Ci ha lasciati il compagno Eduardo Danzet

Ha lottato fino all’ultimo, ma ha vinto il tumore. Eduardo Danzet era un compagno napoletano che tra il 2009 e il 2010 si avvicinò alla web-community di Enrico Berlinguer che allora muoveva i suoi primi passi, come questo blog. Era nato un anno dopo la morte di Enrico, ma del Segretario del PCI si sentiva orfano, come il sottoscritto. Comunista, anti-fascista, anti-camorrista viscerale, era iscritto a Rifondazione e aveva fatto della militanza per una società migliore la sua ragione di vita.

Ci credeva e ci ha creduto fino alla fine, “Edu”. Pur dal letto di ospedale, pensava agli altri, alla lotta. In uno dei suoi ultimi post, lo scorso ottobre, si fece un selfie durante la chemio con la maglietta “Giustizia per Mario Paciolla“. In un altro denunciava le condizioni indecenti dei malati oncologici in Campania.

Bisogna essere duri senza perdere la tenerezza” era la sua citazione del Che preferita. Un’altra, di Kentaro Miura, recitava invece: “scappando non troverai mai la felicità che cerchi. Ovunque si vada, quello che ci attende è sempre un campo di battaglia“. 

Lui “Qualcosa di Sinistra” lo costruiva faticosamente così, facendo politica, scrivendo articoli, scendendo in piazza contro la camorra. Aveva ripreso da Enrico Berlinguer, nostra passione comune, la lezione del dialogo per unire, quanto più possibile. Come Enrico, anche Eduardo era arrivato a trasformare un ideale in un modo d’essere. Nonostante le delusioni, le sconfitte, le facili ironie, lui non si dava mai per vinto. Eduardo lottava, mai per se stesso, sempre per gli altri.

Il compagno Edu è caduto non per uno sfortunato scherzo del destino, ma a causa dello smaltimento illecito dei rifiuti che ha condannato negli ultimi 40 anni un’intera terra a morire di forme aggressive di tumore. La storia è nota: gli imprenditori del Nord, per fare più profitti, hanno ingrassato i clan di camorra che avvelenavano una delle terre più fertili d’Europa.

Si parla tanto delle vittime del comunismo. Eduardo è una vittima delle infinite vittime del capitalismo di cui non frega niente a nessuno. Ha perso la sua battaglia contro quel male e contro quel Sistema, e d’altronde a chi è di Sinistra capita spesso di perdere. La dignità, però, così come quegli ideali, mai.

La sua è stata una vita piena di gioia e di umanità, di ideali e tenerezza rivoluzionaria. Sono i compagni come lui che hanno fatto grande e potranno far tornare grande la Sinistra in Italia. In questi tempi bui, averlo perso rappresenta una tragedia politica.

Ciao Eduardo, compagno gentile, colto e sempre ribelle. Il tuo esempio di vita non sarà dimenticato. 

Riposa in pace.