#Speranza: “Per il #PD #Berlusconi è eleggibile”. Ma non per la legge

A proposito di Tafazzi, il capogruppo del PD alla Camera Roberto Speranza ha dichiarato negli studi de La7 che ‘‘Anche se le sentenze su Mediaset confermano che Berlusconi era ed è ‘dominus’ delle sue aziende, la linea del partito è chiara, per noi non è ineleggibile. E’ la legge, compresa quella del ’57, a dirlo”.

E dire che la famosa legge 361 del 1957 è parecchio chiara. L’articolo 10 comma 1 della legge dichiara che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti… oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica“.

Avendo Silvio Berlusconi de facto la proprietà di tre reti televisive, non sarebbe eleggibile affatto, a meno di una vendita (reale) del gruppo televisivo che controlla. Come diceva anche Indro Montanelli: “Il problema del conflitto di interessi si risolve con la vendita.

Perfino la legge Mammì, che a partire dal 1990 ha permesso al Cavaliere di possedere (unico caso nel mondo occidentale) tre reti televisive, conteneva una norma che avrebbe potuto far dichiarare ineleggibile Berlusconi: all’articolo 12, stabiliva la nascita del “Registro nazionale delle imprese radiotv” in cui allineare tutti i concessionari; non solo le società, ma anche (secondo l’articolo 17) “le persone fisiche che detengono o controllano le azioni”.

Nel ’94, nel ’96, nel 2001, nel 2006, nel 2008 la legge non è stata applicata. Oggi si discute nella giunta per le elezioni, ma a quanto pare il PD è popolato da Tafazzi che godono nel far infuriare il proprio elettorato. Poi si domandano perché non vincono le elezioni, Grillo prende il 25%, 6 italiani su 10 restano a casa alle amministrative.

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