Per fortuna Lui fa il Prof

Appena mi è arrivato ieri l’ho letto tutto d’un fiato. E lo dichiaro da principio, questo libro entra di diritto nella top10 dei libri che si devono leggere se ci si vuole avvicinare alla lotta alla mafia. Non perché l’autore sia stato fin troppo generoso nelle citazioni sullo scrivente (andando finanche a ritrovare un articolo di cui non avevo memoria, scritto 4 giorni dopo la mia prima lezione con lui) e sulle sue creature/famiglie (da questo blog, a enricoberlinguer.it, fino a WikiMafia e MafiaMaps), ma perché quelle 234 pagine in cui si mescolano vissuti personali, aneddoti, consigli di vita e storie eretiche di studenti e cittadini perbene ricordano anzitutto una cosa: non può esistere la lotta alla mafia senza lo studio della mafia.

La seconda cosa è che dalle sconfitte possono nascere cose straordinarie, come quelle accadute alla Facoltà di Scienze Politiche in Via Conservatorio a Milano, dove da un corso a scelta, Sociologia della Criminalità Organizzata, è letteralmente “esploso” amore dappertutto. Amore per il proprio Paese, amore per la propria città, amore per la cultura civile e i suoi migliori esempi, anche amore tra le persone, perché vivaddio la lotta alla mafia non è una trincea fatta da robottini telecomandati dal capopopolo di turno.

Pensavano di avergli fatto un torto, non ricandidandolo nel 2008, di averlo messo fuori gioco: troppo indipendente, troppo “rompiballe” questo Dalla Chiesa, a differenza dei suoi colleghi senatori non era mai andato, per esempio, ad ossequiare Andreotti al suo scranno a Palazzo Madama (questo nel libro non c’è ma allo scrivente è stato raccontato da altri), finanche difendeva le conquiste pagate col sangue di Falcone prima e di Borsellino poi (ad esempio, il 41 bis), quindi per lui la tagliola delle due legislature nel partito che ha eletto domenica scorsa Casini a Bologna (che a sua volta quell’anno faceva eleggere Cuffaro in Senato) andava applicata.

Quei grandi strateghi, la cui lungimiranza si è vista tutta nella Caporetto del 4 marzo, non solo hanno fatto un favore a lui ma hanno fatto un favore anche a me e a centinaia di altri come me: siamo un esercito, oramai, e saremo sempre di più. Un esercito di “rompiballe”, indipendenti, che difendono le conquiste pagate col sangue dei troppi morti di mafia e che continueranno a lottare non solo per non arretrare di un centimetro ma anche per andare avanti e ottenere ancora di più. E che continueranno a studiare per sbugiardare in sede accademica, sul quotidiano conformista (praticamente tutti), al bar o in qualsiasi altro luogo si manifesti quella cultura contigua e complice che permette alla mafia di svilupparsi e di sopravvivere. Perché “la vera forza della mafia è fuori dalla mafia“, ma la nostra forza è che nessuno ci ha costretti a fare quello che facciamo, tant’è che loro hanno i pentiti mentre noi non ci pentiremo mai della vita che abbiamo scelto.

Sulla quarta di copertina trovate scritto: “la dichiarazione d’amore di un professore per l’università, luogo di bellezza e di cultura, di libertà e di servizio, di fatica che cambia il mondo“. Mi permetto di aggiungere che è anche un’autobiografia collettiva, dell’autore e dei suoi studenti, e in quanto tale diventa un manifesto della normalità e al tempo stesso della fatica che richiede la scelta di vita di fare la propria parte contro la mafia.

Impossibile per chi come me ha vissuto e vive quella normalità e quella fatica non commuoversi di fronte ai tanti episodi riportati nel libro. Voglio riportarne qui uno che l’autore ha tralasciato, che però io ho scolpito nella mia mente, anzitutto perché l’ho fotografato: lui che lascia i posti riservati alle autorità al porto di Civitavecchia, dove il 22 maggio 2013 ci stavano facendo attendere da ore per l’imbarco sulla nave della legalità causa mare forza 7, e viene a sedersi per terra in mezzo a noi studenti, nello stupore generale. Potrei raccontarne molti altri, che farebbero lievitare ad almeno il doppio le pagine del libro, ma questo è il più significativo del fatto che più che una fortuna per Lui il fatto di essere tornato a fare il Prof è stata una fortuna per Noi. E una sciagura per Lor Signori e i loro amici, che essendo però troppo stolti e arroganti se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi.

Anzi, è già tardi. “Sapevatelo” (cit.)

Per fortuna faccio il Prof“, edito da Bompiani, lo trovate in tutte le librerie ma se lo comprate subito fino a sabato 10 marzo è in promozione con il 25% di sconto. Un ottimo motivo in più per correre a comprarlo.