Lo scorso 9 settembre 2014, l’Organizzazione Mondiale per la Meteorologia ha divulgato il Quinto Rapporto di Valutazione inerente l’impatto dei gas serra su atmosfera e oceani. Si fa il punto sulla concentrazione dei gas e sulla quantità che rimane nell’ambiente dopo l’interazione tra atmosfera, oceani e biosfera. Gli oceani assorbono un quarto dei gas presenti nell’atmosfera e li trattengono per un periodo dell’ordine di centinaia di anni. La concentrazione di gas serra, sempre secondo il rapporto, è aumentata in modo drastico rispetto all’epoca pre-industriale e la conseguenza più diretta è che oggi abbiamo il livello di acidità degli oceani più alto degli ultimi 300 anni. Il rischio è che il complesso e delicato equilibrio del pianeta sia compromesso irreversibilmente, questo perché la maggiore acidità degli oceani impatta sulla vita di molti organismi marini che sono alla base della rete alimentare ed energetica del pianeta. “Le leggi della fisica non sono negoziabili” e “Stiamo andando fuori tempo massimo”, queste sono le parole di Michel Jarraud, Segretario generale dell’Agenzia Meteorologica. La prova che il responsabile di tutto questo sia l’uomo, la troviamo nel Documento di Valutazione allegato al Rapporto. Il documento, basato su osservazioni scientifiche, è stato redatto da tre gruppi di lavoro, ciascuno dei quali aveva delle finalità precise.
Il Gruppo 1 ha presentato i dati sul livello di riscaldamento globale, dimostrando che l’innalzamento della temperatura è frutto dell’attività umana sul pianeta. Solo nel 2013 si è avuto la maggior immissione di anidride carbonica nell’atmosfera degli ultimi 250 anni.
Il Gruppo 2 si è occupato di dipingere i possibili scenari futuri sulla base dei dati raccolti e le prospettive non sono rosee. L’impatto umano sul pianeta probabilmente causerà l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici con periodi di siccità e precipitazioni intense in aree diverse del globo. Si stima una media del calo della produzione alimentare del 4% nell’arco dei prossimi 100 anni. Le conseguenze socio-politiche di questo cambiamento risulterebbero catastrofiche.
Il Gruppo 3 ha avuto il compito di proporre delle soluzioni al problema. In definitiva occorre cambiare drasticamente le nostre abitudini energetiche, non solo per quanto riguarda l’utilizzo di fonti fossili, ma anche sul consumo spropositato di energia. Troppi sprechi energetici, dettati da abitudini sbagliate, contribuiscono drammaticamente allo scenario attuale. Occorre sprecare meno energia e bisogna farlo subito.
Il prossimo 27 ottobre 2014, a Copenhagen, l’intero rapporto sarà finalizzato alla Conferenza sul Clima. Staremo a vedere se gli interessi del Capitalismo combaceranno con gli interessi della Terra.