Goldman Sachs vota per il PD. E a dirlo è il PD.

Anche il peggior addetto ai lavori di comunicazione avrebbe saputo fare di meglio. Ma al PD evidentemente piace perdere facile. Dopo che il suo segretario Bersani ha tuonato dal palco di Reggio Emilia, “Il presidente del Consiglio non lo sceglieranno le banche” (l’attuale in carica invece sì), sul sito del partito democratico è apparsa una bellissima notizia, riportata persino in homepage: Goldman Sachs vota per il PD“.

Come come, scusa? La stessa Goldman Sachs accusata di aver falsificato i conti di Grecia e Italia negli anni ’90 per permettergli di entrare nell’euro? Quella che ha speculato sui nostri titoli, guadagnando plusvalenze da centinaia di milioni di euro? La stessa che prima ha ottenuto il ruolo di finance advisor con relative ricche royalties da Monti per dismettere il patrimonio pubblico (ossia, da un suo socio), salvo qualche giorno dopo ridurre ad appena 100 milioni l’esposizione verso i conti italiani (ha svenduto tutto)?

Sì, la banca simbolo della speculazione finanziaria che negli USA sta foraggiando a palate Mitt Romney contro Barack Obama, quest’ultimo reo di aver imposto vincoli troppo stretti alla finanza americana. E la Tobin Tax? E i pipponi sulle banche nemico del popolo di Fassina? Pura facciata, a quanto pare.

 Poi leggi l’articolo e capisci che titolo più infelice non si poteva scegliere: si poteva scrivere “Goldman Sachs prevede maggiore stabilità con una maggioranza di centrosinistra” o robe del genere. Invece no, a Largo del Nazareno si saranno esaltati per l’endorsement indiretto di una dei simboli dell’attuale crisi: finalmente siamo diventati di destra, avrà magari detto qualcuno di area fioroniana.

La domanda è: ci sono, ci fanno, o ci stanno semplicemente prendendo per i fondelli? (lo so, suona meglio l’altra parola che inizia per “C”, ma siamo in fascia protetta)