De Magistris attacca il PD: “Bersani non poteva non sapere”

Bersani non poteva non sapere“. Arriva così, durissimo, il commento di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli sull’affaire Penati che sta agitando il PD e ha gettato ombre cupe anche sull’amministrazione di centrosinistra guidata da Giuliano Pisapia.
In un’intervista a Repubblica, l’ex-pm dell’Italia dei Valori spiega:
Mi irrita la sorpresa che mostrano i leader di partito di fronte ai casi Bisignani, Penati e quant’altro. Penati era il capo della segreteria di Bersani. Bisignani l’uomo di fiducia di Gianni Letta a Palazzo Chigi. I leader sanno sempre benissimo quel che accade nel loro cerchio stretto. Sono stato ai vertici di un partito, ho trattato con i miei referenti in altre forze politiche, lo so. Del resto: sui casi di corruzione e concussione i partiti non sono mai arrivati per primi. Non ce n’è stato uno che abbia di sua iniziativa bonificato situazioni opache. E’ stata la magistratura, sono stati i movimenti di cittadini a sollevare i casi“.
E sul limite dei due mandati indicato da Giuliano Pisapia come la panacea di tutti i mali per risolvere la Questione Morale, il sindaco di Napoli osserva:
Come principio di carattere generale sì, ma in politica le regole burocratiche non sempre funzionano. La questione morale non si risolve solo così. Avrebbe avuto senso stabilire il limite di due mandati per Enrico Berlinguer? Dopo di lui il Pd non ha più avuto un leader di quel calibro. Non è mettendo un limite temporale ai mandati che si fa emergere una generazione nuova ma coltivando in chi arriva alla politica i valori etici e morali di giustizia, libertà, trasparenza. Non cooptando persone simili e servili, gente che non faccia ombra a chi guida ma ingaggiando una gara fra talenti e progetti, valorizzando chi ha consenso e non emarginandolo. Non bisogna avere paura e scegliere le persone che sappiano fare una rivoluzione partendo dalla questione morale. Persone fuori dagli schemi, che sappiano connettersi col popolo e trovare un equilibrio fra istituzioni e movimenti civici.

Poi De Magistris mette l’accento su quanto sta succedendo nel Paese, constatando l’immobilità dei partiti: “Le battaglie della Fiom, quelle delle donne e degli studenti sono politica. Non a caso i partiti ne sono rimasti fuori“.
E lancia l’appello per la formazione di un movimento che dalla società civile si allarghi alle parti sane dei partiti per rinnovare la politica:
Un movimento che affianchi i partiti nella via del risanamento. Un movimento popolare e politico. Un luogo dove le energie e le intelligenze si sentano rappresentate e non mortificate, anche quelle critiche. E non è solo una questione generazionale, di “rottamazione”: la questione morale non è anagrafica. Il rinnovamento passa certo dalle donne e dai giovani, ma anche dagli uomini e dai vecchi a patto che rispondano alla domanda di bene comune. Che facciano politica per gli altri e non per sé, non per l’interesse della loro corrente o del partito“.

5 commenti su “De Magistris attacca il PD: “Bersani non poteva non sapere””

  1. De Magistris esagera. Pretendere di trovare un leader della stoffa e dell’altezza morale di Berlinguer è difficile. Tuttavia, sebbene non possa competere con Berlinguer – sarebbe ingiusto pretenderlo – è un buon leader e fondamentalmente onesto. Inoltre, sotto la sua guida, nel ben o nel male, il PD è tornato ad essere primo partito.Che poi in passato (ai tempi dei DS) si sia circondato di persone non affidabili è possibile. Ricordo che anche nel PCI ci furono diverse mele marce, specie nel dopo-Berlinguer. Mi pare che Penati abia fatto bene a dimettersi e a rinunciare alla prescrizione se le sue imputazioni a suo carico si riveleranno vere. Nessuno ha mai fatto questo. Bisognerebbe ricordarlo a De Magistris, che secondo me ha qualche livore di troppo.

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