W i totem! W l’#articolo18 !

Un totem è un simbolo, generalmente una pianta o un animale, che rappresenta una famiglia, un clan o una tribù e ricorda a chi ne fa parte i suoi antenati. L’articolo 18 è un totem, ebbene sì caro Renzi, non mi vergogno a dirlo: i simboli ci servono, anzi, sono necessari, specialmente se ci ritroviamo a vivere nella parte debole della società, quella di cui tu e il tuo governo non fate parte.

Possiamo modificare l’articolo, possiamo discuterlo, ma a Sinistra non deve esserci alcun dubbio sulla sua utilità, come simbolo e come diritto concreto del lavoratore. Bugiardo è chi afferma che esiste solo in Italia. E crumiri sono i “giovani” che sul web straparlano contro il sindacato e la generazione dei loro genitori. Anzi, crumiri due volte, perché odiano quei lavoratori che loro chiamano privilegiati e li vogliono annientare, mentre con le spalle coperte da babbo e mamma abbassavano il costo del lavoro e disintegravano la forza contrattuale di altri giovani che a differenza loro con un misero rimborso spese non ci poteva certo mangiare. Sì, dico a voi, voi che avete svenduto la professionalità di migliaia di persone, che avete detto al padrone eccomi, il mio lavoro non vale niente, chi vuole uno stipendio per fare quello che faccio io ti vuole fregare.

L’articolo 18 è una bandiera anticapitalista, forse l’ultima. Abolirlo significa illudere i lavoratori di poter avere un rapporto alla pari col datore di lavoro. Ve lo dico da giovane lavoratrice: non è mai stato e non sarà mai così finché pochi avranno in mano la ricchezza, la forza e il potere. Non fatevi ingannare, non è vero che abolendo l’articolo 18 migliorerà la situazione italiana, leggete, informatevi, riprendetevi il diritto di critica: le sirene del capitalismo si sono sempre scagliate contro i diritti umani minacciando la catastrofe. Hanno detto che l’ambientalismo avrebbe ucciso il progresso e ora è già tanto se non stiamo crepando tutti di cancro, dicevano che se i bambini avessero smesso di lavorare si sarebbe fermata l’industrializzazione, dicono che se le donne si mettono a fare figli non è affare dell’impresa e che è meglio che se ne stiano a casa ‘ste ingrate che altrimenti crolla la borsa e si alza lo spread a voler far nascere i bambini. Come si può pensare che queste persone, che a sentirli sembrano un disco rotto (e pure del secolo scorso), siano il faro della modernità? Siamo noi di Sinistra i vecchi e imbecilli?

E tu, elettore del PD, sei davvero caduto così in basso da piegare la schiena ai capricci di Confindustria? La smania di vincere le elezioni ti ha davvero portato ad avallare qualsiasi porcata, anche quelle per cui avresti preso a badilate sui denti i berlusconiani? Hai sepolto i tuoi valori per paura o interesse e ora vuoi abbattere i totem perché ti ricordano chi eri e cosa non sei più: qualcuno di Sinistra.

1 commento su “W i totem! W l’#articolo18 !”

  1. Sono fra i moltissimi giovani che un posto fisso non lo vedranno mai nemmeno con il binocolo.
    Se va bene troverò un lavoro a termine, se va male la disoccupazione.
    L’articolo 18 non mi ha mai tutelato e temo che non mi tutelerà mai.
    Eppure io non voglio che l’articolo 18 sia cancellato.
    Credo che le tutele sociali debbano essere estese e non cancellate.

    Allo stesso modo, però, se troverò un lavoro con contributo spese da elemosina, lo accetterò a occhi chiusi e non mi sentirò per nulla in colpa.

    Questa parte dell’articolo è una vergogna per il suo autore.
    “E crumiri sono i “giovani” che sul web straparlano contro il sindacato e la generazione dei loro genitori. Anzi, crumiri due volte, perché odiano quei lavoratori che loro chiamano privilegiati e li vogliono annientare, mentre con le spalle coperte da babbo e mamma abbassavano il costo del lavoro e disintegravano la forza contrattuale di altri giovani che a differenza loro con un misero rimborso spese non ci poteva certo mangiare. Sì, dico a voi, voi che avete svenduto la professionalità di migliaia di persone, che avete detto al padrone eccomi, il mio lavoro non vale niente, chi vuole uno stipendio per fare quello che faccio io ti vuole fregare.”

    Uno dovrebbe rinunciare ad un posto di lavoro, per quanto pagato una elemosina, per aumentare la paga di chi il posto di lavoro ce l’ha già?
    Ma abbiamo voglia di scherzare?
    Pensate che vivere alle spalle dei propri genitori sia un piacere per noi altri?
    Chi fa uno stage per 500 euro al mese è un figlio di papà?
    Ma sì, dovrebbe lasciare il posto all’autore dell’articolo, così la smetterebbe di scrivere puttanate su internet.

    Ve la prendete con i giovani italiani, perchè secondo voi peggiorano le condizioni degli altri lavoratori, ma non dite una parola sull’infinità di immigrati che negli anni hanno saturato il mercato del lavoro.
    Hanno occupato tutti i lavori che fino a 20 anni or sono erano svolti da lavoratori italiani: dalla raccolta della frutta al lavoro di badante.
    Come si fa a competere con milioni di immigrati disposti a fare il tuo stesso lavoro per un terzo del salario?

    E, se pensate che ciò che ho appena detto sia una cosa di destra, ricordatevi che, nella russia sovietica, i flussi migratori della popolazione erano rigidamente controllati.
    Una persona non poteva neppure lasciare le campagne e trasferirsi in città, senza il permesso del partito-stato, per non competere al ribasso con gli operai della città.

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