Storia di Edoardo, il più giovane vicesindaco d’Italia

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Grazie! Per la tua onestà ricordati che se vuoi venire qui ti facciamo uno sconto sui corsi di inglese!” Ancora non ci crede, Edoardo, che quel titolare brianzolo di una scuola di inglese sia rimasto talmente sorpreso dal suo gesto da aver reagito in questo modo. “Continuava a ringraziarmi… è assurdo come in Italia diventi un eroe quando ti limiti a fare il tuo dovere…” Già, assurdo, ma a quanto pare è lo spirito dei tempi. Ma cosa avrà mai fatto Edoardo per diventare un “eroe”? Una cosa in teoria molto normale.

E’ venerdì sera, il 10 giugno scorso per la precisione, siamo nella profonda brianza lecchese: Edoardo fa manovra in un parcheggio deserto e urta il paraurti di una smart. L’urto è lieve, ma le smart non sono note per la loro solidità e il paraurti si rompe. E’ notte, a parte i suoi amici e la fidanzata, nessuno vede nulla. Edoardo si mangia le mani, poi chiede carta e penna e fa quella cosa assolutamente normale che però appare straordinaria ai giorni nostri: lascia il suo nome e il suo numero per farsi richiamare. Molti probabilmente sarebbero scappati a razzo. Lui no, non è il tipo.

Sì, perché Edoardo, che di cognome fa Sala, ma non è imparentato con il ben più famoso Beppe neo-sindaco di Milano, è un tipo particolare (o forse molto normale) di giovane di Sinistra. Diciannove anni, studente di economia e scienze sociali alla Bocconi (CLES per gli amanti delle sigle), è patito del basket (gioca nell’Osnago), tanto da rimanere sveglio fino all’alba di lunedì per vedere la finale di NBA, vinta dal Cleveland (“Hanno rimontato vincendo 3 a 1, non è mai successo“, commenta estasiato). Ascolta musica punk, ma tra i suoi idoli ci sono i Modena City Ramblers (“Oltre alla loro versione di Bella Ciao, mi sono innamorato di loro con “In un giorno di pioggia” e “Contessa”) e Caparezza (canzone preferita: Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti). Di quest’ultimo in camera campeggia anche una frase (Non si va avanti con la forza, ma con la forza degli argomenti), insieme alla famosa «orazion picciola» di Ulisse tratta dal Canto XVI dell’Inferno (“Tutta, anche la prima terzina“, ci tiene a precisare). Nessuna foto del Che, bensì il numero del Fatto Quotidiano del 2 agosto 2013 che riportava in prima pagina la condanna di Berlusconi. Insomma, un tipo particolare, ma anche molto normale: gli piace cucinare, esce con gli amici ed è anche felicemente fidanzato da cinque anni.

Rappresentante di istituto nel suo ultimo anno di Liceo all’Agnesi di Merate, mi confida essere stata un’esperienza fondamentale per lui e si rammarica di non averlo fatto prima, perché “in due anni avrei potuto fare molte più cose per gli altri studenti“. “Nel mio primo anno di università alla Bocconi“, prosegue, “ho avuto molte gratificazioni grazie allo studio, ho conosciuto molta gente, ma mi mancava proprio impegnarmi per gli altri“.

Tanto che tra una lezione di economia e l’altra è andato a seguirsi un corso di Storia delle Dottrine Politiche all’Università Statale di Milano per non perdere di vista una delle sue grandi passioni, la filosofia. “La mia tesina di maturità fu sul rapporto tra istinto e ragione nell’uomo, è stato bello scriverlo, è stato un po’ il mio addio alla filosofia inteso come studio, dato che avevo deciso di fare economia.” Anche lì, però, ha trovato il modo di non abbandonarla, frequentando le riunioni del “Bocconi Students Philosophy Club“. Quando gli chiedo quali sono i suoi filosofi preferiti, mi dice Kant e Marx (“ma forse è un po’ scontato il secondo per uno di Sinistra“, mi confida), però la vera rivelazione è stata la lettura de “La Banalità del Male” di Hannah Arendt.

Eppure, il cuore di questo giovane classe 1996 batte per una cosa sopra ogni altra: la Politica, quella nobile, quella che serve e non si serve dei cittadini, quella che pensa l’impossibile per cambiare ciò che non va. E i suoi punti di riferimento, a diciannove anni, nemmeno a dirlo, si chiamano Sandro Pertini ed Enrico Berlinguer.

Quando gli chiedo perché, la sua risposta è la stessa che in questi anni ho sentito dire un milione di volte in giro per l’Italia e sui social, quando andavo a parlare dell’ex-leader del PCI (vi ricordate Clara, 14 anni e berlingueriana?): “La pochezza di oggi è disarmante, la nostra generazione è orfana di punti di riferimento e, paradossalmente, dobbiamo rifarci politicamente a storie e biografie che non abbiamo vissuto.” Gli chiedo se proprio non abbia qualcuno che apprezzi, nel deserto politico attuale, e la risposta è: “Ero piccolo (nel 2008 aveva appena 12 anni ND) ma ho sempre apprezzato la serietà di Prodi. Infatti per due volte lo hanno fatto cadere.

