Spara, è #Natale!

“Spara! Spara ti ho detto!”

Un signore in giacca e cravatta, l’aria di una persona importante, urla incessantemente queste parole. Un uomo è a terra, in ginocchio. Il capo chino in avanti. Alla sua nuca è appoggiata la canna di una pistola. Dietro quella pistola, una mano a reggerla. La tua.

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“Io non sono razzista, ma tutti questi stranieri ci stanno invadendo! Non possiamo permetterci di mantenerli…sono necessari più controlli, questi vengono qui a fare la bella vita. Se ne tornino a casa loro!”

Poco importa se non sai che l’immigrazione è diminuita di circa 50 mila persone all’anno nell’ultimo triennio. Non ti interessa se l’Italia viene condannata dall’ONU per l’accordo con la Libia per la gestione dei migranti. Non ti interessa se i migranti, nelle prigioni libiche, subiscono abusi e torture. L’importante per te è non vederli più sulle nostre coste o nelle nostre città. Davanti a te, in ginocchio ai tuoi piedi, un uomo di colore.

“Spara! Spara ti ho detto!”

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“Che schifo tutti questi barboni che dormono per strada, che brutta immagine che diamo della nostra città! L’altro giorno abbiamo scoperto che uno di questi clochard aveva preso in affitto un box per dormirci dentro. Ovviamente l’abbiamo fatto cacciare.”

Non sai più indignarti di fronte a nulla. Una notizia che ormai non meraviglia più. Abituati come siamo a Stati che si piegano davanti al Capitale, alle sue richieste ad ai suoi ricatti. Capitale che prosciuga, distrugge generazioni, detta regole giocando sulla pelle delle persone. Creando disuguaglianze sempre più accentuate, distruggendo lo stato sociale. Ma se passi indifferente davanti a persone che dormono per strada, mentre ci sono interi edifici abbandonati, o davanti ad anziani che, a causa di uno stato sociale sotto costante attacco, devono scegliere se comprare il cibo per il loro gatto o per se stessi, perché entrambi non possono permetterselo, allora spara. Spara ti ho detto.

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 “Ah, se ci fosse lui!”

Si moltiplicano di giorno in giorno gli episodi di violenza fascista. Non ci vuole uno storico di professione per capire che i movimenti populisti, quelli che incitano all’odio, di qualunque forma esso sia, incanalano la rabbia della gente verso forme pericolose. Non ci vuole uno storico per sapere che Hitler, prima di salire al potere, parlava al popolo affamato, predicava di cacciare gli invasori. Non ci vuole uno storico per sapere che il fascismo è nato come un movimento anti-accademico, che in nome di un illusorio ordine sociale ha pian piano ridotto ogni libertà propria dell’uomo. Non ci vuole uno storico. Ma ci vuole istruzione. E la forza di ribellarsi. Istruzione che diventa sempre più carente, perché, come di ogni cosa, si è fatto della cultura una merce, un costo da tagliare. Ma se nonostante tutto pensi che ciò sia normale, allora spara. Spara ti ho detto.

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La sinistra non capisce che la destra si sta appropriando delle sue battaglie, ma per i suoi scopi distorti. Se non riesci a capirlo, allora sei solo un burattino nelle mani di qualcuno in giacca e cravatta che non vuole sporcarsi le mani. E chiede di farlo a te.

Se non sai più schierarti con gli ultimi della terra, se non riesci più a provare empatia; se, parafrasando De Andrè, hai lasciato che nella tua anima la pietà cedesse al rancore, allora hai perso il diritto di sentirti in colpa. E di sentirti uomo.

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