Marchionne minaccia: “Lasceremo l’Italia”

Siamo una multinazionale e abbiamo attività in tutto il mondo: potremmo andare avanti anche senza l’Italia“. Tradotto: non avevo un piano industriale prima, non ce l’ho ora, quindi accuso i lavoratori di voler far saltare il tavolo, anche se ho stracciato i contratti collettivi e avevo promesso che in cambio avrei fatto miliardi di investimenti che prima non avevo fatto.

Sergio Marchionne, quello che Bertinotti chiamava nel 2006 “il padrone buono”, con cui Chiamparino era solito giocare a scopone scientifico e che si è comprato la Chrysler con, de facto, le sovvenzioni dello Stato italiano, ha gettato la maschera. Con buona pace di quelli, come il Sindaco di Firenze, che stavano con lui senza se e senza ma. Dei fallimenti di Marchionne aveva già parlato Milena Gabanelli. Poi noi avevamo sottolineato il suo terzo ricatto, passato sotto silenzio, e avevamo profetizzato come, alla fine, Marchionne avrebbe abbandonato l’Italia semplicemente per mancanza di un piano industriale credibile.

Ebbene, ora vorrei proprio vedere la faccia di quelli che hanno difeso fino all’ultimo il manager col maglione, il grande innovatore (Monti dixit), che in realtà si è scoperto essere solo uno spericolato speculatore in Borsa, visto che le sue performances in giro per il mondo nel campo delle automobili segnano un vistoso meno a due cifre. Ma tant’é, questo è quello che passa il convento. Ma state tranquilli, al massimo scenderà a fianco di Marchionne e di Cacciari a fare il terzo incomodo nel Terzo Polo degli ex-fascisti di Fini e dei democristiani mai pentiti di Casini.

In fondo, a loro che gliene frega di sbattere in mezzo alla strada centinaia di migliaia di lavoratori? Loro, lo stipendio, ce l’hanno e sempre molto alto. Tutto il resto, per loro, è solo noia.

6 commenti su “Marchionne minaccia: “Lasceremo l’Italia””

I commenti sono chiusi.