Ieri era il 27° anniversario dalla morte di Enrico. E ovviamente lo abbiamo ricordato con tutti gli onori (chi se non noi, di enricoberlinguer.it?). Il giorno dopo, passata l’emozione collettiva, ma non il ricordo e l’impegno, mi sembra naturale ricordare un’altra compagna, anche lei comunista, morta cinque anni fa (precisamente il 3 giugno): Vittoria Giunti. E non solo per far pubblicità al bellissimo libretto di 70 pagine scritto da Gaetano Alessi, ma anche e soprattutto per assolvere nobilmente la funzione che si è dato questo blog: far conoscere le storie che senza l’impegno di gente come Gaetano verrebbero spazzate via dalla furia dei mezzi di distrazione di massa, sempre più pronti a distruggere menti che a formarle trasmettendo esempi di coerenza e di onestà.
Sì, perché noi giovani non abbiamo bisogno di sermoni, quanto di esempi di coerenza e di onestà (come diceva giustamente un altro grande nostro esempio, Sandro Pertini). E ci siamo sinceramente stancati di sentire chi predica male e razzola peggio darci lezioni di stile e di politica. Ripubblico quindi volentieri la storia della genesi di questo libro (con le informazioni su come riceverlo, visto che in libreria non si trova), sperando di fare cosa gradita a tutti.
—
Il Viaggio di Vittoria Giunti ed i ragazzi di AdEst – tra Resistenza e antimafia militante, di Gaetano Alessi
Da quando è iniziato il mio viaggio con Vittoria, ho sempre pensato che a un certo punto si sarebbe fermato, forse perché ho dovuto conquistare con difficoltà ogni centimetro di vita e raggiungere un risultato è sempre sembrato quasi utopico. E invece dal 2009 è iniziata una strada che sembra non finire più.
La storia che Vittoria Giunti aveva raccontato a un gruppo di ragazzi, sta diventando patrimonio comune grazie a persone che hanno creduto in quello che era un sogno, ma giorno dopo giorno diventa un progetto.
All’inizio i rifiuti sono stati tanti, finchè Roberto Olivieri, permette alla storia di Vittoria Giunti, di diventare un libro. Giorgio Santelli di Articolo21 ne firma l’introduzione. Paolo Vizzì, tramite Irene Di Benedetto, riporta alla luce le foto di Vittoria a Raffadali. Ester Vedova e Daniela Di Benedetto dimostrano il senso di un lavoro di memoria.
Esce la prima edizione in settecento copie: Ad Est mantiene la promessa fatta a una “Rivoluzionaria gentile” che ci aveva regalato tanto. Di quella edizione non ho scelto nulla. Olivieri si è occupato della grafica, del formato e ha anche cambiato il titolo: dal mio “Vittoria” a “Le Eredità di Vittoria Giunti”. Il suo commento ci ha commosso: “la vostra storia è nei suoi racconti, tutta lì, basta saperla leggere”. Aveva ragione Roberto e quel libro è stato un seme che immediatamente ha iniziato a germogliare. Un piccolo volume, senza pretesa né di saggio storico né di opera letteraria, un semplice “atto d’amore” che credevo sarebbe rimasto circoscritto al territorio d’origine, da regalare a Biblioteche, scuole, comuni, enti, per fare in modo che la storia del primo sindaco donna della Sicilia non fosse dimenticata. Mi sbagliavo. Dal giorno dell’uscita, attraverso la rete, sono arrivate richieste da tutta Italia, ma dopo le prime tre presentazioni a Raffadali, Santa Elisabetta e Agrigento, il libro era già esaurito.
Che fare allora? Senza un euro e con la scelta di non sottrarre nemmeno un centesimo al cartaceo di AdESt, fermi nell’idea che il volume dovesse rimanere gratuito, abbiamo chiesto ai lettori di “adottare” il libro. La risposta ancora una volta ci ha colpito, è stata straordinaria rispetto alle nostre aspettative, in più, con una bella fetta delle nostra quattordicesime e l’aiuto di Giacomo Di Benedetto è nata la seconda edizione: mille copie nel maggio del 2010. Stessa grafica, stesso formato, stessa voglia di stare sulle barricate. Mentre si percorre una strada si fanno incontri, si conoscono persone e creano relazioni.
Dopo aver scritto un pezzo per Roberto Morrione “Il potente ed i ragazzi”, dopo aver partecipato un’iniziativa nata per caso a Sant’Agata sul Santerno (sostituivo Luciano Mirone) è nata l’amicizia con Gianluca Floridia che ci ha aperto le porte alla collaborazione con la Rete NoName di Bologna, Lo Zuccherificio di Ravenna e da lì a poco con l’associazione Sui Generis di Parma, grazie a Francesca Mastracci, cui ci legavano trascorsi radiofonici.
Questo insieme di intelligenze che si univano ha creato le basi per quella “piccola magia” che si è trasformata nel “viaggio di Vittoria”. La storia di una “Resistenza” lunga sessant’anni, dal nazifascismo, alla lotta contro il feudo e per l’emancipazione femminile nella Sicilia degli anni ‘50 e, quarant’ anni dopo, l’ultima battaglia contro il cuffarismo, al fianco dei ragazzi di AdEst. Una storia che ha girato, come il vento, l’Italia nel corso di ventiquattro presentazioni. Ed in ogni luogo l’unione dei ragazzi di AdEst e della partigiana ha creato nuovo entusiasmo, nuova speranza, nuova solidarietà e nuove amicizie.
