#Letta Horror Picture Show, ovvero cosa non fanno per una poltrona

di Pierpaolo Farina

A scorrere la lista dei ministri del nuovo governo Letta c’è da mettersi le mani nei capelli, non tanto per le facce, quanto per gli intenti che appaiono sempre più chiari: la tutela del sistema di potere della Seconda Repubblica.

Ci mancava solo Freddy Krueger all’infanzia per dargli un tocco noir, poi la lista dei ministri sarebbe stata praticamente perfetta. In ogni caso, il Letta Horror Picture Show debutterà domani, quando ci sarà il giuramento al Quirinale.

Angelino Alfano, segretario politico del PDL, sarà ministro degli interni, mentre la Cancellieri trasloca dal Viminale al ministero della giustizia. Emma Bonino, a risarcimento della grande performance elettorale (0,4%), è promossa ministro degli esteri.

Alla Pubblica Amministrazione e all’Innovazione il casiniano Giampiero D’Alia (segretario regionale siciliano UDC), agli affari regionali Graziano Delrio (attuale sindaco di Reggio Emilia e presidente ANCI), mentre alle Pari Opportunità, Turismo e Sport Josefa Idem (deputata PD, ex-campionessa olimpionica).

Al posto di Fabrizio Barca alla coesione territoriale va Carlo Trigilia (sociologo di Firenze, membro della fondazione di D’Alema), mentre Dario Franceschini sarà ministro dei rapporti con il Parlamento (gran carriera per l’ex-segretario e capogruppo PD alla Camera).

Gaetano Quagliariello, quello di “Eluana è stata ammazzata”, già vice-capogruppo al Senato del PDL e “saggio” di Napolitano, si occuperà di Riforme Istituzionali (si salvi chi può), mentre resta ministro agli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi. Outsider Cecile Kyenge, parlamenare PD di origine congolese, che sarà ministro dell’Integrazione (a detta di Renzi, la risposta alla Bossi-Fini… sarò fatto male, ma per me la risposta alla Bossi-Fini è la sua abolizione).

Il pesante ministero dell’Economia andrà all’oramai ex-direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, mentre i ciellini Mario Mauro e Maurizio Lupi vanno rispettivamente alla Difesa e alle Infrastrutture e Trasporti (due settori dove il movimento di Don Giussani è molto attivo, a giudicare dalle inchieste giudiziarie).

All’agricoltura va la parlamentare PDL Nunzia De Girolamo, fidanzata di Francesco Boccia, parlamentare PD, famoso per essere stato sonoramente bocciato dai pugliesi due volte contro Vendola alle primarie. Il trionfo della competenza invece si ha con Andrea Orlando, da 4 anni responsabile giustizia del PD, trasferito all’ambiente, pur di fare il ministro.

Il presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini andrà al Lavoro e Welfare, mentre le ultime caselle (Istruzione, Beni Culturali e Salute) verranno occupati rispettivamente da Maria Chiara Carrozza (parlamentare PD), Massimo Bray (filosofo direttore della rivista ItalianiEuropei, ergo dalemiano) e Beatrice Lorenzin (parlamentare PDL, berlusconiana di ferro).

76 anni fa moriva Antonio Gramsci, fatto uccidere scientificamente da Benito Mussolini. I suoi successori cronologici a sinistra, nel PD, pur di rimanere ancorati alla poltrona, e dopo l’indecente spettacolo di settimana scorsa, hanno dato vita ad un governo con chi sostiene che il fascismo è una cosa buona, ha picconato la Costituzione e rappresenta tutto quello contro cui Antonio Gramsci e tanti partigiani hanno lottato, dando la vita.

Sarò fatto male, ma il Letta Horror Picture Show a me non piace per niente, per un motivo in particolare: è un compromesso per soddisfare specifici interessi. E alla fine, come al solito, stra-vincerà su tutta la linea Berlusconi, che già spera di diventare senatore a vita per scampare ai guai giudiziari.

Non c’era alternativa? No, le alternative c’erano. Ma come ha scritto Civati, “se però si escludono una dopo l’altra e volutamente, poi non ce ne sono più.

Chiudo con il neo-presidente del Consiglio, che dichiarava l’8 aprile (20 giorni fa):

«Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile»