A 69 anni da #Hiroshima: com’è difficile chiamarlo “sterminio”

Abbiamo camminato verso il fiume per 300 metri; in quel periodo di tempo non abbiamo visto nessuno. C’era un silenzio tale che pensavamo di essere gli unici rimasti su questo mondo. Siccome eravamo stati veloci, ci sembrava di essere stati anche i primi ad arrivare al fiume. Mio padre fece sdraiare mia madre all’ombra di un cespuglio. Dopo un bel po’ la gente ferita era tutta intorno a noi, gente ferita gravemente, con le carni che si scioglievano e cadevano a causa delle bruciature. Stavano tutti piangendo e urlando. Le loro facce erano così danneggiate dal calore e dall’esplosione che nessuno riusciva a riconoscere gli altri. Forse solo io e mio fratello non eravamo vistosamente feriti.
(Keiko Murakami, La mia Hiroshima)

Sfortunatamente, come indicano i fatti storici, le forze di occupazione statunitensi coprirono la verità sul pericolo delle radiazioni, così che noi non comprendemmo il pericolo per molti, molti mesi, credo per oltre un anno. Infatti non ricordo se ne parlasse fino a quando tornai negli Stati Uniti nel 1948. E i miei amici non avevano sentito nulla. Questa è la ragione per cui molta gente rimase a Hiroshima, il che aggravò gli effetti delle radiazioni. Poiché la gente rimase, fu sempre più contaminata. Il pericolo derivante dalle radiazioni diminuiva nel corso del tempo, ma, per esempio, ci dissero che le piante non crescevano e nessuno ci indicò la ragione scientifica.
Dobbiamo capire che molti scienziati hanno sostenuto che gli effetti delle bombe atomiche sono unici rispetto agli effetti e ai danni delle bombe convenzionali. In questo caso se qualcuno viene ferito sopravvive. Viene curato e sopravvive, punto. La bomba atomica è diversa: gli effetti continuano per anni. Mia madre sviluppò un cancro nel punto esatto del collo dove fu bruciata nel giorno del bombardamento. Sfortunatamente il cancro si diffuse e morì, ma 24 anni dopo.
(Francis Mitsuo Tomozawa)

Il numero totale di morti dirette è stimato tra le 100 e le 200 mila, quasi tutte le vittime erano civili. Quando Harry Truman annunciò ai cittadini americani il bombardamento di Hiroshima, lasciò intendere che si trattasse di un obiettivo militare (destroyed its usefulness to the enemy).

Tra Hiroshima e Nagasaki si stima che morirono tra i 20 e i 40 mila koreani e ne furono feriti 30 mila. Per anni questi sopravvissuti si sono battuti in sede legale per ottenere le cure mediche necessarie. Ma i progressi sono stati molto lenti: anche se il Giappone ha pagato i trattamenti medici per i suoi cittadini (gli hibakusha), nel 2007 la Corte Suprema stabilì che i sopravvissuti stranieri non hanno diritto ad alcun risarcimento. Perché tanti koreani? Molti di loro furono deportati in Giappone durante la guerra e costretti ai lavori forzati poiché la Korea era una colonia imperiale. Le relazioni fra i due popoli furono sempre e continuano ad essere molto difficili.

A seguito delle esplosioni atomiche i sopravvissuti giapponesi furono oggetto di forti discriminazioni

Non solo gli hibakusha, ma ai loro figli viene rifiutato un impiego.
(Studs Terkel, The good war – an oral history of World War II)

Ovviamente per i koreani la situazione fu anche peggiore, tanto che molti di loro, ancora oggi, evitano di chiedere un risarcimento per paura di ritorsioni razziste.