Amartya Sen: “è deprimente che nel paese di Gramsci non ci sia più una Sinistra”

Amartya Sen, 76 anni, premio Nobel per l’Economia 1998, è stato più volte citato anche dai bersaniani come punto di riferimento per la loro futura politica economica. In questa intervista uscita su “Il Giornale” del 19 gennaio 2013 con il titolo “Il denaro non fa la felicità? Invece sì”, parla di “politiche sciocche” a proposito di Austerity e sulla Sinistra italiana è lapidario: “è deprimente che nel paese di Antonio Gramsci non si scorga un’agenda politica che possa definirsi veramente “di sinistra”.

Professor Sen, cominciamo con un’ottima domanda. Che cos’è la felicità?

Una condizione complessa, sicuramente più ampia di quella descritta dagli utilitaristi à la Jeremy Bentham, per i quali sarebbe una massimizzazione del piacere. Dimensione imprescindibile per una vita piena è invece la libertà, pertanto ogni dispiegamento di mezzi ha senso se produce un’espansione delle nostre libertà sostanziali. Per capire è utile la distinzione medievale tra “agente” e “paziente”: la felicità è piena quando l’uomo è “agente”. Questo si vede bene nell’amore: quello vero allarga le nostre potenzialità e di certo non le avvilisce.

Pensa che la situazione che stiamo vivendo in Europa sia felice?

Credo che il sentimento prevalente in Europa sia l’infelicità. Nel sostenerlo non misuro una sensazione soggettiva, ma registro uno status quo che nega le maggiori libertà umane. Se non trovo lavoro, o se sono malato e non posso curarmi, la mia libertà è impedita. L’infelicità è il corollario, a prescindere da come possano poi sentirsi effettivamente le persone.

Perché siamo arrivati a questo punto?

Il tracollo europeo nasce una politica  d’austerità fallimentare che ha prodotto l’attuale scenario di povertà e disoccupazione. Lo dico in qualità d’economista, perché la nostra è una scienza empirica. E una legge fondamentale dell’esperienza è imparare dagli errori. Il regime d’austerity, in vigore da anni, sta conducendo al baratro l’Europa.

E l’Italia? Il termometro dello spread s’è raffreddato, eppure il tasso di disoccupazione non accenna a calare, le attività chiudono…

Anche l’Italia ha dovuto adottare politiche sciocche. Ma nessun paese europeo è al riparo dai danni di questa politica deflazionistica. La Germania stessa ne sente gli effetti, poiché sono venuti meno i mercati per le sue esportazioni. Sostenendo ciò, mi ricollego a un assioma base dell’economia novecentesca: senza domanda l’economia piange. Dovremmo riattualizzare Keynes.

Nessun paese europeo è un’isola, potremmo dire. Cosa si può fare per invertire la rotta, dovremmo inaugurare un “New Deal” europeo?

Il problema è endemico. Nell’Unione europea manca una visione politica ragionata abbastanza forte da ergersi a contrasto di quanto è pattuito in sede intergovernativa. Per questo servirebbe una dichiarazione all’unisono di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e in generale di tutti i paesi vessati da vincoli di bilancio. L’Unione europea deve lasciarsi alle spalle la controproducente austerità. E va adottato un grande programma di politica economica europea pro sviluppo.

In passato ha espresso la sua contrarietà all’unione monetaria europea. Se non avessimo adottato l’euro adesso staremmo meglio?

Sono stato contrario all’euro per motivi di tempistica. L’unione monetaria avrebbe dovuto essere adottata dopo l’unione fiscale e politica e non prima di questa. Saltando lo scalino, invece, gli stati ancora “nazionali” hanno perso il controllo sulla propria politica monetaria. Creando situazioni ad alta tensione: i tedeschi che accusano i greci d’essere pigri, i greci che accusano i tedeschi d’essere dei Kapò. Non è di certo questa l’unità europea immaginata da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi negli anni quaranta sull’isola di Ventotene.

