Il disastro ecologico in Campania

Lo scempio perpetuato dalle organizzazioni malavitose in Campania è un crimine contro l’umanità. Mi riferisco allo smaltimento illegale di rifiuti tossici nel territorio campano che ha trasformato una delle regioni più popolose d’Italia in una discarica a cielo aperto. L’entità del fenomeno è impressionante: comprende le province di Napoli e Caserta, come potete vedere sul sito di denuncia La Terra dei Fuochi.

I danni inferti a questa terra rischiano di diventare irreversibili, dal fumo carico di diossina dovuto all’incendio di pneumatici all’interramento di rifiuti industriali con relativo inquinamento delle falde acquifere. A pagarne le spese sono non solo i cittadini campani, ma anche l’indotto agro-alimentare. Già nel 2004, la rivista Lancet Oncology, si occupò dell’aumento dell’aumento del numero di tumori in Campania in questo articolo. Il 10 settembre 2013 c’è stata l’audizione, da parte della Commissione igiene e salute al Senato, del Dott. Antonio Marfella, oncologo della Fondazione Pascale di Napoli e autore di uno studio sul collegamento tra rifiuti industriali, sversamenti illegali ed elevata incidenza di patologie tumorali nelle province di Napoli e Caserta. Nella presentazione depositata al Senato, il Dott. Marfella mostra come ci sia una maggiore incidenza di tumori nelle provincie di Napoli e Caserta, e illustra come questa correla con lo smaltimento illegale di rifiuti speciali in Campania. Sono molti gli argomenti portati dal Dott. Marfella: dall’inefficacia della normativa del 1984 sul trattamento di tali scorie all’inusuale controllo del registro dei tumori in Campania da parte degli uffici politici locali (fatto unico in Italia) e non da un centro di ricerca. Quest’ultima evidenza getta un’ombra sulle fonti e la veridicità dei dati che potrebbero essere falsati o sottostimati, nascondendo la drammatica ecatombe in cui è sprofondata la Campania negli ultimi 30 anni.

Mettono i brividi le parole del boss pentito Carmine Schiavone, in un’intervista a SkyTg24 dell’agosto scorso: “Gran parte dell’imprenditoria del Nord d’Italia,  ma anche di Pisa, di Santa Croce sull’Arno, di Verona, per risparmiare, smaltisce illegalmente i rifiuti pericolosi. Da quelli della pittura agli ospedalieri fino ai fanghi termonucleari di cui sono ricolme le campagne del basso Lazio, di Casal di Principe, Castelvolturno, Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Caivano, Marcianise. Il materiale tossico viene sotterrato nelle cave di sabbia o sotto terra e poi viene ricoperto con cura. Stanno morendo (in Campania nda) 5 milioni di persone per colpa dei veleni che abbiamo sepolto, protetti da insospettabili connivenze”.

E’ paradossale come, ad aggravare le cose, ci sia anche la mano dello Stato con il decreto n. 90 del 23 maggio 2008, convertito in legge n. 123 del 14 luglio 2008 dove all’art. 9 si afferma che le nuove discariche sono autorizzate a smaltire rifiuti contraddistinti dai codici CER: 19.01.11*; 19.01.13*; 19.02.05*, nonché 19.12.11*.

Tramite codici CER (catalogo europeo rifiuti), l’Unione Europea ha catalogato i rifiuti suddividendoli in non pericolosi e pericolosi. Secondo le legge redatta e approvata sotto il Governo Berlusconi nei comuni campani di: Sant’Arcangelo Trimonte (BN); Savignano Irpino (AV); Serre (SA); Andretta (AV); Terzigno (NA); Napoli località Chiaiano; Caserta – località Torrione; Santa Maria La Fossa (CE); Serre (SA); verranno smaltiti i rifiuti contraddistinti dai codici CER:

  • 19 01 11* ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose
  • 19 01 13* ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose
  • 19 02 05* fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, contenenti sostanze pericolose
  • 19 12 11* altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose

Sono tante le anomalie alla base di questo disastro ecologico, di certo c’è che la popolazione si ammala molto più che in altre parti d’Italia e le cause sono sotto gli occhi di tutti, basta volerle vedere. La storia ci insegna che quando lo Stato non diventa riferimento per i cittadini, tutelandone i diritti fondamentali, tra i quali la salute, il vuoto che si crea viene colmato dalle mafie. E alla malavita interessa solo il profitto e l’accrescimento del proprio potere criminale, non si cura del territorio dove vive e dove vivono i suoi stessi figli, figuriamoci se ha a cuore la salute dei cittadini.

FOTO DI SERGIO SIANO (Agenzia Newfotosud – Il Mattino)