Pace, l’offesa del Papa alla libertà

Non poteva scegliere giorno migliore, Benedetto XVI, per attaccare i matrimoni omosessuali, l’eutanasia e l’aborto. Il pontefice, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, definisce i tentativi di accomunare i matrimoni gay a quelli fra uomo e donna “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.

Le parole del Pontefice, recentemente sbarcato su Twitter, non lasciano spazio a interpretazioni:

La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale. Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità.

Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Operatori di pace sono coloro che amano, difendono e promuovono la vita nella sua integralità. La via di realizzazione del bene comune e della pace è anzitutto il rispetto per la vita umana, considerata nella molteplicità dei suoi aspetti, a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace.

Dunque, anzitutto capiamo chi genera l’offesa: offendere, oltre ad essere sostanzialmente sinonimo di “insultare“, deriva dal latino offendere, che tra i molteplici significati ha anche quello di “uccidere“, quando è riferito ad una battaglia. Stando quindi all’etimologia della parola, nel caso specifico chi ha offeso chi la pensa diversamente da lui è stato proprio il Papa.

Del resto, è il suo mestiere: come rappresentante massimo (pontefice, per l’appunto) di una religione totalizzante che non ammette “eresie” per definizione, tanto meno interpretazioni che si discostino dal dogma riconosciuto, il Papa cerca di imporre la propria visione del mondo usando la religione, e quindi Dio, come clava sugli atei, gli infedeli e via discorrendo. In nome di Dio sono state combattute così tante guerre, che ha proprio ragione Marylin Manson quando dice: “In nome di Dio sono stati compiuti i più grandi stermini di massa della storia dell’uomo, che non si capisce perché io non possa cantare inneggiando al Diavolo, per il quale nessuno ha mai combattuto una guerra.

In effetti, come sa bene Papa Ratzinger, anche sui cinturoni dei nazisti stava scritto: Gott mit Uns (Dio è con Noi). Poi, per fortuna, ha disertato. Speriamo lo faccia anche all’ennesima crociata del Papa che twitta parole d’odio, anziché parole d’amore.

6 commenti su “Pace, l’offesa del Papa alla libertà”

  1. Sua Santità continua a esternare pareri sconfinando sulla laicità dello Stato Italiano. Perchè non interviene anche quando lo Stato Italiano paga le pensioni ai cardinali (ben 7000 /€mese) che a loro volta non hanno mai versato 1 solo euro di contributi e ancora, perchè non interviene quando ci sono da pagare sia l’Acqua che la Luce che il Gas che le Fognature che adopera il Vaticano e che paghiamo noi e ancora perchè adopera tutti gl’intrallazzi per non pagare o pagare meno l’IMU?

  2. Minacce per la pace???? Ma come si fa ad esprimere concetti del genere? E da un pulpito del genere?
    Minacce per la pace sono la gente che crepa di fame, che crepa sotto le bombe, la gente in miseria che non ha più nemmeno gli occhi per piangere, la gente che non ha lavoro, la gente che non può curarsi. Quelle sono minacce per la pace. Che desolazione. Che tristezza. E lo dico da credente. Ma cosa ha questa Chiesa da spartire col Vangelo di Cristo?
    UNO, CENTO, MILLE Don Gallo!!!

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