Serve la politica quindi. Al riguardo, Anthony Giddens ha difeso la tradizionale dicotomia destra-sinistra (a differenza del premier Monti). Per lei l’opposizione è ancora utile?

A mio avviso la distinzione c’è e affonda nei valori fondamentali delle due parti. Idealmente, la sinistra è garante della felicità, diritto da assicurare universalmente con l’interventismo statale. La destra originariamente è stata il bastione dei diritti proprietari; ora, più genericamente, difende le libertà individuali e il libero mercato. Personalmente sono di sinistra. Penso, però, che la sinistra debba prestare attenzione ai capisaldi liberali della destra. Il bipolarismo destra-sinistra è rintracciabile, seppure con cospicue diversità, sia negli Stati Uniti sia in Europa. Non si può dire lo stesso dell’Italia. Ed è deprimente che nel paese di Antonio Gramsci non si scorga un’agenda politica che possa definirsi veramente “di sinistra”.

67 commenti su “Amartya Sen: “è deprimente che nel paese di Gramsci non ci sia più una Sinistra””

  1. In effetti, la mancanza di unità e di obiettivi comuni non fa altro che realizzare uno dei più antichi e devastanti “precetti” dei dominatori di tutti i tempi… cioè il “divide et impera.” Alla classe borghese, una sinistra divisa rende un grande, grande favore…

  2. se evitassero di far la gara a chi cel’ha più lungo ma si unissero in un solo partito..

  3. berlusconi usa la parola “comunista” solo perche sa che i suoi votanti anno paura che qualcuno arrivi e le faccia pagare le giuste tasse che dovrebbero pagare se non ci fossero stati i com. avrebbe usato “alieni” o “Stranieri” o qualsiasi altra parola che poteva aiutarlo a coprire nei suoi discorsi la sua cronica mancanza di contenuti….

  4. In Itala è così, ma prorpio perchè la tendenza è quela di ispirarsi agli Stati Uniti dove sono presenti un partito di destra e uno di centro (quale sinistra???). Per fortuna il nostro bipolarismo non è ancora stabilizzato e ci possono essere ancora spazi per posizioni diverse.

  5. Purtroppo è così. Fino a quando gli interessi personali sono al di sopra degli interessi della collettività sarà sempre così. E’ assurdo che in un partito che fino a ieri si reputava di centro sinistra (PD), oggi cerchi alleanze con Fini e C. ex MSI e altro di destra anzi estrema destra. Ci mancano uomini del calibro del caro Enrico Berliguer.

  6. Da quando quel nano lì ha fatto diventare la parola “comunista” un insulto, tutti i partiti di pseudo-sinistra hanno fatto a gara per mostrarsi moderati, moderni, aperti al dialogo. Citano Gaber a cazzo di cane per dire che la dialettica destra-sinistra è un concetto vecchio. Così facendo, invece, non solo non convincono gli scettici, che si orientano sui partiti della peggiore destra (Grillo e Mionti), ma perdono anche pezzi degli elettori di sinistra più convinti.

  7. Lsinistra è morta quel maledetto giorno a padova!!!! nessuno di quelli che sono dopo hanno seguito la sua eredità…sono stati capaci di distruggere il più grande partito di sinstra europea!!!! il vuoto non si ricostruisce con un una serie di partiti riuniti sotto un vestito nuovo!!!! ma con gli ideali che si trasmettano al popolo…e che si riconoscano nei vaolori e negli ideali!!! senza ideali…non si costruisce neinte!!!!!!

  8. Anche io la penso così, cosa c’è di sinistra in questa offerta politica, purtroppo invece ritrovo qualcosa di sinistro!!! :(

  9. la sinistra non si ricostiuisce con chi fa alleanze organiche al seggio del palazzo,con programmi che in sede elettorali sono tutti ottimi e poi si vede nei fatti,prendiamo esempio dalle votazioni sulle missioni di pace ,sulle armi,sulle politiche di sviluppo sociale,sull’articolo 18 ,,altro??….

