Referendum contro il porcellum: istruzioni per l’uso

Prima di lanciarsi in accorati appelli per abrogare il Porcellum e invitarvi ad andare a firmare, vorrei prima fare una piccola riflessione sul sistema elettorale precedente, il c.d. Mattarellum. Che non era affatto il paradiso per quanto riguardava la stabilità elettorale, ma rimane pur sempre meglio della “porcata” Calderoli.

C’erano (e ci sono) degli aspetti di quella legge elettorale che vanno corretti e di cui parlerò più avanti. Ma ora veniamo al referendum.

Il
 primo 
quesito,
 scheda blu,
 propone
 l’abrogazione
 integrale di
 tutte
 le
 disposizioni 
di 
modifica
 della 
disciplina
 elettorale
 per 
la 
Camera 
e 
per 
il 
Senato
 introdotte
 dalla
 legge
 n.
 270
 del 
2005, detta anche Legge Calderoli.

Il
 secondo
 quesito,
 scheda rossa,
 è
 di
 tipo
 “parziale”,
 perché
 abroga
 non
 l’intera
 “legge
 Calderoli”
 ma
 le
 singole
 disposizioni
 della
 stessa
 e,
 precisamente,
 le
 disposizioni
 che 
sostituiscono 
le 
due 
leggi 
approvate 
il 
4
 agosto
 1993, 
rispettivamente
 n.
277 (“Nuove
 norme
 per
 l’elezione 
della 
Camera 
dei
 deputati”)
 e 
n.
 276 
(Norme 
per 
l’elezione 
del
 Senato 
della 
Repubblica).

Insomma, stando ai promotori, il disposto combinato di questi due quesiti reintrodurrebbe de facto la Mattarellum e cancellerebbe una volta per tutte il Porcellum. E’ importante raccogliere le 500mila firme entro il 20 settembre, in modo da andare al voto in primavera.  Sul sito dedicato trovate tutte le indicazioni dove andare a firmare e come fare parte degli eventuali comitati referendari.

Ma qui veniamo al Mattarellum, che era lungi dall’essere una legge perfetta.

Quella legge eleggeva il 75% di deputati e senatori con il sistema maggioritario (collegio uninominale) e il restante 25% con sistema proporzionale a liste bloccate (esattamente come il Porcellum). Il punto è che la percentuale di eletti con il sistema proporzionale finiva per essere sempre maggiore con il sistema dei resti (e così entravano in Parlamento portaborse, capi di piccoli partiti come Mastella e via discorrendo).

Alla Camera poi la quota maggioritaria e quella proporzionale erano interconnesse dal cosiddetto meccanismo dello scorporo: poiché le alleanze avvenivano a livello di collegio, l’elettore votava il candidato scelto dalla coalizione in quel collegio e poi barrava una X sul partito scelto, senza però poter esprimere la preferenza. E’ bene dire che i candidati venivano imposti dall’alto nei c.d. collegi sicuri, spezzando qualsiasi rapporto eletto-territorio.

Dunque, anche qualora tornasse il Mattarellum, si dovrebbe rimettere mano alla legge, anzitutto istituendo le primarie di coalizione obbligatorie per la scelta del candidato in quel collegio, in modo da evitare candidati catapultati dall’alto come accadeva in passato; eliminare la quota proporzionale o, se proprio non se ne può fare a meno, inserire il voto di preferenza (anche se poi sorgerebbero i ben noti problemi per quanto riguarda la compravendita dei voti).

Detto ciò, l’attuale legge, che dà a 7-8 persone il potere enorme di decidere la composizione del Parlamento, va cambiata. Ed è chiaro che se aspettiamo questo Parlamento, andremo al voto per la terza volta con questo sistema elettorale. No, non è proprio il caso.

3 commenti su “Referendum contro il porcellum: istruzioni per l’uso”

  1. Per fortuna ho dovuto studiare i sistemi elettorali per.dare un esame. Credete veramente che sia facile.andare in parlamento contro la volontà popolare? Con la scusa del referendum la restaurazione del mattarellum alimenterà la corruzione e ci porterà ad un sistema bipolare. La legge elettorale non verrà mai cambiata, ripeto, adducendo la scusa che al referendum il popolo ha scelto il mattarellum. Io non firmo.

I commenti sono chiusi.