Abbiamo già combattuto molte battaglie
A sud, nord, est e ovest:
E ora siamo pronti per l’ultima lotta
Contro la peste rossa.
Questa è una strofa dall’inno delle SS e voi vi starete giusto domandando cosa c’entra con Beppe Grillo. Bhè, la stessa identica espressione (peste rossa) l’ha usata ieri a Piombino contro l’amministrazione democratica della città (dove per democratica intendo targata PD). Non penso che Grillo sapesse in che guaio si stava andando a cacciare (se invece lo ha fatto scientemente è un cretino fatto e finito), ma certo non è stato molto intelligente prestare il fianco all’ennesima selva di critiche, soprattutto dopo la polemica su ebrei, olocausto e Primo Levi.
Già in tempi non sospetti, il 12 giugno 2012, facevo notare con un tiro birbone come certe parole d’ordine assomigliassero fin troppo a una certa cultura, poi il 1° marzo 2013 avevamo continuato domandandoci se le coincidenze non fossero un po’ troppe.
Ognuno è certo libero di parlare e fare la campagna elettorale come vuole, certo è che recuperare certe parole d’ordine è pericoloso. A maggior ragione se viene fatto inconsapevolmente, perché significa che il brodo “primordiale” in cui sguazza l’antipartito (per dirla alla Gramsci) è sempre lo stesso. Chi si dice “nuovo” e “alternativo” al potere in carica dovrebbe quanto meno cominciare ad usare un linguaggio e uno stile differenti rispetto a quelli in voga negli ultimi 20 anni.
Altrimenti, con tutta la buona volontà e i proclama del mondo, nuovo non è.