Oggi potete leggerci, domani chissà: i blog sono “stampa clandestina”

Oggi potete leggerci. E attraverso la fanpage di Enrico Berlinguer, che si appresta ad arrivare a quota 200.000 iscritti, siete in media 20.000 al giorno, con picchi di 50.000 lettori quando proprio ci sono alcuni nostri articoli che vi piacciono da impazzire. Ci sostenete anche cliccando sui banner che da un mesetto trovate sul sito, permettendoci di racimolare qualche euro per l’affitto delle sale delle nostre iniziative, quando non ne troviamo a gratis (esempio all’università statale di Milano, il 10 giugno, per il Convegno sulla Questione Morale).

Da domani, però, Qualcosa di Sinistra, così come gli altri 50.000 blog italiani, potrebbero sparire, pena la condanna al reato di “stampa clandestina“. Basta che qualcuno non apprezzi quello che scriviamo, che può portarci in tribunale e la polizia ci sequestrerebbe tutto, magari facendoci finire pure in galera.

Accade in Italia. E solo in Italia. Grazie ad una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania, che ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n° 47 del 1948.

Insomma, noi come Repubblica, il Corriere, Il Fatto etc., come se fossimo una redazione di tutto punto, obbligati ad indicare editore e direttore responsabile.

Tutto nasce dalla vicenda dello storico e giornalista siciliano Carlo Ruta e del suo blog Accadeinsicilia, che si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008.

Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi, dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore.

La domanda è: cosa succederà ai 50mila blog italiani? Ovvio, non appena qualcuno di loro (e noi ad esempio) daranno fastidio al potente di turno, potranno chiuderci senza alcun problema. A meno che non intervenga il Parlamento in senso contrario, stabilendo, com’è in tutto il mondo, che i blog non possono essere equiparati alla carta stampata (altrimenti lo Stato ci dia per ogni nostro e-reader l’equivalente dei finanziamenti pubblici che prendono Repubblica e il Corriere per i loro lettori presunti).

Tutto questo accade in Italia. Noi, per precauzione, fra qualche settimana slittiamo sui server americani. Là, per fortuna, la libertà d’espressione non è una barzelletta.

29 commenti su “Oggi potete leggerci, domani chissà: i blog sono “stampa clandestina””

  1. la nostra costituzione:

    Art. 21.
    Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
    La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

    ma questi giudici hanno studiato sugli album delle figurine o son comprati ?

  2. il governo del nano ha in serbo una legge secondo la quale i blog saranno equiparati ai giornali ma cè di più… il rilascio dell’autorizzazione(tesserino/patentino/ di giornalista per pubblicare news su internet lo deve rilasciare il governo…. ovvio che vi sarebbero discriminazioni se questa legge passasse e comporterebbe il pieno controllo del governo (e non del parlamento) su internet italia…quindi prepariamoci alla ennesima mobilitazione..

  3. La rete non ci compra e non si oscura se non perchè venga la fine del mondo

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