, trasformiste ed agghiaccianti non continui a rimanere fi sinistra ma ti sposti verso ncd..

    • Quindi per lei Matteo, la sinistra coerente qual’ è? La minoranza del PD? La cosa rossa indefinita di Ferrero, Vendola, Fassina e co…. Quelli di Rizzo che Ferrero, Vendola e Fassina non va bene perché filocapitalista?

  1. ma se per venti anni abbiamo appoggiato PDS-DS-PD e ci hanno ridotto cosi, ancora con questo centro sinistra? Ormai in Italia esistono un centro e due centrodestra appoggiare il centro se no vince uno dei centrodestra non mi sembra che ci si ricompatti (almeno la sinistra alternativa).

  2. È donna di economia e di bilancio, ha sulla carta le carte in regola per gestire virtuosamente il Comune, ma, ma, ma, è certamente priva di quella visione della città dall’alto, che peraltro non ha avuto Pisapia e la sua scalcagnata Giunta, anche se, la signora Balzani ha saputo giocare la carta del bilancio partecipato con arguzia e strategia comunicativa.
    Mica vero che scelgono cosa fare nella loro città i cittadini. È stato come dire, chiedere al malato cosa preferisce: fare una terapia con la purga e l’olio di ricino, altrimenti la chemio e la radio terapia, oppure sperimentare un vaccino contro l’Aids ? Insomma, nei bilanci triennali, obbligatori per legge, c’è già scritto cosa si dovrà fare e quindi cosa si dovrà spendere coi soldi da estorcere con le tasse, mentre per la manutenzione ordinaria, è stata data parola ai cittadini con questo giochetto alla Mike Buongiorno versione Fininvest, del “io partecipo io voto io scelgo”.
    Molti hanno creduto che se si rifarà prima il colore delle panchine nel parco anziché l’asfalto nelle strade o se si dipingeranno le strisce pedonali anziché quelle per i parcheggi a pagamento, hanno dato la direzione e il verso al Comune su come dovrà spende i soldi.
    Si. Ciaaaaaao.
    Le grandi manovre strategiche quelle le decidono nelle stanze in piazza della Scala. Vedi il costosissimo progetto per riaprire i canali chiusi nel Trentennio.
    Tutto questo accade grazie a molti concittadini intellettualoidi e un filo snob rasente l’anarchia destrorsa, di Sinistra, mbriacati di protagonismo e di bravura da secchione primo della classe andando oltre il ridicolo di fronte a certe politiche territoriali e sociali del Pisapia&C. ( che non è un caso di modestia il fatto che non si ricandidi come fece invece Albertini ).
    A Milano Pisapia ha vinto con la Destra e grazie alla Destra, da cui proviene per censo e cultura anche se fa l’alternativo e il controcorrente. Come Renzi.
    E vincerà Sala. Un salame fatto e finito e raccomandato, che deve baciare la polvere della Moratti prima e di Acerbo dopo.

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