Canem et Circenses: Milano, gli animalisti e i regolamenti

Un ottimo spunto di tesi sarebbe lo studio dell’influenza degli animalisti nelle politiche amministrative degli Enti Locali. Perchè la bozza che sta girando nei Consigli di Zona di Milano del nuovo Regolamento di Tutela degli Animali del Comune ha dell’incredibile, un completo appiattimento della logica e della ragione a favore delle lobby e delle associazioni degli amici a quattro zampe. Per carità non è ancora una proposta di delibera, la Segreteria Generale sicuramente falcerà i deliri più macroscopici, ma a parte i dettagli tecnici, dal testo si evince il ragionamento di fondo, ed è quello che preoccupa.

Nel capitolo dedicato alla Sperimentazione Animale il Comune arriva addirittura a dare un giudizio di merito mettendo in dubbio la validità dei risultati e attribuendo falsamente questa perplessità alla Comunità Scientifica. Comunità scientifica (grafico in basso a destra) che ovviamente è favorevole alla sperimentazione animale e la reputa necessaria. E’ grave che nella bozza di un regolamento ufficiale del Comune i legislatori si avventurino in giudizi su cose che non conoscono, dando retta invece a leggende metropolitane copiate dai siti animalisti. Consiglio a chi ha scritto la bozza di informarsi meglio sulla questione. Condivisibile la petizione lanciata da Alessandro Papale, consigliere di Zona di SEL per la rimozione dal Regolamento  dell’intero capitolo.

Ma oltre alle prese di posizioni astratte, il regolamento impatterà concretamente nel quotidiano, dando via libera ai più inaspettati capricci degli animalisti: cani e gatti avranno accesso illimitato negli luoghi pubblici, dai parchi agli uffici, dagli esercizi commerciali ai mezzi di trasporto. Senza limiti di taglia o di numero. Negli spazi condominiali non sarà più possibile limitarne l’accesso, ascensori compresi. Pur essendoci l’obbligo per i padroni di raccogliere i bisogni del proprio cane non è richiesto di andare in giro con paletta e sacchettino. Si arriva al ridicolo quando si parla di tutela dei piccioni vietando i respingitori ad aghi metallici da abitazioni o monumenti. Dando 12 mesi per rimuoverli. Solo per adeguare il Duomo di Milano occorrerebbero milioni di euro, chissà il resto della città o chissà se in tempi di crisi è proprio necessario garantire oltre al menù vegetariano (già presente) anche quello vegano in tutte le mense scolastiche meneghine.

C’è poi un conflitto di interesse evidente. Le Guardie Eco-Zoofile dell’OIPA possono sanzionare con multe chi non rispetterà il regolamento comunale di Tutela degli animali. Nel regolamento si spiega che gli introiti delle multe potranno essere utilizzati dal Comune solo per attività dedicate al benessere e la protezione degli animali. Quindi agenti, che vengono da un’associazione animalista, tramite le multe andranno a riempire un fondo utilizzabile solo per iniziative animaliste, fondo dal quale si prenderanno i soldi per bandi a favore di queste associazioni. E’ come dare ai vigili una percentuale sulle multe, le Guardie Eco-Zoofile saranno incentivate a fare più multe possibili.

L’aspetto più grave è che l’OIPA ha partecipato al presidio, sabato 20 aprile, in appoggio del blitz animalista che ha devastato il Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano, centinaia di migliaia di euro di danni e anni di ricerca su malattie rare buttate dal fanatismo animalista. Mi chiedo se il Comune può collaborare e ricevere agenti con potere di polizia giudiziaria da una associazione che non solo non condanna ma addirittura intercede a favore di criminali che hanno sfasciato un dipartimento universitario.

C’è da chiedere alla giunta arancione se avere a Milano l’ assessore con delega alla Tutela degli animali, il Garante degli Animali, l’Ufficio di Tutela Animale, la Consulta Animalista, Le Guardie Eco – Zoofile e le Guardie Ecologiche Volontarie non sia un po’ esagerato. Se al posto di promuovere nelle scuole la sensibilizzazione verso gli animali non è il caso di dedicare le stesse ore per l’integrazione, l’educazione alla legalità o per l’educazione civica, argomenti che elettoralmente tirano di meno ma forse, oggi, più necessari.