Siamo nel 2011 e l’uomo con cui ci siamo battuti per anni è stato sconfitto: Salvatore Cuffaro è entrato in una cella di Rebibbia il 22 gennaio con una condanna per mafia e ci resterà per più di un lustro. Vittoria Giunti, scomparsa nel 2006, ha vinto anche la sua terza “Resistenza”, la sua forza, i suoi ideali hanno camminato sulle nostre gambe. Gambe resistenti e costanti che ci hanno portato a Palazzolo Acreide a ritirare il premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava” 2011. Poi lungo la penisola, tra scuole, comunità, centri sociali ed atrii comunali a raccontare una parabola umana che non ha mai fine, perché si basa sui valori dell’etica e della “legalità morale” spesso in contrasto con quella “legalità sostanziale” fatta di leggi indegne in cui si annidano politici corrotti, mafiosi e indifferenti.
Continua il “viaggio di Vittoria” ma i libri finiscono e ci ritroviamo nuovamente a chiederci “che fare?”. Un’ultima edizione dunque, altre mille copie per coprire le già sette presentazioni in cantiere e per donare alle biblioteche che hanno il difficile compito di mantenere la nostra memoria, la straordinarietà di una storia normale. Un’altra richiesta di “adozione” ai nostri lettori, questa volta sulla fiducia.
E il formato cambia, perché questa storia, come la nostra vita, è in continuo mutamento. Lungo la strada, nel corso degli ultimi tre anni, abbiamo raccolto materiale, ritrovato nastri e filmati, sentito testimonianze. Da uomini che sono sempre stati dalla parte degli sconfitti, con la certezza che non era la parte sbagliata, ci siamo ritrovati dalla parte dei “vincitori”, con Cuffaro in carcere e noi più liberi. Quindi con un’altra storia da raccontare, perché tra “Le eredità” che Vittoria Giunti ha lasciato, AdEst è una piccola, ma rumorosa, parte.
Un frammento della storia del giornale della stella solitaria da incastonare in coda al volume per sancire la fine di una fase storica, la fine della nostra “resistenza”, la fine di un libro.
Quello che oggi mi ritrovo tra le mani è il volume che sognavo già nel 2003 quando Vittoria ci rilasciò la prima intervista. In quegli anni era tanto potente la macchina dei Cuffaro, che nessuno scommetteva un centesimo su di noi, nessuno credeva che saremmo vissuti otto anni, che avremmo editato 51 numeri del giornale e che addirittura ci sarebbe stato un “lieto fine”. Perché otto anni nel cono della “mafiosità” sono tanti e lasciano ferite profonde nell’anima di chi li vive.
Ma alla fine questo è un “viaggio” di speranza ed amicizia senza confini. Questo libro, come la storia di Vittoria, è la dimostrazione che se si ha coraggio, forza di stare insieme, qualche buona idea e la schiena dritta, non c’è potente al mondo che non possa essere battuto. E sono convinto che questa storia continuerà a camminare, come un atto d’amore per la nostra terra, perché nasce da rabbia e fatica, polvere e sangue, solidarietà e passione.
Il libro può essere richiesto con una sottoscrizione militante che andrà a coprire le spese di stampa e finanziare le attività di AdEst che da sempre vivono esclusivamente di sottoscrizioni. L’indirizzo mail a cui chiedere il libro o per organizzare una presentazione è adest1@libero.it Fermo restando che chi volesse leggere il volume e non sottoscrivere, il libro gli verrà inviato a casa gratuitamente.
E pensare che c’è un oscuro e fallito ex comico, di cui ora non ricordo il nome ma mi pare sia genovese, che dice che “sono tutti uguali”…
è TROPPO COMODO DIRE : “SONO TUTTI UGUALI”. è COME SE SI DICESSE : “ARRENDIAMOCI SENZA COMBATTERE .” SIGNIFICA PAR VINCERE LA MAFIA E FORSE MOLTI VORREBBERO CHE IL SUD RIMANESSE COSì : SCHIACCIATO IN UNA MORSA DI INDIFFERENZA, DI APATIA….
la sicilia ha avuto la rosa, purtroppo adesso in italia abbiamo la russa che per fortuna non è sindaco ma è sempre un danno
vittoria il nome dice tutto,adesso la sicilia è più in perdita
ho nominato la russa che guarda caso è proprio siciliano
Ancora una volta i fatti mi danno ragione:le persone vanno considerato per le loro AZIONI e non per l’appartenenza per nascita !!!!
Forza siciliani ONESTI…abbattete tutte le mafie e le mentalità mafiose…(che oggi fanno comodo a tutti gli italiani!!!)
Riflettete!!!!!!!!!!!quante volte avete scelto un posto per fermarvi, per rilassarvi , per dedicarvi dei relax nei pressi di una fontanella,domani la troverete chiusa o a gettoni ,peggio in bottiglia nei Monti SIBILLINI è successo!!!!!!!!!!