Gli organi internazionali sulla guerra civile siriana

di Luciano Giaco’

Sono passati più di due anni dall’inizio di quella che è ormai diventata la guerra civile siriana. I morti da allora sono arrivati a oltre 70.000 secondo le stime del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, più di 8000 sono bambini. Una cifra spaventosa, soprattutto se si pensa al probabile uso, da entrambe le parti, di gas nervini. La morte dovuta all’uso di questi gas è atroce, con spasmi violenti che portano al blocco cardio-circolatorio.

Tutto questo avviene nell’impotenza (leggasi “disinteresse”) di quegli organi e Stati che, quando vengono intaccati i propri interessi, si riempiono la bocca di parole come “democrazia” e “diritti umani”. Mi riferisco sia a quell’obsoleto e costoso apparato burocratico delle Nazioni Unite, sia all’Unione Europea (che di unione ha soltanto la moneta), sia agli USA a cui piace giocare a fare gli “sceriffi” della democrazia.

Proprio questi ultimi, con l’amministrazione Obama, hanno dimostrato di avere più interesse agli affari interni che alla politica estera. Il loro sguardo è più rivolto verso l’area del Pacifico, dove nei prossimi anni si giocheranno le partite economiche mondiali. La Cina e il Giappone detengono gran parte del debito pubblico statunitense e, inoltre, nel sud-est asiatico viene estratta la maggiore quantità di metalli rari del pianeta. Chi possiede queste risorse possiede la tecnologia, perché tutti i dispositivi digitali necessitano di metalli rari per la loro realizzazione. Di conseguenza la questione siriana è vista come un fatto marginale nel complesso scacchiere mediorientale.

L’Unione Europea, per come la vediamo oggi, è un’insieme di Stati che condividono la bufera economica. Il suo collante è una moneta che viene sempre più criticata da diversi economisti, tra cui quattro Premi Nobel per l’Economia: Paul Krugman, Milton Friedman, Joseph Stigliz e Amartya Sen. Voglio far notare l’eccessivo immobilismo europeo degli ultimi mesi (vedi anche la questione egiziana). Questo perché a breve in Germania ci saranno le elezioni e la Merkel è in piena campagna elettorale, quindi nessuna decisione che pregiudichi il risultato elettorale viene presa dalla Cancelleria di Berlino. Il resto degli Stati europei accetta supinamente l’egemonia teutonica.

Per quanto riguarda quel mostro macchinoso che è l’ONU, non possiamo fare altro che prendere atto della sua conclamata inutilità sulle questioni delicate come è quella siriana. Il meccanismo del Consiglio di Sicurezza necessita di un’urgente riforma. Troppo spesso è paralizzato dai veti incrociati dei membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia). Questa situazione relega le Nazioni Unite a un ruolo attivo solo quando gli interessi di tali membri convergono. Una sorta di auto-legittimazione di intervento, utile a nascondere gli interessi particolari in gioco.

Intanto in Siria si continua a morire, dimostrandoci come la comunità internazionale sia fatta da organismi ipocriti, auto-referenziali e succubi degli attuali meccanismi economici.