#astTerni, questo governo puzza di olio di ricino

Alla Leopolda Matteo Renzi gli aveva promesso: “Mi impegno“. Del resto, nella settimana in cui il Papa in Piazza San Pietro si appellava al buon cuore di Meridiana affinché “nessuno resti senza lavoro“, il premier non poteva certo dire ai rappresentanti delle acciaierie di Terni “fatevi eleggere se volete uno stipendio“.

Così oggi a Roma erano in 600 a protestare contro i 537 licenziamenti annunciati dalla ThyssenKrupp (sì, quella ThyssenKrupp) sullo stabilimento di Terni. Il corteo doveva attraversare Roma: dopo il sit in davanti all’ambasciata tedesca, l’obiettivo era un analogo sit in sotto il ministero dello Sviluppo economico. Ma al ministero non ci sono arrivati: sono stati manganellati prima. La polizia ha caricato senza alcun motivo, mandando all’ospedale 4 operai e colpendo anche Maurizio Landini, che ha risposto così. Ora si sono inventati che volevano impedire l’occupazione della Stazione Termini, ma è una balla.

Ora, nell’attesa che l’uomo che è riuscito a battere Berlusconi per presenza in tv e annunci a raffica dica qualcosa (è in silenzio da stamattina), va detto che un governo che manganella gli operai puzza troppo di olio di ricino. Passi l’ideologo Serra che chiede l’abolizione del diritto di sciopero, passi la battuta tatcheriana sui sindacati che dovrebbero farsi eleggere per discutere di norme sul lavoro, passi anche la quotidiana strafottenza con cui vengono sistematicamente insultati, ridicolizzati e offesi tutti quelli che vedono ben oltre il troppo fumo degli annunci per vedere che di arrosto c’è poco e niente. Passi tutto questo, perché lo abbiamo sopportato con Craxi prima e con Berlusconi poi, quindi non vi è alcuna ragione per non sopportarlo anche con il loro erede politico de facto, benché bestemmi dicendo di ispirarsi ad Enrico Berlinguer.

Quel che è accaduto oggi non ha nulla di moderno, nulla di Sinistra, tanto meno nulla di futuro: è la riedizione della peggior Destra reazionaria di fine ‘800, prona agli interessi del grande capitale ed autoritaria nei confronti dei più deboli. E non ci voleva certo Piketty per constatare come la società attuale sia più simile a quella ottocentesca, con una ristretta elite di privilegiati e una massa di poveri e diseredati che cresce ogni giorno di più.

Una preghiera, quindi, a Renzi e ai renziani: spendete pure 300mila euro per la Leopolda, inventatevi ogni giorno nuovi slogan a caso per distrarre la gente, ma la parola Sinistra lasciatela stare. Non ne siete degni, così come non siete degni delle parole, delle idee e delle storie che quella parola ha espresso. E che, nonostante voi, continuerà ad esprimere.