  10. Un articolo interrssante… Come sempre su QdS. Mi yrovo pienamente d’accordo con Sen. Però dovremmo smettere di pensare che la politica si riduca soltanto ai partiti che occupano un posto on parlame.to o che si presentano alle elezioni. Per impegnarsi, per militare, per attivarsi, c’è tanta politica anche fuori… L’importante, a mio avviso, è lavorare sempre seguendo due binari paralleli : onestà intellettuale e preparazione.

  11. concordo! tutti i partiti che si definiscono di sinistra, sono solo una barzelletta……

  12. Non ci sono piu’ uomini come Enrico..verissimo..e manca..eccome se manca..ma anche noi italiani..non siamo piu’ quelli Italiani!Avete saputo trasmettere quei valori a i vostri figli???Beh..io si’..ma mi guardo attorno..e ne vedo pochi che ancora li hanno..non solo a parole..ma con gli esempi!Forse..dobbiamo ritrovarli insieme…:-( NonnaG.

  13. il bipolarismo in Europa è rintracciabile in alcuni Paesi, è vero, ma in altri no. Se non ricordo male, in Belgio l’impossibilità, per gli elettori, di scegliere fra programmi diversi c/o i partiti che si erano presentati alle elezioni, aveva portato allo stallo governativo che si protrasse per mesi. In Germania, la Merkel governa con una grosse Koalition per analoghi motivi. In Israele, si verificò pochi anni fa una situazione simile.

  14. Roberta, sulla Germania solo un appunto: sono solo due i casi di Grosse Koalition (1966-1969; 2005-2009). Nel primo caso la guida era SPD, la seconda CDU-CSU. Ora la Merkel governa in coalizione con la FDP, mentre prima Schroeder governava in alleanza con i verdi.
    I ragazzi di eb.it

  15. In Italia non esiste una sinistra degna di tale nome perché dopo lo scioglimento del PCI è iniziata una lotta interna per stabilire chi sia il depositario e rappresenante del concetto di “sinistra”. Alcuni la considerano sinonimo di “comunista” e accusano l’altra fazione di essere democristiana, peccando di intransigenza e anacronismo, gli altri hanno troppa paura di offendere la chiesa cattolica e il ceto produttivo imprenditoriale per osare qualcosa di più socialista, peccando di codardia e arrivismo. Se in Italia non esiste una sinistra unita è colpa di entrambe le fazioni. Dopo non lamentiamoci se vince B.

  16. carissimo Amartya Sen, queste distinzioni tra destra e sinistra hanno fatto il loro tempo, è ora che si cominci a mettere in campo le energie di tutti gli uomini di buona volontà, che, mi creda, stanno sia a destra che a sinistra, e rifondare questa Nazione su principii di onestà, giustizia, competenza e lungimiranza. Serve, per cambiare, l’accordo più vasto su programmi di interesse comune, e che i soliti noti disfattisti arroganti e antidemocratici siano messi all’angolo insieme ai delinquenti arraffatori e predatori di cui abbiamo piene le tasche. Con stima

  17. Una assoluta autorità in materia economica che ribadisce le motivazioni per cui la adozione dell’euro è stata del tutto prematura. Nella sempre più grave situazione economica in cui ci troviamo, conseguente a tale decisione, sarebbe indispensabile avere dei partiti veramente democratici (Amartya San parla di Sinistra) in grado di affrontare seriamente questo problema. Si tratta finalmente di parlare chiaro e di dire che la salvezza delle economie nazionali viene prima del mantenimento di qualsiasi moneta, compreso l’euro!

  18. trovo, anchio strano che in un paese,dove gli uomimi polidici,come Gramici che anno dato la vita, e tanti uomini anno lasciato la vita sulle piazze.Questo partito sia finito cosi…..

