Adieu Merkozy!

La vittoria di François Hollande al primo turno delle elezioni presidenziali crea fermento, entusiasmo e voglia di cambiamento negli elettori francesi, ormai tediati dalle misure pro rigore del presidente Nicolas Sarkozy e forse, anche dalla sua spavalderia.

Se il candidato socialista (che si afferma con il 28,6% dei voti contro il 27,3% del Presidente ancora in carica) dovesse vincere il 6 maggio prossimo, si creerebbero le condizioni per capovolgere la politica economica dettata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. E’ inevitabile che un’eventuale vittoria di Hollande porti ad una radicale modifica dei rapporti fra Francia e Germania con una conseguente revisione dei patti di stabilità .

Jean-Luc Mélenchon e Eva Joly rispettivamente candidati per il Front de gauches e per i Verts hanno dichiarato il loro pieno sostegno ad Hollande per il prossimo turno. L’elettorato di sinistra si presenta, dunque, molto più unito rispetto a quello di destra diviso fra Sarkozy e Le Pen.

Il programma di Hollande è innovativo e pone le basi per un’azione politica mirata alla riduzione dei privilegi e delle disuguaglianze, nonché alla redistribuzione della ricchezza. Era da tempo che l’espressione giustizia sociale non trovava più collocazione nei programmi dei governi europei guidati da capi di stato o di governo neoliberisti e conservatori.

Il leader socialista propone una riduzione degli stipendi del Presidente francese e dei ministri, l’ aumento dei tributi per coloro che detengono redditi al di sopra dei 150 mila euro, l’incremento del 15% delle imposte sugli utili delle banche (considerate da Hollande “i veri avversari”), la creazione di due milioni di case popolari, la nascita di una banca pubblica di investimenti, nuove assunzioni nel mondo della scuola, il ritorno all’età pensionabile dai 62 ai 60 anni, e infine il diritto all’eutanasia e il diritto di voto agli extracomunitari alle elezioni comunali. Hollande ritiene necessario avere l’appoggio di coloro che appartengono alle classi sociali meno abbienti per dare slancio ad una Francia moderna, aperta, solidale e dinamica.

Marine Le Pen, leader del Front National, può di certo riternersi soddisfatta di questa tornata elettorale. La figlia di Jean-Marie Le Pen (che al secondo turno delle elezioni del 2002 ottenne più voti di Lionel Jospin, garantendo successivamente la vittoria di Jacques Chirac all’Eliseo) ha ottenuto il 17,9% intercettando i voti di chi non si recava più alle urne e più in generale degli scontenti. La candidata di estrema destra ha condotto una campagna elettorale incentrata ad accusare questa Europa (ed affermando più volte la volontà di voler uscire dall’euro) e i mercati finanziari. Emerge una destra più “popolare” per niente europeista e ovviamente, xenofoba che potrà in un futuro spiazzare la destra di stampo liberale di Sarkozy. Difficilmente i sostenitori di Le Pen opteranno per Sarkozy. Molti di essi si asterranno così come gli elettori del “Casini francese” François Bayrou.

In Italia il probabile successo di Hollande dovrebbe smuovere gli animi dei titubanti e timorosi esponenti del Pd (almeno di quelli più progressisti) e indurli a stringere l’alleanza con Sel e l’Idv per le politiche del 2013. Sarebbe una coalizione in grado di allontanare lo spettro dell’antipolitica e di presentare un programma ambizioso. E’ un’occasione da prendere al volo poiché come dice lo slogan di Hollande “le changement c’est maintenant”.

7 commenti su “Adieu Merkozy!”

  1. Ci dev’essere stato un errore. Non so perché c’è scritto “Adieux” invece di “Adieu” così come l’avevo impostato. Mi scuso con i lettori. DG

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