La Camera Respinge
A Montecitorio finisce 314 a 311, con due astenuti. Decisivi i voti di Calearo, Scilipoti e Cesario, oltre alle due defezioni all’interno di Fli. Dunque, a conti fatti, contro la … Leggi tutto
A Montecitorio finisce 314 a 311, con due astenuti. Decisivi i voti di Calearo, Scilipoti e Cesario, oltre alle due defezioni all’interno di Fli. Dunque, a conti fatti, contro la … Leggi tutto
“No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere.” (Giacomo Ulivi, partigiano, assassinato a 19 anni dai fascisti a Modena)
Il sindaco di Firenze giustifica il suo incontro segreto con Berlusconi dicendo che lui è oltre le ideologie. Ma confondere il nuovismo con il nuovo e dimenticare il passato significa scavarsi la fossa da soli.
L’uccisione della meritocrazia è l’unico modo per impedire qualsiasi riscatto ai poveri e ai sottomessi, creando sempre più masse di diseredati, disoccupati e disgraziati contrapposte ad elite di baroni ricchissimi. Qualcuno dice che sono finiti i tempi della lotta di classe: ma le classi continueranno ad esistere finché perdureranno clientelismo, cooptazione e familismo amorale.
Se Politica e Istituzioni avessero veramente la volontà di assolvere al loro compito di “sostenere l’operato della magistratura”, un governo serio avrebbe eliminato nei primi mesi di legislatura tutto quel groviglio di norme e codicilli creato negli ultimi quindici anni che prende solitamente il nome di “garantismo”, che oltre a far lievitare la durata dei processi, il più delle volte garantisce solo i delinquenti e non i cittadini.
“Il ritorno di Prodi”, vissuto dalle parti di Roma come una sorta di miracolo politico, non è solo il ritorno sulla scena politica e istituzionale italiana del fondatore dell’Ulivo e quindi del PD, ma è anche la definitiva certezza dell’abbandono di ogni velleità legata all’autosufficienza e alla vocazione maggioritaria, nonchè di ogni tentazione neo-centrista. E con lui in pista per il Quirinale, c’è speranza di evitare all’Italia un Presidente della Repubblica come Silvio Berlusconi.