Qualcosa di Sinistra, nel nome di Enrico

E rieccoci. Ci siamo lasciati il 24 dicembre, quando sembrava che questo blog fosse definitivamente avviato alla chiusura, per tutta una serie di motivazioni. In questi quasi 2 mesi di pausa di riflessione abbiamo ripensato la struttura del blog, l’abbiamo resa più aperta e inclusiva (e anche più gradevole graficamente parlando, ma qui parla il papà, quindi sono di parte).

Torneremo a fare quello che abbiamo sempre fatto: raccontare, informare, ma soprattutto “formare”. E quest’ultimo compito, in particolare, riusciremo a svolgerlo al meglio con esperti come il Prof. Nando Dalla Chiesa e l’avvocato Mirko Mazzali, giusto per citare due delle nostre nuove firme.

Avevamo fatto delle selezioni, ricordate? Ebbene, ora siamo una redazione di una trentina di blogger, geograficamente sparsi per tutta l’Italia. Abbiamo così ampliato il campo degli argomenti che possiamo coprire con una certa competenza, rispondendo all’informazione ufficiale colpo su colpo.

L’importanza di questa nuova fase sarà accentuare ancora più di prima il nostro carattere a difesa dei più deboli, degli svantaggiati, degli oppressi, in tutto il mondo. Avremo direttamente un nostro “inviato” nella striscia di Gaza, abbiamo rafforzato la cooperazione con i compagni cileni e messicani (non potete immaginare cosa sia Enrico Berlinguer nell’immaginario collettivo di quei Paesi) e puntiamo ad avere giovani blogger italiani “emigrati” in tutto il mondo, a poco a poco.

Tre anni fa nasceva enricoberlinguer.it e non avrei mai pensato che sarebbe diventato quello che è diventato, una community di oltre 200mila persone sul sito e 246mila su facebook. Dei numeri straordinari, che ci caricano di responsabilità. E che ci invitano a fare sempre meglio (e con sempre più attenzione).

Perché l’obiettivo di fondo di tutto quello che facciamo è questo: portare avanti le idee di Berlinguer sulla Questione Morale, sulla pace tra i popoli, sul governo mondiale, sulla questione giovanile e femminile… tutte pagine talmente attuali che ha avuto ragione Giulio Cavalli a dire che è come se a Sinistra avessimo congelato tutto per 30 anni.

In realtà, lo scrivevo già ad ottobre, quando ricordiamo Berlinguer lo facciamo semplicemente per prenderlo ad esempio, perché è uno dei pochi personaggi della giovane democrazia italiana in “violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico.” Lo racconta Ugo Baduel in un suo bellissimo articolo su l’Unità del 10 giugno 1984 (di prossima pubblicazione sul sito), giornalista scomparso nel 1989 che per 11 anni è stato al fianco di Berlinguer. In quell’articolo usa ancora il presente, tanto era forte lo sgomento per la scomparsa prematura di Enrico. Ecco cosa scrive:

Berlinguer agli aeroporti rifiuta sempre le salette riservate che i solerti funzionari del luogo gli mettono a disposizione e fa con pazienza file interminabili per uscire dal terminal.

Una volta a Catania c’era Gava nella saletta delle autorità che lo vide in fila e mandò uno dei suoi a dirgli che forse non s’era accorto che c’era quella saletta di dove si poteva salire per primi sull’aereo:

“Dica a Gava -rispose Berlinguer- che lo saluterei volentieri, ma dovrebbe venire lui qui perchè io, se mi muovo, perdo il posto nella fila”.

Ecco, questo era l’uomo e il politico Enrico Berlinguer. Un comunista italiano. Una persona perbene. Che oggi si sta rivoltando nella tomba a vedere scandali a ripetizione che colpiscono quel che resta della SInistra in Italia (ben poco, a ben vedere). Qualcuno dà la colpa ad Occhetto, per la Svolta della Bolognina: posto che di fronte alla disfatta del comunismo internazionale forse al suo posto avremmo fatto lo stesso (del senno di poi, del resto, sono piene le fosse), forse è stato un bene che quel Pci sia rimasto puro e immacolato dalla degenerazione successiva di cui sono colpevoli i presunti eredi di Enrico.

Certo che oggi, di fronte alla crisi attuale, la Sinistra si è trovata impreparata e rischia di soccombere definitivamente (la reazione al vento di cambiamento che si è andata diffondendo in tutto il mondo negli ultimi 12 mesi si è intensificata e mira a smantellare quel poco che è rimasto di libertà e democrazia).

Chi la crisi l’ha provocata, semplicemente sta continuando a fare profitti come e più di prima, alla faccia della povera gente che in Grecia (e in tutto il mondo) sta morendo di fame (e il tutto per salvare una forma di UE strumento di dominio franco-tedesco che nemmeno nei peggiori incubi degli europeisti della prima ora). Di fronte a ciò, per citare Josè Saramago, “La Sinistra non ha nemmeno una minima schifosa idea del mondo.

In un comizio a Lisbona Enrico Berlinguer sosteneva:

“Decisiva è oggi, per il genere umano, la costruzione di un nuovo ordine economico internazionale, che sia rivolto a superare le condizioni di sottosviluppo, di arretratezza, di povertà e di fame in cui sono costretti a vivere ancora oggi centinaia di milioni di esseri umani.

Questo significa batter­si per una cooperazione economica internazionale fondata su rapporti di effettiva uguaglianza e di mutuo interesse, nel ri­spetto dell’indipendenza e della sovranità di ogni popolo e quindi opponendosi decisamente all’imperialismo, al colonialismo, al neocolonialismo, al razzismo e a ogni forma di ingerenza di uno Stato nella vita interna di un altro Stato.

E correva l’anno 1979. Siamo nel 2012. Forse non è venuto il momento di costruire una società, anche internazionale, che non sia un immondezzaio?

15 commenti su “Qualcosa di Sinistra, nel nome di Enrico”

  1. fosse vivo, lo avrebbero silurato dicendo che si tratta di un povero arteriosclerotico, un mammuth, un fossile, questa è l’epoca dei capitani coraggiosi di mille sconfitte, che non sarebbe nemmeno disonorevole ricevere se si combattese per degli ideali e non per fare gli utili idioti della destra

  2. andava allo stadio con giuseppe fiori….e pagava il biglietto..sostenne trieste italiana davanti a tito e alla delegazione del pcus….mi manca enrico e il pci che aveva costruito…

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