Caro Storace, Bentivegna non era un Assassino

Siamo un paese ben strano. Muore un partigiano, simbolo della Resistenza da cui è nata la Repubblica, e la cosa migliore che riescono a fare gli esponenti del centrodestra è insultarlo.

Rosario Bentivegna, scomparso l’altro ieri a novant’anni, era il partigiano simbolo dell’attentato di via Rasella che provocò la dura reazione nazista sfociata nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine.

Qual è il problema, quindi? Nulla, solo che tra Storace e i suoi ex-camerati pidiellini, è un fiorire di accuse di omicidio nei confronti delle vittime delle Fosse Ardeatine. “Si sarebbe dovuto consegnare come Salvo D’Acquisto“, dicono in coro. Follia pura, nonché ignoranza storica: D’Acquisto, che si sacrificò per salvare la vita ad altri innocenti, non era l’autore dell’attentato di cui si dichiarò colpevole; non era un partigiano, benché sia espressione dell’Italia migliore che nulla aveva a che fare con le fogne fasciste.

Un eroe della Resistenza come Bentivegna sarebbe stato ricordato in qualsiasi altro paese, dalla Francia alla Germania, con cordoglio unanime: noi continuiamo ad avere sacche di fascismo nostalgico anacronistico e, soprattutto, revisionista. Le vittime delle Fosse Ardeatine sono sulla coscienza dei tedeschi che li ammazzarono, non su Bentivegna che li combatteva. Sono loro gli assassini, non lui.

In questo Paese che va al contrario, però, l’assassino è lui. Fossero stati tutti come Bentivegna, l’Italia repubblicana sarebbe venuta fuori meglio. Il problema è che a governarla ci sono stati quelli come Storace (a proposito, complimenti per il buco nella sanità del Lazio che ci portiamo ancora dietro).

In un Paese normale gli impresentabili e oramai trombati come Storace finiscono nel dimenticatoio: noi invece li ritroviamo puntualmente ad esternare e a pontificare, come se nulla fosse. Perché possono farlo? Non c’è adeguata sanzione sociale: se quelli come Storace dicono certe cose non beccandosi i fischi quando vanno in giro per Roma, si sentono ancora più legittimati a sparar cavolate.

Caro Storace, Bentivegna non era un assassino. Tu, invece, ti dovresti solo vergognare.