  19. Di Sinistra da sempre , ma questa classe politica mi ha deluso , Bersani è un politicante come gli altri , appoggia le banche , le Coop e certamente non sta li a difendere noi operai .. OGGI L’UNICO CHE PER LE SUE IDEE SI AVVICINA AL POPOLO E GRILLO !!! Vai Beppe !!!!

  20. Ce qualcuno che ancora sostiene. Che operazione euro sia stata giusta?……allora spiegatemi come si fa Ada avere una moneta unica senza prima avere un governo centrale…vedi stati uniti…se poi vogliamo parlare di fatti spiccioli….eccovi la domanda…vi ricordate quando ci veniva detto che la base principale Dell euro era per il petrolio?…avere un euro forte significava pagare il petrolio in meno e quindi conseguente risparmio alle pompe…..giudicate voi…quanto paghiamo….la verità ,signori, e che ci hanno venduto e sacrificato in nome dei mercati e. Della fantomatica globalizzazione,ci hanno fatto entrare in Europa dicendoci che eravamo la quinta potenza industriale del mondo,non eravamo niente …….solo buffonate dei nostri politici di turno per coprire le loro malefatte…sono favorevole al ritorno della lira ,con tt le conseguenze del caso,sicuramente perderemo di meno di quanto stiamo perdendo”….vedi il caso di chi ne e’ iuscito.

  21. Basta intendersi su cosa significhi agenda di sinistra. Se significa priorità ai temi del lavoro, dell’occupazzione, della giustizia sociale, della lotta alla corruzione e all’evasione, dell’emancipazione delle donne, della tutela dei più deboli, del futuro delle nuove generazione, della tutela dei diritti e qui mi fermo, ma potrei continuare, invitandovi a leggere (leggeteli i programmi dei partiti prima di farvi vincere dal pessimismo, Berlinguer non ve lo perdonerebbe), i programmi di SEL e del PD.

  22. Se leggete il programma di Rivoluzione Civile, vi accrgerete che qualche agenda di sinistra ancora esiste !!

  23. E’ improprio definire il programma di Rivoluzione Civile come qualcosa di sinistra. Il problema non e’ il programma, ma sono le idee di sinistra che vanno realizzate dagli uomini. L’ unico che poteva ricompattare la sinistra e attuare sul piano della sostanza l’ agenda della sinistra era il grande Berlinguer.

  24. Vorrei ricordarvi che Berlinguer si è inventato il COMPROMESSO STORICO, proprio per salvare la democrazia da figure di stampo autoritario come gli attuali Berlusconi e Grillo. Quindi era di sinistra, ma capace di dialogare con le altre forze democratiche e di fare i conti con la realtà che lo circondava. Oppure pensate che tutti gli elettori della DC erano disonesti e antidemocratici? Anche loro erano stati partigiani (a differenza di noi). Inoltre vorrei anche ricordarvi che il PD è il diretto discendente del PCI. E che la maggior parte di coloro che una volta votavano PCI adesso votano PD o SEL, perchè vogliono VINCERE le elezioni e rimediare -per quanto possibile- ai danni che sono stati fatti in primis da Berlusconi (e in parte anche da Monti, il quale ha obbligato il PD a sostenerlo – pena una catastrofe economica di cui avrebbero fatto le spese i più deboli). Invece di andare tanto per il sottile, su come si fa a fare le cose giuste e su come sbagliano i partiti che effettivamente hanno delle responsabilità, mettetevi una mano sulla coscienza e pensate alle conseguenze che avrebbe un voto inutile e un governo del PD debole… sarebbero obbligati a cercare l’appoggio di Monti. Per colpa vostra. Voi avreste sicuramente scelto “bene”,la coscienza bella pulita, ma intano avremmo un governo moderato, anziché un governo di centro sinistra (e se già non vi va bene quello…). Se non vi fidate di me, fidatevi dei partigiani, che lo spiegano bene qui: http://www.anpicremona.it/?p=1803

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