#21marzo, Falcone e Lima #NonSonoUguali

Apparentemente un osservatore poco attento potrebbe dirsi soddisfatto, se non felice. Del resto, perché esserlo? Ieri tutte le agenzie hanno battuto la grande notizia: “La Camera ha approvato all’unanimità l’istituzione della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie“. Bello, no?

Sì, se non fosse che a un anno dalla scandalosa eliminazione al Senato dell’aggettivo “innocenti, nessuno si sia più preoccupato di battersi per il suo ripristino alla Camera dei Deputati, nonostante le tante promesse arrivate sull’onda dello “scandalo”. Questioni di lana caprina? Da “iperuranio” della lotta alla mafia, come ha detto qualcuno? No, perché le parole sono importanti e con questa dicitura si assegna pari dignità a tutti quelli uccisi dalle organizzazioni mafiose, indipendentemente dal motivo. E non tutte le vittime sono innocenti.

Volete un esempio? Salvo Lima, “vicerè” di Andreotti in Sicilia, fu ucciso da Cosa Nostra il 12 marzo 1992 perché non aveva bloccato la sentenza di Cassazione sul Maxiprocesso di Palermo, come aveva promesso; Giovanni Falcone fu ucciso il 23 maggio dello stesso anno perché da Direttore degli Affari Penali del Ministero della Giustizia riuscì a impedire che ad occuparsi di quella sentenza fosse la sezione presieduta da Corrado Carnevale, meglio conosciuto come “l’ammazzasentenze”, ma le sezioni riunite della Cassazione.

E di esempi del genere è piena la lunga lista degli ammazzati di mafia, per questo Libera dal 1996 usa l’aggettivo “innocenti”. Proprio perché le parole sono importanti. Qualcuno dice “meglio di niente”: ma prima non è vero che c’era il “niente”, c’erano 20 anni di 21 marzo e 25 di 23 maggio. C’era bisogno di istituzionalizzare il 21 marzo così mutilato nel nome per continuare a promuovere memoria e impegno? Secondo me NO.

Ma la cosa che non ha scritto alcun giornale è che provvedimenti ben più incisivi nella lotta alla mafia, come quello sulle “Disposizioni per la protezione dei testimoni di giustizia“, su cui l’Aula ieri doveva pronunciarsi insieme a quello sulle “Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici“, sono stati rinviati per l’ennesima volta. E sapete perché? Perché la Commissione Bilancio della Camera la sera prima non ha potuto esprimere alcun parere al riguardo a causa di Governo e Ragioneria dello Stato che non hanno ancora assicurato fondi.

Il modo migliore per commemorare i morti è pensare ai vivi: a dimostrazione dell’impegno solamente di facciata, oserei dire “pirotecnico” delle forze politiche di maggioranza, si festeggia per l’istituzionalizzazione della memoria, come se bastasse per crearla, mentre importanti disposizioni su imprenditori e non solo che denunciano e vivono una vita blindata vengono rinviate.

Perdonate lo scarso entusiasmo, ma al coro festante non riesco proprio a partecipare.

5 commenti su “#21marzo, Falcone e Lima #NonSonoUguali”

  1. Giuseppe ricordo ancora quando andammo al dibattito col professore Gentile e quel vecchiaccio amico di non so chi intervenne facendo appunto questo paragone. Ancora mi pento di non essere intervenuto rivoltando le sedie.

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