Pierpaolo Farina: Cercando Enrico, strada per strada

di Nando dalla Chiesa, Storie Italiane, Il Fatto Quotidiano, 13/01/2013

A sinistra il web, a destra la discoteca. Un po’ con l’accetta, ma sono queste le armi della gioventù che si butta nelle campagne elettorali. Il resto è muffa. Potete mai immaginare una campagna senza facebook, senza twitter, senza blog, senza la immensa forza di rimbalzo della rete? O, passando dall’altra parte, potete concepirne una senza la frenesia inebriante della discoteca, tubini neri e tacco 12, e le esplosioni vitalistiche alla faccia del grigiore della sinistra?

ECCO, PIERPAOLO FARINA di anni ne ha 24 appena fatti, frequenta giovani e giovanissimi, ma nel suo Olimpo elettorale non troverete né l’effervescenza del web né l’adrenalina della disco-music. C’è soprattutto una cosa che gli mette i brividi. Un incitamento che arriva dai microfono di una piazza piena di gente, da un palco imbandierato, e che suona così: “Casa per casa, strada per strada“. Lo usava Enrico Berlinguer, che forse l’aveva imparato da ragazzo nel suo Pci. E che lo usò senz’altro a Padova, tenendosi a fatica in piedi in quel drammatico 7 giugno del 1984. Altro che il web, altro che gli aperitivi, altro che lo sballo. Lì c’era davvero la bellezza della politica. Non bisogna stupirsi. Il padre di Pierpaolo, perito elettrotecnico morto quando lui aveva quattordici anni, aveva seguito la contestazione di Mario Capanna. La mamma, napoletana, è stata l’unica figlia comunista in una famiglia democristiana.

Sopracciglioni alla Ciampi, ma color carbone, Pierpaolo è un tipo particolare (o forse molto normale) di giovane di Sinistra. Polemico verso i partiti, ne trova ed elenca impietosamente i vizi e le magagne senza risparmiare nessuno. Aspro verso il Pd “senza ideali e troppo frequentato da chi si fa un baffo della questione morale“, ma anche verso la demagogia di Grillo benché buon amico di qualche grillino. Deluso da Sel e diffidente verso la sinistra rifondarola e anche verso gli odierni arancioni. “Mi toccherà votare il meno peggio”, dice sconsolato. Solo il mito dell’ultimo grande segretario comunista gli scalda politicamente il cuore. Per questo ha dato via a un sito dedicato a lui, www.enricoberlinguer.it, da cui si è poi staccato, come una costola, anche un blog di gruppo, www.qualcosadisinistra.it, in cui campeggia sempre la foto del leader amato.

Un sito che cura con amore certosino, animandolo di mille polemiche: una media mensile di diecimila visitatori al giorno, una certa abilità telematica, perché senza il web nemmeno questa sua passione per la vecchia e grande politica troverebbe cittadinanza nel villaggio globale. Nessuno però pensi ad uno sfaccendato.

Pierpaolo è un brillante studente universitario (corso magistrale in Scienze sociali), ammesso e tornato a razzo dalla London School, dopo averne scoperto l’allergia verso i portafogli leggeri. Curriculum pieno di lodi e passioni genuine fuori dai libri. Lo scorso 25 maggio, in occasione del novantesimo della nascita di Berlinguer, ha organizzato una serata in sua memoria nell’aula magna del “Parini”, il liceo dove ha studiato. “Ho combattuto contro i dinieghi e i più classici bidoni di intellettuali e politici di rango, chissà mai chi si crede di essere questo ragazzino“.

ALLA FINE PERO’ obiettivo raggiunto: filmati e audio originali e aula gremita di giovani e adulti. Non solo, perché il pomeriggio si era goduto soddisfatto quello che è stato un po’ il frutto della sua testardaggine: l’intitolazione al Segretario di una piazza di Milano. Aveva promosso lui la prima raccolta di firme. “Eravamo partiti nel giugno 2011, il giorno dell’insediamento della giunta Pisapia. Cinquemila firme in città e diecimila in provincia. Ci siamo imbattuti nella classica querelle perchè-berlinguer-sì-e-craxi-no, ma abbiamo mobilitato consensi e sostegni senza arretrare.

Fino a quel grande giorno. Quel pomeriggio centinaia e centinaia di persone si erano ritrovate intorno a Bianca, Maria e Laura Berlinguer e a Giuliano Pisapia per l’inaugurazione di una bella piazza nella zona 6 della città, accanto a un grande centro culturale. Era arrivato da Genova, fresco di elezione, anche il sindaco Marco Doria. E lui si era mescolato in mezzo a una folla festante e ignara che fosse lui l’ideatore di tutto.

