Calvino: Quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere

 Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.
Italo Calvino

Oggi probabilmente, vedendo la mercificazione sempre più spinta e indecente dell’istruzione, dove le università (almeno nel mondo anglosassone) sono diventate un supermarket in cui lauree di qualità superiore hanno anche costi superiori, si chiederebbe anche che fine ha fatto l’organizzazione politica che dovrebbe contrastare tutto ciò.

Guarderebbe con raccapriccio ad un sistema universitario costruito sulle esigenze specifiche dei professori (con esami inconsistenti e lauree magistrali che sono la fotocopia delle triennali) e dove gli studenti non sono considerati cittadini con determinati diritti (anzitutto quelli dell’accesso al sapere libero e alla conoscenza), ma semplicemente numeri e matricole da preparare, anche dottrinalmente, ad accettare come normale un sistema e uno sviluppo economico che normali non sono.

Quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere sanno benissimo che il sapere è strettamente interconnesso con il potere: e quindi hanno trasformato in questi anni (anche complici i partiti della sinistra) l’istruzione in una propaggine del mercato per rendere in maniera efficiente e scientifica sempre più giovani “la rotella di un ingranaggio che favorisce l’arroganza, la prepotenza, lo sfruttamento e la corruzione“, per usare le parole di Berlinguer.

Eppure fu proprio John Stuart Mill, padre del liberalismo, a rivendicare il ruolo dell’istruzione come emancipazione fine a se stessa, per trasformare i sudditi in cittadini. Lo disse nel suo discorso di insediamento al rettorato della St. Andrew’s University, nel 1867: “L’università non è stata concepita per offrire le conoscenze che consentano di accedere a un particolare modo di guadagnarsi da vivere. Il suo scopo non è quello di preparare e dotare di competenze degli avvocati o dei medici o degli ingegneri, ma è quello di formare degli esseri umani colti e capaci.

Il rifiuto di questo principio in nome del libero mercato è alla base delle degenerazioni odierne. Forse, per ricominciare a fare Qualcosa di Sinistra, bisognerebbe partire da qui.

21 commenti su “Calvino: Quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere”

  1. Una scuola lassista e incopetente, una televisione che promuove l’apparire all’essere.

  2. Bellissime parole,con profondo significato,contenuto esatto.Ma in questo momento mi soffermerei volentieri a parlare,a cercare di capire,quello che sta succendo a Siena,versante MPS.Cosa hanno combinato esattamente i compagni D’Alema,Bersani & C.? I Senesi sono letteralmente inferociti,con i vertici della banca,Grillo dice,forse a ragione che quello che si configura sottotraccia,è uno scandalo superiore a tangentopoli,e crak Parmalat messi insieme…A che serve la scuola,quando non hai casa,lavoro,pane?

  3. …e allora mettiti nei panni di un’operaio di 45/50 licenziato con casa in affitto,che a causa dell’età non viene assunto da nessuno,trovami tu il modo di mantenere agli studi due ragazzi,dal momento che devo pagare pure i libri,e non venirmi a dire che sono costretto a comprare i libri a causa dei tagli,perchè la storia è ormai vecchia…Per me alla base di una famiglia civile,vengono nell’ordine un lavoro,una casa…l’assistenza medica…il resto pur importantissimo, e complementare viene di conseguenza,facciamo stare serene le famiglie,vedrai che anche l’approccio alla cultura sarà diverso,con buona pace di Gramsci…

  4. La gente è stata resa ignorante a furia di talk show, di trash TV ecc. Poi si è passati alla distruzione della scuola, in modo che i giovani non avessero possibilità di progettare un mondo alternativo. Per fortuna è arrivata la rete, che almeno un minimo di indipendenza e creatività le consente.

  5. Lo sento ripetere da quando ero bambino: ho assistito a 40anni di balle corruzioni truffe DC (truffa truffa e ambiguità – P.F.Loche), poi 20anni di balle dei figlioletti del CAF e gli eredi dei corruttori e corrotti (specialità protetta italica) con alla testa il re dei casciaball, l’unto (il vunsciun) del signore. A 70anni non vedo nessuna speranza, da quel maledetto 7 giugno dell’84 che ci ha privato dell’uomo che lottava per la dignità la legalità l’onestà, da quel giorno andate tutte in un’infinita quarantena, interrotta soltanto da brevi periodi di azioni giudiziarie di pulizia, stoppate velocemente dalle cosche della corruzione delle caste e delle classi dirigenti politiche e della società civile, o meglio della parte incivile e criminale della società civile!

  6. È infatti sono terrorizzata da questa loro intenzione. Da settimane io e gli altri genitori della scuola elementare di mio figlio stiamo portando avanti proteste e manifestazioni per ottenere i fondi necessari per riaprire la scuola dopo che il crollo di un soffitto ne aveva decretato la chiusura. C’è stato il pericolo che la chiudessero definitivamente per accorparla ad un’altra scuola che è in condizioni veramente fatiscenti e che ha pochi iscritti, ma noi ci siamo mossi in forze insieme ai nostri figli sfilando per il centro di Roma e i soldi (che prima non c’erano) sono stati stanziati. Potere del periodo pre-elettorale… Bisogna manifestare e chiedere per ottenere! Non si può stare chiusi in casa mentre ti rubano diritti, soldi e futuro.

  7. Il sapere rende liberi. Puoi avere un lavoro, una casa e l’assistenza medica, ma se non hai gli strumenti per ribellarti alla dialettica del potere, rimarrai sempre schiavo. Oltre al fatto che rimani nelle mani di chi il sapere lo detiene (cfr il “latino latinorum” del prof. Azzeccagarbugli con Renzo) e che da un momento all’altro può toglierti quello che hai.
    Secondo te perché nel PCI insegnavano a leggere e scrivere a chi non se l’era potuto permettere, causa costrizioni materiali?
    PF

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