#Milano, è inciucio tra Majorino e Sala?

=== AVVERTENZA (h 22:30) ===

Visto che è già partita la selva di accuse di articoli su commissione, richieste di espulsioni da comitati elettorali da parte dei sostenitori di Majorino, insulti vari e richieste di dissociazione a Francesca Balzani, si precisa quanto segue:

1) Non facciamo articoli su commissione;
2) Non ci coordiniamo con Gad Lerner;
3) Questo blog non sostiene Francesca Balzani.

L’ultima volta che abbiamo controllato, era ancora in vigore l’art.21 della Costituzione e, inciucio o meno (c’è un punto di domanda, si spera vivamente non ci sia), siamo ancora liberi di trovare francamente inopportuno e di cattivo gusto un confronto a due, escludendo la candidata del Sindaco uscente. Anche perché non si ricordano commenti come quelli dei sostenitori di Majorino che invocano epurazioni da comitati elettorali (di cui l’autore non fa parte) quando si criticava apertamente il sindaco uscente e il “casino” generato con la sua decisione di non ricandidarsi.

Speriamo invece che questo articolo porti all’inclusione di Francesca Balzani al dibattito programmato per venerdì 8 gennaio al cinema Anteo.

Cordialità.

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A Milano sono arrivate prima la pioggia e poi la neve a ripulire l’aria, ma la questione inquinamento che ha occupato anche le prime pagine dei giornali nazionali ha già perso vigore. Ora il focus è tutto sulle beghe delle primarie: in fondo, all’inquinamento per ora penserà il maltempo, poi si vedrà.

L’attesa è tutta per il confronto a due tra Majorino e Sala che si terrà l’8 gennaio al cinema Anteo, dove andrà in scena quella che già qualcuno ha soprannominato “la grande pantomima” delle primarie, con una punta di sconcerto per il fatto che la principale competitor di Sala, Francesca Balzani, non è stata invitata.

La motivazione ufficiale di questa esclusione è che quando è stato fissato il confronto non c’era ancora ufficialmente la sua candidatura. Peccato che non ci fosse ufficialmente nemmeno quella di Sala. E fino al 12 gennaio non ci sarà nessuna candidatura ufficiale, perché quello è il termine di presentazione delle 2000 firme necessarie per candidarsi.

I maligni, che però paiono essere ben informati, fanno sapere che esisterebbe un patto tra Majorino e Sala, secondo il quale il primo rimarrebbe in campo per togliere voti a Sinistra alla Balzani in cambio della riconferma della poltrona di assessore alle politiche sociali.

Il tutto potrebbe sembrare una speculazione politica fantasiosa, se non fosse che le parole di Beppe Sala a Radio Popolare sulla propria complementarietà tra lui e Majorino hanno dato concretezza a questa voce che oramai viene più o meno confermata dagli addetti ai lavori, ovviamente non ufficialmente.

Secondo questa schema, all’indomani della vittoria di Sala alle primarie, quest’ultimo potrà dire di avere con sé “la Sinistra” incorporando Majorino nella sua squadra, continuando però la propria corrispondenza di amorosi sensi con Scelta Civica (che scopriamo esistere ancora) e il Nuovo Centrodestra (che a Milano significa Roberto Formigoni e Comunione e Liberazione).

Sarebbe il trionfo del Partito della Nazione e del Pensiero Unico, con Milano che farebbe da capofila alla ripetizione di questa melassa indistinta dove c’è dentro di tutto (dai ciellini ai radical chic di Sinistra, passando per i socialisti craxiani che in campagna elettorale non dicono mai di essere tali).

Milano, dopo cinque anni di buona amministrazione, non può tornare indietro di vent’anni, riportando al potere le stesse persone che l’hanno sfasciata. Se Majorino avesse davvero a cuore il destino della città, dovrebbe sfilarsi dalla competizione e convergere sulla Balzani (esattamente come ha fatto Emanuele Fiano, che però si è ritirato per sostenere Sala): solo così smentirebbe le voci dei “maligni” sull’inciucio tra lui e l’ex-ad di Expo e dimostrerebbe di non pensare alla propria carriera personale.

Al di là delle voci dei “maligni”, resta il fatto che Francesca Balzani è stata esclusa dal dibattito di venerdì prossimo. Quella è una vera ferita al tessuto democratico delle primarie, perché non è accettabile un confronto a 4 giorni dalla chiusura delle raccolte firme e delle candidature ufficiali.

È davvero un peccato che tutto questo accada con la complicità di un candidato che si dichiara di “Sinistra”. E forse, oltre che un peccato, è anche un po’ poco di Sinistra.

30 commenti su “#Milano, è inciucio tra Majorino e Sala?”

  1. beh, ma la Balzani non c’è perchè la sfida è stata lanciata da Majorino a Sala tempo fa, quando lei non era ancora in corsa. Obiettivamente, eh! Voglio sperare che Majorino non si presti ad alcun giochino di sorta. voglio sperare.

  2. Lasciando perdere queste illazioni, stranamente uscite in contemporanea con l’articolo di Gad Lerner, che lasciano il tempo che trovano, non si capisce mica perché Majo sarebbe il più stronzo che si deve ritirare.
    Cattiverie a gratis.

    Visto che chiacchieri con la Balzani, caro Farina, magari chiedile il perché sia stata piazzata così a caso, senza confronto alcuno fra le anime di sinistra e per tutelare quali interessi.

    O se vuoi un ritratto più “intimo”, indaga se al mercato almeno il suo ortolano la riconosce. Perché i cittadini mi sa proprio di no.

    • Ciao! Non ci coordiniamo con Gad Lerner, di cui andremo a leggere l’articolo (ci hai incuriosito), detto questo aspettiamo i fatti (cioè, l’invito o meno della Balzani al confronto di venerdì). Per il resto, l’articolo non fa ritratti intimi o privati dei candidati, fa una domanda. Il gossip lo lasciamo alle rispettive tifoserie! ;)

  3. Macchè inciucio. Pierfrancesco Majorino ne dirà di tutti i colori a Sala. Poi rilancio, se Sala andasse a fare l’assessore di Majo non ci troverei nulla di male ;)

  4. Demenze senili e giovanili che trovano punti di contatto. Majorino e’ in campo da mesi e’ la Balzani che è entrata in campo alla ricerca di un sinistra centro, ovviamente concorrenziale a Majorino, facendo avviare dai suoi sponsor una campagna per la desistenza. Appare del tutto naturale che nel confronto tra una visione di sinistra solidale e una visione di managerialità ed efficienza sia utile è opportuno un confronto. Balzani prova ad occupare entrambi gli spazi, ma sia su un versante che sull’altro appare oggettivamente meno autentica, e non è un caso che praticamente nessun assessore della Giunta Pisapia si sia riconosciuto in questa candidatura. Il resto è solo fantasia politica di chi considera le elezioni come esercizio dietrologico o parà rivoluzionario piuttosto che un’esigenza di governabilità vista da prospettive diverse e quindi possibilmente complementari.

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