Perché Craxi era un ladro

Stefania Craxi scrive una lettera aperta a Giuliano Pisapia, che domani alle 15 inaugurerà Piazza Berlinguer a Milano, chiedendogli perché a Bettino Craxi non è stata intitolata una piazza.

Basterebbero poche parole: perché Bettino Craxi era un ladro.

In un Paese serio, a chiudere la questione Bettino basterebbero le 3 sentenze definitive emesse dalla Cassazione (10 anni per le tangenti Eni-Sai e la Metropolitana Milanese; prescrizione per le mazzette dalla berlusconiana All Iberian). O i 40 miliardi giacenti sui suoi 3 conti svizzeri personali, gestiti non da tesorieri PSI, ma dall’ex compagno di scuola Giorgio Tradati e poi dall’ex-barista Maurizio Raggio, destinati agli “interessi economici anzitutto propri di Craxi” (Sentenza All Iberian).

Senza contare quella ventina d’anni accumulati tra primo e secondo grado e l’attività di spionaggio condotta contro Enrico Berlinguer e i vertici del PCI, nella speranza di poterlo infangare.

La figlia di Craxi si chiede cosa c’entri Enrico Berlinguer con Milano. Ebbene, fu all’età di 23 anni che Enrico Berlinguer, giovane militante comunista antifascista, fu mandato a Milano, da Togliatti, a riorganizzare le fila  del Fronte della Gioventù (che univa socialisti, comunisti e democristiani) e poi da segretario della FGCI.

Sempre a Milano, nel 1972, fu eletto segretario generale del Partito Comunista Italiano. E non è vero che a Milano il leader comunista è sempre stato sconfitto dai socialisti: il PCI era il primo partito della città e ha sempre governato in giunta con il PSI (motivo per il quale qui a Milano, dove prevaleva l’ala “migliorista” del Partito, tangentopoli ha de facto distrutto la dirigenza come per il PSI).

E non fu Enrico Berlinguer ad essere antisocialista: fu Bettino Craxi ad essere anti-comunista. E ben sappiamo a che pro usò la sua nuova linea, per fare a pezzi il manuale Cencelli e dividersi a metà la torta del potere nazionale con la Democrazia Cristiana. Altro che il Mitterrand italiano, che la Sinistra francese la unì tutta.

Bettino Craxi trasformò Milano non in una moderna capitale europea, ma in una vecchia corrotta metropoli sul cui tessuto sociale imperavano mafie e criminalità organizzata. Da Capitale Morale a Capitale delle tangenti.

E se oggi siamo sull’orlo del baratro, è anche grazie alle politiche economiche scellerate dei due governi Craxi. La sua figliola, è comprensibile, può strillare quanto gli pare: si studi la storia, però, prima di straparlare. Chissà che non impari la decenza che mancava a suo padre.

P.S. Noi domani ricorderemo Enrico al Liceo Classico G. Parini di Milano, alle 20:30.

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