Tre anni, nel nome di Enrico

 

Tenetevi stretti ai sogni
perché se i sogni muoiono,
la vita è un uccello con le ali spezzate
che non può volare.

Tenetevi stretti ai sogni
perché quando i sogni se ne vanno
la vita è un campo arido
gelato dalla neve.

Langston Hughes – Sogni

 

 

Venerdì 12 novembre 2010, a 21 anni dalla Svolta della Bolognina, iniziava la nostra avventura. Eravamo una sotto-sezione di www.enricoberlinguer.it, anche perché di più non potevamo permetterci.

Così come eb.it era nato perché sentivo la mancanza di una risorsa online che parlasse di Enrico, così Qualcosa di Sinistra è nato perché sentivo il bisogno anzitutto di riannodare i fili del discorso e della riflessione sulla Sinistra che, non solo secondo me, si erano drammaticamente persi nel mare magnum successivo alla svolta della Bolognina.

Eravamo un gruppo di “giovani nati dopo la caduta del muro di Berlino, alla disperata ricerca di Sinistra”. Sì, perché la Sinistra non è morta, semplicemente è in esilio, a causa di chi per vent’anni ha preferito sacrificare la propria identità, i propri ideali, semplicemente per tentare di avere più potere (cosa che nemmeno gli è granché riuscita).

Dopo 3 anni molti si sono aggiunti, altri se ne sono andati, ma il bisogno insopprimibile di uno spazio dove le opinioni, le idee e il pensiero possano essere rimodulati criticamente e discussi non è mai venuto meno. Il bisogno di analisi fatte per durare, anziché articoli copia-incolla dall’ANSA, esiste ancora, prova ne è che siamo da 3 anni tra i blog di politica più letti d’Italia.

In questi anni ci ha guidato la consapevolezza che per poter restare veramente liberi e portare avanti le nostre idee, occorresse anzitutto restare imparziali verso chiunque: elogiare chi fa bene, criticare chi fa male. Critiche costruttive, ovviamente, com’è nel nostro stile. Cosa che ci ha attirato le ire di parecchi, con i paradossali effetti che quando critichiamo Grillo, siamo pagati dal PD, quando critichiamo il PD siamo pagati da Casaleggio etc.

Non ci interessano fama, successo, soldi: ci interessa lottare per un ideale. E per questo, già lo sappiamo, perderemo tutte le battaglie. Ma non quella più importante, decisiva per vincere la guerra: la quotidiana battaglia mattutina con il nostro specchio.

Questo perché siamo convinti, oggi più di quando abbiamo iniziato, che se “i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e l’ingiustizia.

A dirlo era Enrico Berlinguer. A ben vedere, è molto più vivo lui oggi, con le sue parole dette 30-40 anni fa, dei suoi epigoni che l’hanno espulso dalla loro azione politica oggi. E questo, nel paese del Gattopardo, spiega parecchio perché la Sinistra è in esilio oggi e non pare molto intenzionata a fare ritorno.