Il #Giornale di #Berlusconi: “Noi Votiamo #Renzi”

Il PD ha un senso solo se vince Renzi. Parola di Giuseppe De Bellis, editorialista de Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti e di proprietà della famiglia Berlusconi.

Perché stavolta non sono tutti uguali. Noi, domani, stiamo con Renzi. Scegliamo lui contro Bersani, Vendola, Puppato e Tabacci. Sceglia­mo qualcosa che non c’era e che ades­so c’è: un personaggio in grado di scar­dinare vecchie ruggini e vecchie sco­rie.

Il che, come dire, è una conferma anche dei timori di chi, a ragione, prevedeva elettori di centrodestra in massa alle primarie del centrosinistra per incoronare Renzi (cosa che, a detta di Denis Verdini, accadde già 3 anni fa a Firenze).

Ma la ragione per cui si dovrebbe scegliere Renzi, non importa che tu sia di destra o di sinistra (come direbbero i grillini, sono parole senza senso) è che

è il primo ve­ro leader totalmente post-comunista, è l’unico a indicare al Pd la strada della socialdemocrazia liberale che in Euro­pa e negli Stati Uniti c’è da sempre e che da noi non c’è mai stata. Noi vor­remmo che vincesse lui, domani. Per­ché Renzi garantisce la possibilità di avere un dialogo vero, nuovo, reale. Parla di temi, non di inchieste giudizia­rie. Parla di prospettive, non rinfaccia il berlusconismo. È avanti e non per ragioni anagrafiche.

Posto che basterebbe sfogliare un buon libro di scienza politica per sapere che i sistemi di welfare o sono liberali (come negli Stati Uniti d’America, dove non se la passano troppo bene) o sono socialdemocratici (si veda Norvegia, Svezia & Co.) o sono “familiari” (come il nostro, nel senso che se non fosse per le famiglie, non avremmo un welfare state), che Matteo Renzi sia post-comunista è pure falso: è stato, è e sempre sarà un fiero democristiano di destra, quella del “preambolo” per intenderci.

Non post, ma anti-comunista. (Sarà infatti un caso che è da settembre che si rifiuta di rendere noto cosa ne pensa a proposito di Piazza Berlinguer a Firenze.)

Esattamente come i Craxi, gli Andreotti, i Forlani nella Prima Repubblica, come Berlusconi e Casini nella Seconda. Nella Terza ci sarà Renzi. Con il voto della Destra. Non con il mio.

P.S. Domani, 25 novembre, non andrò a votare alle primarie. A differenza di altre persone che hanno lasciato il blog perché volevano schierarlo su questo o quel candidato per strumentalizzare il nome di Enrico Berlinguer, il sottoscritto di ghiotte offerte ne ha ricevute, ma ha risposto: “Domine, non sum dignus“.