Effetto primarie, PD al 34,6%

Secondo il sondaggio EMG per il TgLa7 di questa sera, il Pd vive un boom post-primarie. Arrivando nelle intenzioni di voto al 34,6%, rispetto al 30,3% di lunedì 26 novembre.

Perdono tutti gli altri partiti, a cominciare da Casini, che scende sotto la soglia minima per entrare in Parlamento con l’attuale legge elettorale (3,8%). Sparisce l’Italia dei Valori, crollata all’1,5% dei consensi, mentre SEL perde uno 0,1% rispetto alla settimana precedente, attestandosi al 6%.

Risibile anche il consenso di Luca Cordero di Montezemolo, con un misero 2,1% da spendere sulla “nuova Dc” di cui è andato cianciando qualcuno nelle ultime settimane. Il PDL perde invece l’1,4%, arrivando al 15,2. Il Movimento Cinque Stelle si conferma secondo partito con il 16,2%.

La domanda è: quanto ancora riuscirà a mantenere (e magari a migliorare) questa dote di consensi il partito di Pier Luigi Bersani? Di certo facendo le primarie per i parlamentari, come aveva promesso (infatti rimarrà il Porcellum), e non concedendo più deroghe a chi ne abbia già ricevute un paio.

Se ha vinto contro Renzi è perché l’elettorato vuole Qualcosa di Sinistra. Ci riuscirà?

1 commento su “Effetto primarie, PD al 34,6%”

  1. Sì. Però bisogna intenderci sul “qualcosa di sinistra”.Renzi non avrebbe avuto il successo che ha avuto (ha preso molti voti nelle regioni rosse) se quegli elettori non avessero percepito che la novità era lì. Era quella la novità che manca da decenni nella sinistra. Perché allora ha vinto Bersani che di novità non ne ha neanche una e che anzi come gli altri, (e non perché peggiore) andrebbe rottamato?Proprio perché la sinistra (quella ortodossa) ha perso un’occasione ed ha commessoun errore madornale: quello di averlo accomunato alla destra berlusconiana.Renzi avrebbe rottamato le cariatidi del PD e avrebbe cominciato a metter mano sulle cose da fare per salvare un pò di gente dalla fame mettendo in busta 100 euro mensili facendoli pagare agli introiti delle slotmachines, aumentando le tasse a questi introiti. Solo questo sarebbe stato un primo provvedimento vero di sinistra. Avrebbe rottamato e rinnovato gli apparati del partito che di sinistra hanno solo il centralismo democratico staliniano dove chi comanda sono i segretari a loro volta protetti dalle cariatidi di riferimento. Avrebbe insomma portato aria nuova non “profumo di sinistra” che altro non è se non lo stesso profumo stantio della burocrazia degli apparati dove è già tutto deciso dalla “nomenclatura” prima ancora di discutere.
    Bersani , se vuol far “girare la ruota” e conservare il consenso, deve fare esattamente come avrebbe fatto Renzi. In caso contrario il Pd perderà consenso, voti ed iscritti.
    Almeno a cominciare da me.

I commenti sono chiusi.