Per fortuna la Storia non la fanno le sentenze dei magistrati

Piazza della Loggia. Tutti assolti. Come per Piazza Fontana. Le bombe di Stato, si sa, esplodono da sole. I responsabili? Non pagheranno mai. La strategia della tensione? Non esiste. Portella delle Ginestre, la prima strage del secondo dopoguerra? Pensavano fosse grandine, invece erano proiettili.

La rabbia e il rammarico non sono per una sentenza già scritta, quanto per il fatto che la stragrande maggioranza dei giovani non sa cosa sia la strategia della tensione, non sa la verità storica accertata sulla sua matrice neofascista, non sa delle connivenze Cosa Nostra-Dc-Vaticano, Dc-Usa-Vaticano, Usa-neofascismo. Alleanze di interessi tutte costruite attorno ad un’unica cosa: l’anticomunismo. Al liceo al massimo si arriva a studiare cos’è la NATO, figuriamoci.

in Italia si temeva il pericolo rosso, ma tra il fascismo del Ventennio e l’anti-comunismo del quarantennio democristiano, i numeri delle vittime parlano chiaro: fu una strage continua. Furono tutte stragi di Stato.

Perché, Ambrosoli non fu ammazzato perché stava facendo gli interessi dello Stato e non quelli di Sindona, “il salvatore della Lira”, come disse il suo caro amico Andreotti, che con lui intratteneva amorevoli rapporti, benché Sindona fosse un latitante nascosto da Cosa Nostra? E i sindacalisti uccisi in Sicilia per un decennio? E tutti quelli che sono morti perché volevano un’Italia migliore?

Dovrebbe bastare il loro sangue per portarci ad essere migliori, a non accettare compromessi, a marcare la differenza con gentaglia che vuole il potere per il potere, la poltrona per lo stipendio e fa politica per avere entrambi.

Molti, però, non lo fanno. E con questo disonorano la memoria di tutto quel sangue versato. Noi però non dimentichiamo e non perdoniamo. Perché, per fortuna, la Storia non la fanno le sentenze dei magistrati.