Spending review, via i privilegi? No, via i menu di qualità ai malati

Spending review, revisione della spesa. Inizia la regione Veneto, intervenendo sulla voce di spesa più consistente delle regioni (l’80%), l’unica cosa veramente federalista in Italia: la sanità.

Ogni regione è un sistema a parte, o meglio, un sistema clientelare a parte: la sanità è un business (lo si è visto nel sistema lombardo) che scatena famelici appetiti di politici corrotti, imprenditori collusi, cosche mafiose. La spesa sanitaria in 18 regioni su 20 è fuori controllo, con milioni di euro di passivo generati da convenzioni con privati troppo generose, assunzioni clientelari, nomine politiche ai vertici delle ASL e quant’altro. Ce ne sarebbe abbastanza per cancellare tutto e ritornare al vecchio sistema.

In ogni caso, la scure dei tagli del governo porta le regioni a fare i conti con un sistema non più sostenibile: si tagliano dunque i privilegi (vedi Regione Lazio), si eliminano enti inutili e parassitari e si dà il via ad un’opera di moralizzazione della cosa pubblica?

AH AH AH. Ma dove credete di essere? Siamo in Italia! E dunque la spending review si fa sulle spalle dei più poveri, dei bisognosi e, nel caso specifico, dei malati.

La prima ad iniziare è stata l’Usl 10 di San Donà di Piave, che con una direttiva del 12 settembre ha specificato che:

«Non saranno più disponibili grissini, formaggio grana gratuggiato, formaggini, formaggio montasio, succhi di frutta, nettare di frutta, biscotti frollini monoporzione, crostatine alla frutta, tortine allo yogurt, l’olio d’oliva verrà sostituito con l’olio di mais, gli yogurt e gli omogeneizzati di frutta dovranno essere richiesti in sostituzione alla porzione di frutta»

Il menù avrà lo stesso apporto calorico, quindi tutto è in regola. Ma la qualità del servizio che viene erogato a fronte di tasse che quest’anno porteranno l’Italia al record mondiale (i contribuenti onesti arriveranno a pagare il 55%)? Peggiorerà.

E poi c’è anche chi ha il coraggio di dire che la Questione Morale non è la questione nazionale più importante. Dai temi del lavoro fino all’economia, come pensate di risolvere questi problemi con un sistema politico, economico e sociale corrotto, clientelare e amorale? E’ chiaro che non si può.