Ue, in quattro anni 4500 miliardi alle banche

Fortuna che il 2012, per Sergio Romano, è stato un anno non troppo brutto per l’Europa. Il problema di questi “autorevoli” (si fa per dire) commentatori in prima pagina del Corriere della Sera, espressione della cosiddetta borghesia illuminata (la lampadina si è fulminata da una cinquantina d’anni), è che hanno il vizio di ragionare sempre rapportandosi alle istituzioni (Stati, confederazioni, unioni), mai ai popoli che li abitano.

Rispetto ad un anno fa, oltre alla crisi greca si è aggiunta quella spagnola, con una costante: l’incertezza sui mercati del nostro Paese, che nonostante i sacrifici per molti e i privilegi intatti per pochi, rimane sempre un paese a rischio.

A rallegrare il quadro sono i dati forniti dalla Commissione Europea, che fa sapere che dal 2008 al 2011 sono stati erogati alle banche europee ben 4500 miliardi di euro, a cui vanno poi aggiunti gli interventi approvati nel corso del 2012, come i 45 miliardi in cinque anni per salvare Bankia, Novagalicia, Catalunya Caixa e Banco de Valencia, e i 3,9 miliardi, più circa 550 milioni di interessi in potenziale nuovo debito con lo Stato, per ricapitalizzare il Monte dei Paschi di Siena in Italia.

La giustificazione del salvataggio delle banche è data dal fatto che così si evitano ricadute sull’economia reale: difatti tra il 2011 e il 2012 sono stati prestati circa 1000 miliardi dalla Bce a tasso zero agli istituti europei, per alimentare la domanda. Il problema è che quei 1000 miliardi le banche se li sono intascati e si sono guardati bene dal prestarli ad imprenditori e cittadini in difficoltà (spingendo molti di loro nelle mani delle organizzazioni mafiose, che i soldi invece li prestano, ma poi si prendono l’azienda, la casa e, se non paghi, anche la vita).

Morale: dopo un anno di aiuti alle banche la zona euro è tornata in recessione registrando un calo del Pil generale nel terzo trimestre dello 0,1 per cento. E con il calo dello 0,2% nel trimestre precedente, ufficialmente siamo in “recessione tecnica” con un arretramento del Pil su base annua dello 0,6%.

I disoccupati hanno raggiunto la percentuale record dell’11,7% (zona euro) e del 10,7% (Ue a 27) con punte del 26,2% in Spagna e del 25,4% in Grecia. Per quanto riguarda l’Italia, la disoccupazione è arrivata all’11,1%, decima in Europa, prima tra i Paesi europei del G8. Giusto per fare un raffronto prima dell’arrivo dei tecnici, ad ottobre 2011 all’8,8%. Eurostat stima che a ottobre 2012 in Europa c’erano quasi 26 milioni di disoccupati nell’Ue a 27 dei quali 18,7 nella zona euro, con un aumento di 204.000 persone rispetto al mese precedente.

No, ma per fortuna che il 2012 è stato un anno nient’affatto male per l’Europa…

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