Oggi Edoardo è il più giovane vicesindaco d’Italia. Nominato ufficialmente l’11 giugno scorso (nemmeno a farlo apposta, nell’anniversario della morte dell’ex-leader del PCI), è stato il secondo più votato della lista civica di centrosinistra che si presentava nel suo comune (Montevecchia, paese di 2500 anime in provincia di Lecco, a 40 km da Milano). La genesi della sua candidatura? Desideroso di impegnarsi civilmente e rimasto “orfano” dell’attivismo studentesco, viene a sapere qualche mese fa che stanno costruendo una lista civica di centrosinistra per non consegnare il comune alle destre, che a causa del malcontento diffuso verso il sindaco uscente del PD rischiavano di prendersi la città dopo 50 anni di buona amministrazione di sinistra. Chiama Franco Carminati, oggi sindaco di Montevecchia, spiegandogli che vuole mettersi al servizio della lista, dando una mano. Partecipa alla costruzione del programma, parla bene, coinvolge, è un vulcano di idee, poi, a sorpresa, gli offrono la candidatura.

Nelle urne è un successo non previsto, tanto che alla fine si vince per 24 voti (ed Edoardo ne prende 48). Subito dopo, a sorpresa, la lista gli chiede di assumere la carica di vicesindaco, non solo per le sue doti e il suo successo elettorale, ma anche per dare un segnale forte alla cittadinanza: si prende qualche giorno, poi accetta. Sarà anche assessore alla cultura, sport, giovani. E una squadra di giovani è quella che sta mettendo insieme per rilanciare l’attività culturale non solo della sua città, ma anche della zona del meratese, che “non è nota per essere un polo di cultura, anche se ci sono alcune realtà giovanili che si impegnano, quindi non si parte da zero, ma qui in Brianza pensano troppo tutti ad essere produttivi economicamente ma poco culturalmente. Mi piacerebbe fare qualcosa insieme agli altri ragazzi per smuovere le acque e invertire questa tendenza.

In un periodo in cui l’astensionismo oscilla tra il 40 e il 50% su scala nazionale, i giovani fuggono all’estero e quelli che rimangono sono disillusi, “orfani” di un’idea di politica e di società diverse, questo ragazzo con un casco di ricci pieno di entusiasmo rappresenta la speranza sulla quale va ricostruito questo paese dilaniato dal conflitto sociale, soffocato dalla corruzione e dalle mafie.

Del resto, lo scriveva Enrico Berlinguer, una vita fa: “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.”

63 commenti su “Storia di Edoardo, il più giovane vicesindaco d’Italia”

  1. Questo è ragazzi, quello che non si riesce a spiegare alla gente. Quella parola, abusata, seviziata, straziata, omologata, sulla bocca di molti, ma nel cuore di pochi. La sinistra. Quel ragazzo, che potrebbe essere tranquillamente mio figlio, ci spiega, ci fa capire cos’è. La sinistra è sempre stata minoritaria, perché è un percorso difficile, è un modo di essere, non di votare. Il qualunquismo con cui molti associano la sinistra a partiti di centro od anche di destra, ne è la prova provata. No, non sono un sostenitore del noi siamo meglio, non sono un supponente professorino, che ricerca il pelo nell’uovo, che cerca una sinistra oltre la sinistra. Sono stato militante, ritengo il PD, per cui non ho mai votato, il punto d’arrivo di una demolizione culturale che parte dai sessantenni rottamandi, fino ad arrivare al grande rottamatore. Ma appunto, tutto ciò, con la sinistra non c’azzecca nulla. La vostra gioventù, le vostre parole, mi fanno sentire meno solo, in un panorama dove a piccole gocce, in singole persone, piccoli gruppi, movimenti, ritrovo un appiglio, ritrovo un noi. E’ molto tempo che ho smesso di spiegare agli altri che cos’è per me la sinistra, dov’è e perché ci credo ancora. L’uniformità della scelta politica porta ad omologarsi. Centro-sinistra, centro-destra, centro-centro, Mastella (inarrivabile), e tutta questa assurda centralità della politica, ha creato, anche con l’aiuto di tanti ex comunisti, vergognosi e rifattisi una verginità, tutto ciò. Vi volevo ringraziare, per l’ossigeno che mi fate respirare, con le vostra parole, le vostre idee, che poi sono le mie, quel profumo di futuro, che sta, nei pensieri e nell’esempio dei grandi uomini del passato. Hasta siempre

  2. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa del mondo del lavoro e se e’ per riindustrializzare l’Italia con interventi massicci pubblici o se pensa che dobbiamo rimanere cosi’ chiacchirando di agricoltura e turismo. E’ questo oggi il vero limite dells sinistra.

  3. Ovviamente Pertini ed Enrico. ..mancate io mi aggrappo ancora a quei valori e dico sono comunista perché io comunismo lo associo ad Enrico. .Negli occhi e nel cuore

  4. Da persona originaria della profonda Brianza lecchese (il mio paese, Oggiono, dista una manciata di chilometri da Montevecchia) ma emigrata all’estero per lavoro, dico che questa storia sembra una favola. Sembra quasi troppo bella per essere vera. Ammiro l’energia e la determinazione di questo ragazzo e gli faccio un enorme in bocca al lupo per tutto.

  5. Forza Nuova
    Anpi
    I fighette dei 5 Stelle
    I fascisti di alleanza nazionale
    Berlusconi
    Olindo e Rosa e i leghisti
    D Alema
    Bertinotti con il cashemere
    Non vi viene un sospetto che ci sia qualcosa di Destra ?

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