Ritenta Vittorio, su #Berlinguer non arrivi alla sufficienza

Vittorio Feltri si è esercitato lunedì in un passatempo che ultimamente quelli come lui trovano divertente: infangare la memoria di Enrico Berlinguer.

Sostiene il nostro che l’ex-leader del PCI sarebbe tenuto in vita dai comunisti di risulta, riferendosi probabilmente al fatto che ancora oggi nei sondaggi Berlinguer risulta ancora il politico più amato della storia repubblicana. Lo vogliamo rassicurare: Enrico Berlinguer non è vivo per i comunisti di risulta, ma solo perché quel che diceva ieri è tremendamente attuale anche oggi (con buona pace sua e dei suoi amici destrorsi).

Sostiene l’oramai ex-direttore del Giornale su cui scrive che dubita del fatto che “chi ha meno di 50 anni sappia qualcosa di Berlinguer, quindi non varrebbe la pena di parlarne.” Per sua informazione, su www.enricoberlinguer.it gli under-50 sono il 72% e segnalo il 33% di under-30: siamo in 390mila, faccia lui i conti.

Sostiene poi che il compromesso storico non sia stato altro che delle “larghe intese” ante litteram, dimostrando parecchia ignoranza: e dire che fu molto chiaro Berlinguer quando parlò di “strategia” per legittimare il Pci come attore governativo (imitando quanto successo alla SPD 10 anni prima in Germania). Sappiamo com’è andata: le BR su mandato preciso di qualcuno (chissà mai chi) uccisero Moro e la solidarietà nazionale durò 10 mesi, durante i quali “per senso di responsabilità” la DC violò tutti i patti ricattando il PCI, che però alla fine staccò la spina (e perse 1,5 milioni di voti alle politiche del 1979, prendendo il 30,3%).

Quanto all’eurocomunismo, che dice di non aver mai capito cosa fosse, nacque nel 1972 ben prima della teorizzazione del compromesso storico (e non dopo come dice Feltri) e non era altro che la costruzione di un fronte europeo comunista che spezzasse il dominio di Mosca sulla linea da seguire (si rilegga alcune cose circa “non esistono più lo Stato e il partito guida”).

E per quanto riguarda i rubli, che secondo Feltri arrivarono fino al 1989, è dal 1976 che il PCI non prese più nulla, per stessa volontà di Berlinguer che aveva incaricato Cervetti nel 1973 di risolverla (e non a caso pochi mesi dopo i sovietici tentarono di farlo fuori in Bulgaria).

Si rilegga poi la Pravda all’indomani del famoso “si è esaurita la spinta propulsiva dell’Urss”, dove Berlinguer veniva dipinto come il nemico della pace e servo degli USA: si farà una ragione circa gli “idilliaci” rapporti che lui descrive nel suo articolo.

Quanto alla Questione Morale, ne parlò a partire dallo scandalo Petroli del 1973 e su l’Unità del 20 febbraio 1976, il giorno stesso del suo discorso sulla sfiducia al V governo Moro che doveva portare alle elezioni dove il PCI prese il massimo storico, apparve un fondo a firma Giorgio Amendola intitolato proprio “la Questione Morale”: e parliamo del capo politico di Giorgio Napolitano.

Ha ragione poi Feltri a dire che un’unica volta il PCI superò la DC e fu in occasione delle europee del 17 giugno 1984. E anche qui, se la matematica non è un’opinione, questo evento storico non accadde diverse settimane dopo la morte di Berlinguer, ma appena 6 giorni dopo.

Dai Vittorio, ci hai provato, ma alla sufficienza, anche questa volta, non ci arrivi. Ti manderò una copia del mio libro, così magari in 400 pagine di discorsi qualcosa di Berlinguer riuscirai a capirlo anche te.