Ecco cosa succede quando gli ideali non sono la bussola

Quest’estate è stata un continuo di inchieste, approfondimenti, indagini sui parlamentari e loro benefit. Giornali di destra e di sinistra gonfiavano la propria tiratura sotto il sole di ferragosto, lasciando una volta tanto da parte i segreti del sesso o le probabili ubicazioni del punto G per parlare dei privilegi di cui gode la classe politica.

Direte: meglio così. E invece no. Perché, oltre a parlare di tante altre caste (magari a cominciare da quella dei giornalisti che ha poco da invidiare a quella politica, per seguire con il clero), qualcuno avrebbe potuto fare una, dicesi una, riflessione seria sul fatto che l’attuale Parlamento è una cricca di nominati che da mesi tiene in vita un governo politicamente morto, grazie al quale gli speculatori ci hanno preso di mira per far crollare Euro, Europa e mandare tutto a donne allegre.

Una cricca di nominati che, qualora cambiasse la legge elettorale, non rimetterebbero piede a Montecitorio nemmeno per errore, visto che non li conosce nessuno (a parte i loro capi-corrente che lì li hanno piazzati); e dunque, la pensione, per la gran parte dei novizi, si percepisce solo a legislatura intera (non come prima, che bastavano due anni e mezzo), quindi Silvio è in sella (non si sa per quanto) solo grazie alla pensione che costoro sperano di maturare.

Questo succede principalmente perché a fare le liste sono state, nel 2008, sette persone, magari coadiuvate da qualche loro fedelissimo, che ha infarcito le liste di portaborse, arrivisti, falliti, nonché corrotti e delinquenti (alla faccia della virtus senatoria). Ma il caso più eclatante è certamente quello di Scilipoti, messo in lista da Di Pietro: pare infatti bastasse essere dei Mr. Preferenze e giurare odio eterno al Cavaliere per essere arruolati in lista e questi sono i risultati (l’Idv sta morendo sotto il peso di ex-dc che non hanno nulla da invidiare a Scilipoti).

Ideali? Passione civile? Zero. Niente di niente. Check-up morale? Nemmeno. Così il Cavaliere si è salvato a dicembre e così continuerà a salvarsi, mentre Scilipoti, che già copiava dal Manifesto fascista di Gentile, ora può scatenarsi nel dare contro a froci e troie.

Che dire, forse alla prossima tornata elettorale sarà il caso di verificare passato e orientamento politico-culturale dei candidati… il discorso vale, ovviamente, anche per Bersani e Vendola… perché di Binetti, di Dorine Bianchi, di Turigliatti e chi ne ha più ne metta ne abbiamo sinceramente, noi elettori di Sinistra sopravvissuti ad una classe dirigente disastrosa, le scatole piene.

5 commenti su “Ecco cosa succede quando gli ideali non sono la bussola”

  1. anche uno come Maurizio Costanzo , durante la trasmissione “in onda” su la 7 , ha ricordato come ultimo lider della sinistra Italiana , Enrico Berlinguer , ultimo signore della politica Italiana

  2. Tutto vero e tutto giusto tranne la fine. Non sono Bersani e Vendola, che magari hanno altre colpe, ma Veltroni (c’era lui nel 2008) e Bertinotti (per risalire a Turigliattu devi andare indietro al 2006).

  3. Nel mastodontico programma dell’Unione c’era scritto che ci saremmo ritirati dall’Iraq (cosa che è successa), non dall’Afghanistan. Ergo, Turigliatto lo metto alla stregua dei Mastella e di tutti quelli che del programma elettorale se ne fregano come un ex-dc qualsiasi. Senza contare che da quel momento votò contro a tutte le leggi della maggioranza e del governo. (PF)

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