Marini nel 2000: “Così io e D’Alema facemmo cadere Prodi nel ’98”

di Pierpaolo Farina

Come andò a finire nel 1998 lo sappiamo tutti: ufficialmente a far cadere Romano Prodi e il governo dell’Ulivo fu Fausto Bertinotti, che tolse l’appoggio esterno al governo e il Professore cadde per un voto alla Camera dei Deputati. Ma la realtà è un po’ diversa: nel ’98 D’Alema si garantì Palazzo Chigi stringendo un patto con l’allora leader del PPI Franco Marini, oggi candidato ufficiale del PD al Quirinale, che prevedeva proprio, in una classica spartizione di poltrone, il colle più alto per gli ex-dc.

Poi, una volta arrivato a Palazzo Chigi, D’Alema non mantenne i patti. O meglio, avrebbe anche voluto, ma Veltroni, nel frattempo diventato segretario dei DS, si mise di mezzo e impose quello che è passato alla storia come il metodo Ciampi, cioè l’elezione del Capo dello Stato con un’ampia convergenza tra le principali forze parlamentari. E infatti, nel 1999, l’ex-premier e presidente della Banca d’Italia venne eletto al primo scrutinio.

A raccontarlo, in un articolo d’archivio del Corriere della Sera del 29 maggio 2001, Francesco Verderami, attingendo proprio dalle parole di Franco Marini. Che si disse non pentito, “perché in politica non esistono peccati, semmai progetti che non coincidono con progetti altrui e portano allo scontro“.

Sarà per questo che Marini è stato scelto per il Quirinale. Nel 1998 affossò l’Ulivo con D’Alema, ora affosserà il PD facendosi eleggere presidente della Repubblica. Chapeau.

P.S. Firma anche tu l’appello a Bersani per votare Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica.

6 commenti su “Marini nel 2000: “Così io e D’Alema facemmo cadere Prodi nel ’98””

  1. Ci rendiamo conto di quanto è FESSO il PD… ma insomma: MARINIIII!!!??!!! Personalmente credo che sarà un autentico autogol politico… se sarà così! Obbiettivamente la scelta di Rodotà sarebbe più auspicabile… oltre che giusta!

  2. Dopo questo, legalizzare l’eutanasia. Abbiamo un precedente ora. Oggi muore la sinistra. Ufficialmente s’ intende, perchè è ovvio che alla fine dei conti chiunque si considerasse di sinistra, nel buio della cabina elettorale, più che incrociare una x incrociava le dita. Che sia stramaledetto berlusconi. Ci ha annientato…

  3. LETTERA A BERSANI:
    buongiorno Bersani, ieri per l’ennesima volta non avete ascoltato l’urlo collettivo di voler cambiare le cose. mi dispiace dirvelo ma avete perso il mio voto e quello della mia famiglia. Anche l’immagine del presidente della repubblica deve identificare, la volontà collettiva di cambiamento, è scandaloso che non l’abbiate ancora capito.
    Considerando che il settennato del presidente rappresenta proprio la visione del futuro, un futuro che per cambiare in meglio deve avere anche un presidente che dia speranza di reale cambiamento per gli Italiani che hanno perso la speranza e la capacità di vedere una prospettiva futura per se per i propri figli e soprattutto per il benessere collettivo.
    Con grande ed ennesima delusione
    Giuseppe Fresu

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