Abbiate pietà di noi (e rispetto per chi soffre)

Dunque, Grillo attacca Bersani. Bersani attacca Grillo. Fascista sì, Piduista no, zombie sì, politico no e via discorrendo. Non c’è che dire, un bellissimo e appassionante dibattito, che in realtà si risolve con qualche piccola riflessione e constatazione.

Che Grillo usi un linguaggio fascista è fuori da ogni ragionevole dubbio: l’ho anche dimostrato, per la gioia dei piddini e per l’ira funesta dei grillini (i quali, bontà loro, sono convinti che prendiamo i soldi dai poteri forti… e io vi dico: magari, almeno non dovrei sborsarli di tasca mia ogni anno).

Che Bersani faccia cascare le palle quando apre bocca, invece, basta ascoltarlo: bravissimo tecnico (un po’ lunatico, si veda la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio), pessimo politico, figuriamoci leader di un partito. Da Berlinguer a Bersani: combaciano solo le prime tre lettere e capite che non è la stessa cosa.

In mezzo a questa rissa da bassa osteria ci sono satrapi e cacicchi di ogni corrente e orientamento che cercano di salvare la poltrona seguendo come i cani da tartufo gli umori della gente, che una volta si chiamava “il popolo”. Il risultato è drammatico: non c’è una persona, nella politica attuale, che riesca a mantenere ferma una posizione per più di mezza giornata. Nella migliore delle ipotesi, smentiscono se stessi nel pomeriggio; nella peggiore, il giorno dopo dichiarano tutto il contrario.

Di straforo, di lato, ci siamo noi, i senza partito, rappresentati da nessuno, umiliati e derisi da molti, insultati e odiati da destra, da sinistra, da centro, passando per tutte le stelle e le stalle possibili della politica italiana. Noi, che siamo la stragrande maggioranza, veniamo blanditi come figurine nelle risse quotidiane tra persone che non sentono minimamente i problemi della gente perché non li vivono quotidianamente.

Ieri un vecchio militante comunista napoletano mi ha fatto riflettere su questa cosa: sia Berlinguer che Che Guevara provenivano da classi sociali agiate e benestanti (aristocratico il primo, borghese il secondo). Eppure entrambi hanno lasciato tutto (Berlinguer donò tutte le sue proprietà al partito) per la difesa dei più deboli, degli emarginati, degli svantaggiati. E’ semplice per il povero fare l’interesse del povero, molto più difficile per il ricco farlo. Ebbene, qui sta la grandezza dell’uomo politico di Sinistra: occuparsi anzitutto degli altri che soffrono.

Ecco perché non c’è un politico degno di questo nome: nessuno si occupa più degli altri una volta arrivato al potere. Gramsci, il 28 luglio 1918, scrisse che

“L’Italia è il paese dove si è sempre verificato questo fenomeno curioso: gli uomini politici, arrivando al potere, hanno immediatamente rinnegato le idee e i programmi d’azione propugnati da semplici cittadini.”

Non è cambiato nulla. Quindi una preghiera a Grillo, Bersani e tutti gli altri: abbiate pietà di noi che non ce la facciamo più a vedere la politica ridotta a schermaglie tra nanetti alti nemmeno un mignolo dei giganti che abbiamo perduto. E, above all, rispettate chi soffre occupandovi dei loro problemi.