Neofascismo: e se si provasse con la Cultura?

E’ di questi giorni la polemica sull’euro-raduno di estrema destra a Milano. Le anime contrarie si spaccano su una via più intransigente, ovvero proibire l’evento, e una più moderata, che si traduce nel chiedere una particolare attenzione alla Questura e di far scattare per davvero querele per apologia di fascismo in caso di esposizione di svastiche, celtiche o nell’eventualità di coretti nostalgici. C’è chi vorrebbe l’intervento del Sindaco di Milano, tramite comunicato stampa, Giuliano Pisapia risponde prendendo le distanze dall’evento, facendo capire però che non sono i Sindaci ad avere il potere di decidere quali siano le manifestazioni che si possono tenere nelle loro città.

Sta di fatto che il problema in Italia e in Europa esiste, ed è un problema che va affrontato con urgenza visto che formazioni riconducibili per programma alle ideologie neofasciste stanno aumentando sia di numero, sia di grandezza che di consenso elettorale.

Non si può più nascondere che il modello attuale di risposta al neofascismo non funziona, o almeno non è sufficiente.  La repressione che l’Italia, la Germania ed altri paesi europei hanno introdotto a fine esperienza dittatoriale è comprensibile per l’epoca in cui è stata pensata, ma poco lungimirante. Proibire per legge la ricostituzione del partito fascista italiano o il partito nazionalsocialista tedesco ha poco senso se poi è sufficiente cambiare sigla e ritoccare leggermente lo statuto per far passare dei fascisti come liberali o conservatori. L’NPD tedesco, per esempio, è considerato dalla maggioranza dei tedeschi incostituzionale, ma la Merkel stessa, a una domanda precisa, ha dichiarato che sarebbe inutile renderli illegali, perché si ricostituirebbero con un altro nome.

La domanda da porsi è se un problema culturale come il neofascismo possa essere davvero sconfitto con i divieti, o se forse è il caso di trovare risposte più adeguate. Divieti che rischiano anche di avere l’effetto opposto, creando senso di appartenenza e gusto del proibito presente sovente nei ragazzi che sono il bacino di utenza principale per queste formazioni.

Mi chiedo come sia possibile che la Scuola in Italia, paese che si è dato una Costituzione dopo la traumatica esperienza fascista, non abbia nulla nei suoi programmi per prevenire il risorgere della cultura fascista; anche lo studio della Storia Contemporanea è spesso sacrificata nei programmi delle superiori. E’ imbarazzante che solo gli studenti universitari di Scienze Politiche o di Storia imparino davvero che cosa sia stato il fascismo. In un paese come il nostro, in cui la maggioranza della popolazione over 15 ha al massimo la licenza media, non ci si dovrebbe stupire della presenza di rigurgiti neofascisti. Purtroppo non siamo soli: evidentemente anche la Germania, tanto simile all’Italia su questa tematica, ha gli stessi problemi.

Mi chiedo se un governo tanto attento al taglio degli sprechi non potrebbe eliminare l’ora di Religione nelle scuole dell’obbligo, che impone di fatto l’assunzione di docenti dedicati, anziché fare nuovi accordi col Vaticano rendendo obbligatorio un master in religione anche per le maestre di materne ed elementari per essere abilitate all’insegnamento del Divino. In alternativa si potrebbero mettere in atto quelle risposte educative tanto necessarie contro il neofascismo insegnando:

1) Educazione all’Integrazione alle Elementari
2) Educazione alla Solidarietà e al Volontariato alle Medie

3) Antifascismo alle Superiori

Utilizzando personale già presente nel corpo insegnanti, coinvolgendo associazioni di volontariato e l’Anpi per istituire localmente nelle scuole incontri dedicati.

Se proprio non funziona meglio il modello educativo su quello repressivo, almeno potremmo dire di aver risparmiato qualche soldo: di questi tempi è già qualcosa.

1 commento su “Neofascismo: e se si provasse con la Cultura?”

  1. In Italia..nella nostra Costituzione cio’ non e’ permesso..mi auguro che chi di dovere ne prenda atto!Stiamo ancora pagando il fio dell’epoca fascista..e visto i rigurciti antidemocratici e razzisti che sembrano riuscire dalle fogne..con le varie vergognose azioni che questi fanno,e’ bene attenersi alla legge ed alla Costituzione!Non hanno diritto ne’ a manifestazioni ne’ a comitati..ne’ al riformare un qualsiasi partito fascista!Questa e’ l’Italia..si spostino in altri posti..se li vogliono!Gianna

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