Favia, ma non ti vergogni?

Dunque, Giovanni Favia, ex-leader 5 stelle in Emilia-Romagna, sarà candidato capolista nella sua regione per “Rivoluzione Civile”, la lista di Antonio Ingroia.

Tutto bene? Neanche un po’. La lista che nasceva come alternativa alla coalizione PD-SEL-PSI dimostra per l’ennesima volta di postulare sulla “democrazia diretta” senza mai applicarla, esattamente come nel caso del Movimento 5 Stelle.

Perché sostengo questo? Perché chi aveva aderito a “Cambiare Si Può” riconosceva le assemblee sul territorio come l’organo supremo decisionale della futura lista: da quando De Magistris ha imposto Ingroia, della volontà delle assemblee non tiene conto più nessuno.

L’assemblea pubblica di Cambiare Si Può, infatti, aveva votato come capolista in Emilia-Romagna Ivan Cicconi, massimo esperto nazionale di appalti e TAV, sui cui testi, per altro, si sono formati lo stesso Favia e i grillini per argomentare il proprio NO alla linea Torino-Lione. Cicconi ha riassunto in un libro (Il Libro Nero della TAV) gli affari e i conflitti di interessi che ci sono dietro al progetto, oltre alle criticità di gestione e progettazione della linea TAV in generale, avendo in tasca per altro una laurea in ingegneria e 40 anni di lavoro sul campo e al ministero dei trasporti.

Per questo motivo Cicconi era stato scelto capolista in Emilia-Romagna. Qual è il problema di Cicconi? Non è un affabulatore e un grande oratore, non ha alcun tratto del politico di razza, che si muove con disinvoltura da una posizione all’altra, come invece sa fare Favia, che per questo piace e si fa piacere.

Dunque cosa ha deciso Ingroia? Nella vana speranza di recuperare il voto grillino (non ha capito che da quelle parti oramai Favia è l’equivalente di Giuda per gli apostoli, per riprendere la metafora di Grillo-Gesù di Casaleggio), ha deciso di sconfessare il voto dell’assemblea e di imporre il dissidente grillino come capolista.

Ora, che Ingroia avesse un approccio verticistico tutt’altro che rispettoso della fantomatica “democrazia dal basso” si è visto già a fine anno, quando aveva sconfessato il voto dell’assemblea nazionale di Cambiare Si Può che aveva votato un altro nome (Rivoluzione Democratica) e un altro simbolo, ma adesso la domanda che pongo a Favia è: ma non ti vergogni?

Una persona seria e veramente interessata a fare il bene dei cittadini non ci avrebbe pensato un minuto a rispondere ad Ingroia: “Guardi, la ringrazio, ma di fronte ad una persona come Cicconi mi accontento del secondo posto.” E invece no. Questo fa pensare che probabilmente, aldilà delle ingiurie e delle minacce di morte tipiche dei fanatici a 5 stelle, che purtroppo per la rete paiono essere la maggioranza, un fondo di verità ci fosse. Ed è proprio un peccato.

11 commenti su “Favia, ma non ti vergogni?”

  1. credo, sinceramente, che ci sia una sorta di accanimento contro i candidati notav, forse si ha paura di avere dei senatori e deputati davanti ai cantieri … pd, sel, ingroia ci si mettono duro a quanto pare per cambiare il sentimento popolare a favore di una decisione interessata…

  2. La democrazia diretta imparatela dal PD,dove con il listino bloccato sono stati ”nominati” 100 parlamentari,tutti ”radicati sul territorio” come la Bindi a Reggio Calabria. Cosi’ si combatte il ”porcellum” come i ladri di pisa che di giorno si combattono e la notte rubano insieme….

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