Senza oneri per lo Stato

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato
(art.33 della Costituzione, III comma)

Il governo Renzi non è insediato da nemmeno una settimana, che ecco che riparte il solito disco rotto delle povere scuole paritarie (leggi “private cattoliche”) che devono avere “gli stessi diritti di quelle statali“. A dirlo è stato il neoministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, Scelta Civica, che ha subito messo le cose in chiaro: “La libertà di scelta educativa è un principio europeo ed è un principio di grande civiltà.

Mi piacciono questi ministri che giurano sulla Costituzione, violandone gli articoli come se niente fosse e spacciando il tutto come “grande civiltà”: peccato che sarebbe più civile rimettere in sesto la scuola pubblica, devastata da 13 anni di tagli lineari e riforme volte a impoverirne l’offerta culturale, a scapito di milioni di studenti. Oramai studiare è diventato un lusso e già questo fatto è un insulto alla memoria dei padri costituenti che fecero dell’istruzione uno dei cardini per il rilancio dell’Italia e della nascita della Repubblica.

Qui invece ci troviamo di fronte alla Compagnia delle Opere che si lamenta pure che 223 dei 483 milioni di euro previsti per quest’anno alle scuole paritarie siano stati sbloccati solo oggi: “e mi raccomando, che non succeda più”, hanno avuto anche il coraggio di mandare a dire. E intanto, mentre le scuole private cattoliche son vuote, quelle pubbliche scoppiano letteralmente di studenti e molti abbandonano. Vi sembra normale investire soldi sulle già ricche scuole private? Se chiudono, non è un problema di Stato, lo dice anche la Costituzione.

Alla ministra Giannini converrebbe rileggersi quel che scriveva Piero Calamandrei l’11 febbraio 1950, nel suo famoso discorso sulla scuola pubblica (lo trovate integrale qui):

Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? È un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri!

E se si guarda la data di quel discorso e lo si confronta con quanto è avvenuto negli ultimi 15 anni a tal proposito, si capisce bene in quale drammatica situazione ci ritroviamo oggi, con questa Sinistra il cui pantheon è composto da papi, cardinali e democristiani. Scriveva sempre Calamandrei:

 Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdoloindirettotorpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre ma che sono pericolosissime. […]

Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori – si dice – di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private.

Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. […]

L’operazione si fa in tre modi:

  1. ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
  2. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
  3. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! […]

Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito.

Ecco, il denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti: non si capisce proprio perché le scuole private cattoliche debbano avere denaro e privilegi in più rispetto non solo alla scuola pubblica, ma anche a qualsiasi altra scuola privata. Se le scuole cattoliche chiudono non è un problema di Stato: lo è se chiudono quelle pubbliche. La Sinistra latita. Da questo governo non potremo aspettarci nulla. Poi dicono che gli italiani non li vanno a votare.