Oggi sta raccogliendo anche gli scritti del segretario. Vuole leggere, vuole capire. Vuole far conoscere. Se la sorella Laura è dottore di ricerca in biotecnologie mediche alla bicocca, lui vuole studiare la storia politica. Ha fatto amicizia con l’autista del segretario, si sente anche con Bianca, lo chiamano e se lo contendono vecchi compagni orgogliosi che la loro epopea non sia affatto roba da solaio del socialismo. Che la loro nostalgia sia la stessa di un giovane dal futuro promettente.

Per loro, Pierpaolo, anni 24 ed energie rivoluzionarie, rappresenta quasi un elisir. In fondo restituisce un po’ di giovinezza anche a chi, quando arrivavano le elezioni, si sentiva incitare “casa per casa, strada per strada”. Sventolio di bandiere, il suono di “Bandiera Rossa” e poi si incominciava.

Pierpaolo Farina Nando dalla Chiesa

87 commenti su “Pierpaolo Farina: Cercando Enrico, strada per strada”

  1. …..il grande Enrico lo aveva detto , aveva indicato come l’Italia si stava incamminando verso la strada della corruzione e della commistione tra poteri, economia, finanza, editoria e forze politiche. In pochi lo hanno voluto ascoltare ed oggi ci troviamo come ci troviamo e lui si sta rivoltando nella tomba!

  2. purtroppo gli italiani in quel periodo scelsero di affidare il governo alla DC di Andreotti e al PSI di Bettino Craxi, con qust’ultimo presidente del consiglio: e come sono andate a finire le cose lo sappiamo tutti.

  3. Lusingato, Sandra, ma prima finisco la magistrale (farò una tesi sulla Questione Morale, dalle origini dell’Antica Grecia ad oggi), poi magari spero di trovare qualcosa di cui vivere con quello che ho studiato, magari andando all’estero, poi un giorno, chissà… non c’è bisogno che mi “candidi” per fare politica, già la faccio, e faccio quel che posso per dare voce a chi non ce l’ha. Poi non sono mica l’unico ragazzo di enricoberlinguer.it… per fortuna ce ne sono altri e ne stanno arrivando di nuovi e ne arriveranno di nuovi. Bisogna uscire dalla logica dell’uomo della Provvidenza o del salvatore della patria… anche perché poi, metti che per sfiga, facendo le corna, mi succede qualcosa, tutto quello che ho creato con gli altri va a marengo? Per carità… deve continuare. La memoria di Enrico deve rimanere forte e viva, così come forte e vivo deve essere il suo stile e il suo esempio. :)

  4. no no x carità…mi tocco quello che un c ho…lo so che come te ce ne sono altri…ma io conosco te…che sei un bimbo ..e te lo diò in pisano..che fà piacere al cuore di mammma…….vi ammiro tutti ci mancherebbe…x come riuscite a far sentire ancora oggi enrico vivo..ohhh siete stupendi……

  5. Ha che bello questo articolo e che bello conoscere un giovane che mi ricorda un po la mia gioventù, impegnata, di sinistra, seria ed etica.Ho 55 anni ma ENRICO BERLINGUER è stato,è e sempre sarà il mio faro nella notte della Repubblica, e caro Pierpaolo Farina ti ringrazio per il tuo impegno profuso per fare ricordare ed intitolare un luogo di Milano al grande ENRICO.Ti abbraccio con entusiasmo e rinnovata speranza.

  6. …ha detto qualcosa di sinistra, e han capito qualcosa di sinistro…mah!!

  7. Caro Enrico perchè mon vai in sogno ai nostri governanti e gli spieghi come si fa politica e come si va avanti quando eri te che contavi l’operaio ed il pensionato si sentiva protetto invece ora si sente incul……. da tutto sinistra centro destra grazie per ciò che ha fatto.

  8. grande Enrico Berlinguer con la sua morte e quella di Palmiro Togliatti sono finiti i comunisti, ora esistono finti comunisti che fanno finta di essere dalla parte del proletariato spero un giorno tornino persone del genere, con dei valori…. ciao compagno riposa in pace

  9. Purtroppo si è perso il piacere del contatto diretto nelle case, ascoltando i problemi e discutendo sulle possibili soluzioni, forse è il caso di tornare a questo, invece della politica urlata in televisione, il contatto diretto…Enrico ci aveva insegnato questo….poi ci hanno detto che dovevamo usare mezzi moderni, ed infatti il distacco con il paese reale è diventato immenso…..forse dobbiamo tornare al vecchio…od almeno a pensare cheguardandosi negli occhi ci si capisce meglio…..

  10. Quando sei mancato c’è stato il vuoto mi ricordo quel gg. Dopo di lui il vuoto tutti erano indaffarati per la svolta ,dicevani che sarebbe stata utile per aprirsi la strada e governare questo paese.la svolta è avvenuta ma il beneficio dov’è .non hanno imparato nulla dalla lezione morale,umana,politica di questo grande uomo troppo presto dipartito

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